ilNapolista

Vardy-Higuain, le differenze (giuridiche) tra Inghilterra e Italia. E l’inutile attacco al Napoli di Viola News

Alla fine, fumata solo grigia per Jamie Vardy. L’attaccante inglese e il Leicester hanno deciso di accettare l’accusa di “condotta impropria” dalla Football Associations, e quindi di attendere il giudizio finale senza presentare ricorso. 

Ricostruiamo: l’attaccante inglese, espulso per doppia ammonizione nella sfida delle Foxes contro il West Ham, è stato accusato di “condotta impropria” dalla FA in seguito alla squalifica automatica per il cartellino rosso. Una commissione nominata dalla Federazione inglese avrebbe dovuto giudicare la condotta post-espulsione di Vardy che aveva protestato furiosamente con l’arbitro Moss puntandogli il dito contro. Questo, anche secondo i precedenti (Diego Costa del Chelsea e Gabriel dell’Arsenal), avrebbe potuto portare a un supplemento di squalifica. Una situazione similare a quella vissuta a Udine da Higuain, protagonista di una scenata plateale subito dopo il rosso sventolatogli dall’arbitro Irrati. 

Il sistema giuridico sportivo inglese è diverso, in quanto è già sbagliato parlare di ricorso. L’eventuale supplemento di squalifica per “condotta impropria”, infatti, non è ancora finito sotto esame da parte della commissione della Fa, che ha dato tempo fino a ieri alle 19 italiane per presentare un’istanza ufficiale per smentire o accettare l’accusa. Che, alla fine, non è arrivata.

A questo punto il parallelo con Higuain diventa assolutamente improprio, o forse no. Perché Vardy ha comunque richiesto un’udienza personale per spiegare il suo atteggiamento nei confronti di Moss e per far valere quelli che sono i suoi ottimi precedenti comportamentali: 34 partite su 34 giocate, nessuna espulsione e nessun altro episodio controverso. Il Leicester, quindi, non ha presentato il primo “ricorso” ufficiale solo per evitare un eventuale giudizio di inammissibilità. Cosa che avrebbe potuto portare a un ulteriore inasprimento della sanzione a danno di Vardy che in qualche modo ha deciso di temporeggiare sperando che la squalifica possa trasformarsi in una multa in sede di udienza personale. 

Possiamo discutere dello stile e dell’atmosfera intorno alla vicenda rispetto al caso-Higuain, ma restano le differenze giuridiche di fondo: quella del Leicester non è un’ammissione di colpa, o al massimo lo è solo ufficialmente. Non presentare istanza ufficiale di ricorso subito è semplicemente frutto di una strategia difensiva, e della volontà di posticipare il giudizio definitivo rispetto alla gara già da saltare per squalifica automatica (Leicester-Swansea). Il Leicester, in questo modo, non pregiudica con un’ulteriore aggravante (il ricorso inammissibile) la situazione del suo attaccante, sperando di averlo a disposizione per il difficilissimo match successivo (Manchester United-Leicester). 

Il Napoli ha tenuto lo stesso identico comportamento in un regime giuridico diverso: la lettura del referto dell’arbitro Irrati ha portato a una decisione definitiva sull’episodio post-espulsione (le prime quattro giornate di squalifica) e poi, dopo, al ricorso del club. Che, a sua volta, ha fatto presentare il diretto interessato in udienza personale (proprio come farà Vardy) per difendersi non dalle accuse, ma per spiegare le sue ragioni a pena già comminata e per cercare una riduzione della stessa. Cosa che, in Inghilterra, non è ancora stata possibile, semplicemente perché il giudizio relativo alla “condotta impropria” non è ancora stato emesso.

Diventa quindi fuori luogo l’attacco di Viola News nei confronti del Napoli. Il sito di informazione sportiva legato alla Fiorentina, in un articolo, sottolinea «la differente visione tra Napoli e Leicester per due storie analoghe» e «la strada dell’educazione e del rispetto scelta dal Leicester anzichè quella delle “sceneggiate” e dello “scandalo” che ha preferito percorrere il Napoli». Il club partenopeo ha agito nel pieno rispetto delle regole e dell’ordinamento giuridico-sportivo, esattamente come ha fatto il Leicester. Solo che Inghilterra e Italia, da questo punto di vista, presentano delle differenze. Le uniche davvero reali in un confronto che non ha ragione di esistere. 

ilnapolista © riproduzione riservata