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Valdifiori, il regista vertical che nel Napoli fa la riserva di lusso

Valdifiori, il regista vertical che nel Napoli fa la riserva di lusso

Nella pagina Wikipedia dedicata a Mirko Valdifiori campeggia una quotes di Maurizio Sarri: «La qualità più importante è la velocità di idee, gioca sempre ad uno e due tocchi, riesce a verticalizzare e sono qualità che lo rendono un centrocampista di livello». Ora, che succede? Perché Mirko Valdifiori, 29enne centrocampista di Lugo cresciuto a Russi, provincia di Ravenna, non gioca titolare? Maurizio Sarri, il suo mentore, l’ha davvero abbandonato?

La storia è singolare, almeno la versione che viene raccontata. Perché, a sentire il Napoli (e Sarri) l’acquisto di Valdifiori è precedente al suo arrivo. Semplice quanto casuale: al suo approdo a Napoli, l’ex allenatore dell’Empoli si è ritrovato tra le mani uno dei suoi calciatori-feticcio. Un piacere, ci mancherebbe altro: la citazione di Wikipedia, ma anche un rapporto verificato dai numeri, dai risultati. Tre anni insieme, la promozione e la brillante salvezza in Serie A; ma anche 117 presenze, raffreddori e turni di squalifica come unica alternativa all’ovvietà del posto da titolare, al dogma dell’intoccabilità.

E poi il gioco, che è anche un po’ il motivo per il quale Maurizio Sarri, a Napoli e nel Napoli, non si sente di affidare a Mirko la stessa importanza capitale. Il Valdifiori di Empoli era l’Empoli di Sarri, senza giri di parole: palloni a due tocchi, velocità di pensiero. E poi la parola chiave: verticalità. Palla in avanti, sempre, che sia alta o sia bassa, che sia larga per il movimento a fisarmonica dell’attaccante o bassa per l’inserimento di terzini e mezzeali, o di quel Riccardo Saponara che torna dal Milan e si rigenera subito, che neanche un bagno a Lourdes. Le stats parlano chiaro: 80% di pass accuracy, 1787 di tocchi riusciti di cui il 74,8% in avanti, lunghezza media dei passaggi di 20 m. Valdifiori è un regista vertical, che gestisce al meglio i tempi di una manovra che va veloce e che, in qualche modo, deve controbilanciare una qualità media in campo che è quasi sempre inferiore rispetto a quella dell’avversario. Almeno sulla carta, perché poi l’Empoli 2015/2016, a centrocampo, dice Valdifiori-Vecino-Croce-Saponara, con Zielinski prima alternativa. Non male.

Col Napoli, la situazione cambia. O meglio, cambia a partire da quanto Sarri capisce che a Callejon non si può rinunciare, ma che lo spagnolo in attacco è un calciatore sprecato. Ecco il 4-3-3, un modulo che allarga il campo e necessita di una verticalità diversa, più larga e forse pure meno veloce. Ecco che allora Jorginho, più che Valdifiori, è il perfetto regista: due tocchi come Valdifiori, ma un’inclinazione maggiore al dialogo stretto, al servizio breve in più per liberare il compagno vicino. Le statistiche, come al solito, valgono più di mille parole: 1756 pasaggi riusciti già ora, che siamo a febbraio, e una lunghezza media di 16 metri per ogni appoggio. In quattro metri una differenza sottile ma forte, come un filo di nylon, tra un gioco di dominio totale di spazi e pallone e una manovra che gli spazi, invece, li attacca. Tra Napoli e Empoili, insomma. Come dire: la necessaria differenza tra il mettere in campo i buoni giocatori e il farlo con i campioni.

L’abbiamo scritto qui sul Napolistain occasione di Napoli-Inter (l’ultima partita da titolare di Valdifiori). Valdifiori in campo cambia un po’ il gioco del Napoli. Lo rende un po’ più frenetico, meno orizzontale; potenzialmente più godibile, perché più veloce e quindi maggiormente spettacolare, ma un pizzico meno armonico. Non è colpa di Mirko, per carità, anche perché le caratteristiche dei suoi compagni di squadra, soprattutto di Insigne e Higuain, rifiutano il lancio nello spazio e prediligono la palla tra i piedi e lo scontro faccia a faccia con il difensore avversario. Paradossalmente, proprio e solo Josè Callejon potrebbe in qualche modo assecondare alla perfezione Valdifiori, e la sua alta qualità nel passaggio alle spalle della difesa. Il giocatore che in qualche modo ha spostato le idee di Sarri sul 4-3-3 potrebbe agevolarsi di più del compagno che ha contribuito, ovviamente in senso lato, a far uscire dalla squadra titolare. 

Valdifiori domani collezionerà la sua sesta presenza in campionato in azzurro, la tredicesima in totale considerando tutte le competizioni. Da regista vertical è diventato una riserva, seppure di gran lusso. Un José Altafini di centrocampo che si è sempre fatto trovare pronto alla bisogna e potrebbe essere utilissimo per un rush finale pieno di impegni e partite decisive. Offrendo, chissà, anche un’alternativa tattica importante a Maurizio Sarri: fino a prova contraria, il tecnico tosco-napoletano resta sempre il suo mentore.

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