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È un Napoli ormai abituato a lottare su tre fronti. Il mercato? Meglio scoprire un rigorista e vincere le “partite sporche”

È un Napoli ormai abituato a lottare su tre fronti. Il mercato? Meglio scoprire un rigorista e vincere le “partite sporche”
Sarri e De Laurentiis in una foto di Matteo Ciambelli

A gennaio il Napoli sarà in lizza per tre competizioni. Alle buone notizie ci si abitua in fretta ma è sempre importante sottolinearlo. A una partita dalla fine del 2015 – domenica contro l’Atalanta – il Napoli di Sarri è secondo in classifica in campionato (a quattro punti dall’Inter), è ai quarti di finale di Coppa Italia e ai sedicesimi di Europa League dopo aver vinto il girone a punteggio pieno e aver fatto registrare il record di gol segnati: ventidue. Ventidue, cui vanno aggiunti i tre segnati ieri sera al Verona in Coppa e i 28 in campionato. Numeri importanti che certificano una stagione di assoluto rilievo della squadra messa su da Aurelio De Laurentiis (e siamo senza Edson Arantes Soriano) e gestita con maestria da Maurizio Sarri. 

Fatta eccezione per le difficoltà delle prime tre partite, il Napoli di Sarri non ha praticamente mai subito cali di tensione. Ha vinto e convinto in tutte e sei le partite di Europa League e ha perso una sola volta, a Bologna, nella domenica cominciata con gli azzurri da soli in testa alla classifica dopo venticinque anni. È certamente questa la novità storica più rilevante del 2015. Ma ce ne sono anche altre.

Il Napoli ha confermato di essere una delle prime tre squadre del campionato italiano. Negli ultimi due anni è stato l’unico club in grado di sottrarre un trofeo (anzi due) alla Juventus. Tre anni fa fu l’unica squadra che in qualche modo riuscì a impensierire i bianconeri di Conte avviati al loro secondo scudetto consecutivo.

Il Napoli ha un’idea di gioco ben definita. Mostra, insieme con la Fiorentina, il calcio più spettacolare d’Italia. Al punto che persino avversari di rilievo, come la Roma, sono disposti a sacrificare i propri uomini migliori a centrocampo (domenica è stato il caso di Pjanic) pur di fermare gli azzurri. Della condanna all’estetica per questo Napoli abbiamo già detto. Quel che oggi ci preme sottolineare è come la società e il club si siano abituati a lottare su tre fronti: un passaggio mentale non indifferente che qualche anno fa ci creava problemi al solo ipotizzarlo.

Ieri Higuain e soci sono stati bravi a rendere innocuo un Verona arrivato a Napoli sì con qualche assenza ma deciso a giocarsela. Nel post-partita Sarri ha spiegato che la scelta di giocare con Reina e Higuain voleva essere un segnale al resto della squadra, un segnale per non sottovalutare la Coppa Italia. Non sappiamo se il tecnico del Napoli ha rimarcato più volte i tanti gol (53) segnati dal Napoli in questa stagione per rispondere a De Laurentiis o semplicemente per ricordare l’ottimo lavoro svolto fin qui. Una frase sibillina l’ha anche rilasciata a proposito del mercato («Dipende dalle ambizioni della società») ma ha aggiunto che il suo compito è far crescere i calciatori (e ha fatto gli esempi di Strinic e Valdifiori) non di bussare ogni giorno per chiedere rinforzi.

La posizione di chi scrive in merito al mercato è nota. Fummo fin troppo espliciti all’epoca della ridicola sollevazione popolare per il mancato arrivo di Soriano. Varrebbe la pena ricordare che oggi gli osannati Jorginho e Koulibaly sarebbe stato venduti a furor di popolo quest’estate. Rinforzare una rosa già forte come quella del Napoli non è operazione semplice. Non sempre si riescono a piazzare colpi come quello di Allan, grande acquisto estivo della società di De Laurentiis.

Del resto sono davvero rari gli acquisti di gennaio in grado di cambiare volto a una squadra. Dobbiamo tornare molto indietro negli anni, allora il mercato di riparazione era autunnale: il nostro Romano, Davids. Altri ce ne saranno stati. Un acquisto come Gabbiadini, così come quello di Jorginho, sarebbe ben accetto. Deve arrivare qualcuno realmente in grado di rendere più competitivo il Napoli, altrimenti è inutile. Il Napoli contestato a settembre è lo stesso che ha raggiunto la vetta della classifica e che ora è secondo.

Per ora pensiamo a Bergamo, campo da sempre ostico. Il Napoli di Maradona, nella sua trionfale cavalcata del 1987, seppe vincere 1-0 soffrendo. È questo, come abbiamo scritto, l’acquisto che dovrebbe fare il Napoli. Riuscire a portare a casa le partite sporche. Sarebbe il colpo più importante. Insieme alla scoperta di un rigorista. Nella calza di gennaio mi piacerebbe trovare questi due doni. Ben più importanti di qualsiasi calciatore.
Massimiliano Gallo

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