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La vittoria del Napoli a Bergamo è figlia della cultura del lavoro di Sarri e della voglia di migliorarsi

La vittoria del Napoli a Bergamo è figlia della cultura del lavoro di Sarri e della voglia di migliorarsi
Maurizio Sarri in una foto di Matteo Ciambelli

Ci sono vittorie e vittorie. Valgono tre punti ma non sono tutte uguali. Quello di ieri a Bergamo è un successo diverso. Meritato sul campo ma ottenuto grazie non tanto a un calcio scintillante – seppure le occasioni da gol non sono certo mancate – quanto a una ferrea forza di volontà, a quella voglia di vincere che è caratteristica fondamentale per conquistare un traguardo.

Non che il Napoli fin qui non avesse mostrato determinazione. Ma è una squadra ha sempre esposto in vetrina soprattutto il bel gioco. La capacità di soffrire non è mancata, come nei minuti finali contro l’Inter o anche contro la Juventus. Per non parlare della grinta con cui la squadra reagì al pareggio delle Fiorentina: tenne i viola nella loro metà campo fino al raddoppio di Higuain.

Contro l’Atalanta il Napoli non ha dominato stilisticamente. Ma non ha avuto paura, soprattutto nel secondo tempo, di scendere sul terreno della grinta e della forza fisica. E ha finito col vincere.

Ma è stata soprattutto una vittoria del lavoro svolto da mesi da Maurizio Sarri. Dal punto di vista mentale ma anche da quello squisitamente tecnico. Perché ieri il Napoli ha realizzato i primi due gol grazie ad azioni nate da calcio piazzato. Un lavoro che ha reso Sarri celebre – era soprannominato mister 33 schemi, nomignolo che peraltro lo fa incazzare non poco. E in questi mesi al tecnico toscano è stato più o meno velatamente rimproverata questa lacuna del suo Napoli, almeno in campionato.

Capita spesso, negli sport ma anche in ambiti extra-sportivi, che ci si alleni a lungo, invano, a un gesto, a un determinata reazione. Poi, improvvisamente, in un momento topico, il lavoro svolto ti ripaga dei sacrifici. È quel che è capitato ieri a Bergamo. Il Napoli ha segnato il primo gol su calcio di rigore per un fallo di mano commesso nel tentativo di evitare il colpo di testa di Higuain. Ovviamente non sappiamo come sarebbe andata a finire, di certo Higuain l’avrebbe colpita di testa se de Roon non gli avesse deviato la palla. Gonzalo aveva preso il tempo a tutti. E ha regalato un vantaggio al Napoli.

Il secondo gol è stata una fotocopia più nitida del primo. Calcio d’angolo, colpo di testa e gol. “Higuain mi è venuto ad abbracciare perché questo schema l’avevamo provato ieri mattina in allenamento”, ha detto Sarri. Non sappiamo se abbia detto il vero oppure no. Ma a noi questa tesi piace molto. Sarri ha poi aggiunto una frase che più o meno suonava così: “il Napoli è forte in attacco, questi sono giocatori che vanno in gol con grande facilità, non è semplice far comprendere loro che possono farlo anche su calcio piazzato”. 

Sembra una frase buttata lì e invece c’è tanto in queste parole. C’è il lavoro. C’è la ricerca di nuove strade per migliorare. C’è il tendere al perfezionismo. Compito di un allenatore è anche difendere la propria squadra. Ma anche un tecnico si rende conto quando i propri giocatori cominciano a creare meno palle gol. Ed è stato bravo Sarri a farlo comprendere ai calciatori, a far capire loro che andavano battute anche altre strade. Sempre. Perché prima o poi gli avversari prendono le contromisure. E per quanto il Napoli possa essere forte, non ha ancora in attacco Neymar, Messi e Suarez.

Quindi la vittoria di Bergamo è una vittoria di grinta, di cuore. Ma è soprattutto una vittoria figlia del lavoro. È un passaggio fondamentale per capire l’importanza dei tre punti che hanno riportato il Napoli a un punto dall’Inter in un campionato probabilmente mai così incerto nella sua storia, con cinque squadre racchiuse in quattro punti a Natale.

Poi tante altre cose andrebbero dette. Tanti piccoli gesti che a Bergamo hanno fatto la differenza. Albiol che spazza via quel pallone destinato a Denis. Reina che abbraccia Koulibaly per ringraziarlo di aver calciato in angolo un velenoso cross basso di Gomez. Hamsik che non sparisce mai dalla partita, mostra un coraggio da leone nel ripresentarsi dal dischetto per battere un rigore che sarebbe potuto diventare una condanna. Andrebbero citati tutti, ovviamente. Tutti al servizio della squadra. Questa vittoria, per importanza, somiglia a quella del Verona di Bagnoli sul campo del Torino. La domenica che Fanna e compagni si resero conto che quasi quasi…

È presto per questi pensieri. Il campionato è lungo. Di certo a Bergamo il Napoli ha dimostrato di non avere un solo modo di giocare e di fare gol. Il primo gol di testa del campionato di Higuain ne è la sintesi più efficace. Di fronte a una difficoltà, il Napoli non ha continuato a sbattere come una mosca contro il vetro ma ha arginato l’ostacolo. E se ci riesci una volta, dentro di te nasce la consapevolezza che puoi farcela sempre.
Massimiliano Gallo

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