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L’imprenditoria americana e quella napoletana (loro hanno Pallotta, noi chi protesta contro Padoan)

L’imprenditoria americana e quella napoletana (loro hanno Pallotta, noi chi protesta contro Padoan)

Di James Pallotta e del suo progetto per il nuovo stadio della Roma e la complementare riqualificazione di Tor di Valle abbiamo scritto. Un investimento poderoso. Oltre un miliardo di euro di investimenti, seimila posti di lavoro tra prima e dopo, sulla carta – sempre sulla carta – appena due anni di tempo per la effettiva realizzazione. Roba da film di fantascienza. Per l’Italia e certamente per Napoli. Anche se va detto che all’investimento partecipa anche un imprenditore italiano, romano, Luca Parnasi.

Non sappiamo perché il calcio continui a essere considerato marginale nella “narrazione” (brutto termine, lo so) della vita di tutti i giorni eppure una irrinunciabile cartina di tornasole.

Ad esempio ieri a Napoli l’Unione degli industriali ha ospitato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che poi è stato al Mattino per un forum. Il Corriere del Mezzogiorno scrive di applauso di circostanza per il rappresentante del governo Renzi. “È di pura cortesia l’applauso; in fondo, sempre d’un ministro della Repubblica parliamo: Pier Carlo Padoan. Per il resto, la platea di imprenditori napoletani accorsi a sentire cosa aveva da dire (incontro all’Unione industriali) lo liquida con un’alzata di spalle e tanto amaro in bocca. L’occasione è stata quella di un convegno sulle imprese innovative: grisaglie confindustriali a decine; altrettanti i tailleur e le camiciole di seta”.

Ambrogio Prezioso, leader degli industriali partenopei, dice (al Corrmezz): «Dobbiamo innanzitutto rimuovere gli ostacoli che frenano lo sviluppo. L’eccesso di burocrazia, il peso esorbitante del fisco, un asfissiante cuneo fiscale, l’inefficienza della giustizia civile, il costo dell’energia. Dobbiamo finalmente adoperare le risorse comunitarie e le altre destinate dalla programmazione nazionale in un modo sapiente e condiviso con il Governo nazionale e le altre Regioni interessate. Perseguendo il potenziamento delle reti logistiche e di trasporto, delle connessioni intermodali. In particolare, per il nostro territorio, l’altra grande opzione di sviluppo è rappresentata dalla valorizzazione dei giacimenti culturali, in una visione che integri industria della cultura, turismo e ambiente». Ambiente: proprio ieri, nella cosiddetta Terra dei fuochi, è stata rinvenuta nell’area ex Pozzi Ginori una mega discarica di veleni e solventi. Ma non divaghiamo. 

Tra i delusi citati dal Corrmezz c’è anche Maurizio Marinella, il signore delle cravatte: «Ci siamo abituati e soprattutto siamo abituati a fare da soli e con le nostre uniche forze».

Certo non ha pacificato gli animi l’idea non originale lanciata Padoan al Mattino: “una task-force per il Sud”. Tra l’altro, se non ricordiamo male, ci fu un tempo in cui Renzi si dcihiarò allergico alle task-force. Il tutto mentre si è ancora alla ricerca di un commissario per Bagnoli. Ricordiamo, anno 2015.

Chi invece ha incassato l’applauso degli imprenditori è stato il neo presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che, come riporta Repubblica Napoli, ha detto: «In Italia serve più rigore ma nella direzione giusta, colpendo ladri e tangentisti e aiutando chi si assume la responsabilità di decidere. È chiaro che per questo obiettivo occorre una classe dirigente degna di questo nome. La nostra sfida è avere la capacità di movimentare risorse, aprire cantieri, trasformare la Campania in un distretto turistico di valore mondiale e nella più grande piattaforma logistica d’Italia».

Nello stesso giorno, duecuento chilometri più a Nord, Repubblica Roma riporta le dichiarazioni dell’archistar Daniel Libeskind. “Duecentoventi metri sopra Roma, per cambiarne l’orizzonte agli occhi del mondo. Per ora sono solo un disegno suggestivo, ma le torri che caratterizzeranno l’accoglienza verso il nuovo stadio giallorosso, firmate dall’archistar Daniel Libeskind, promettono di rivoluzionare il concetto di architettura della Città Eterna. Vetro e pietra, antico e moderno. «Il nostro progetto è una trilogia che unisce Roma, Tor di Valle, il mondo. E come nel teatro greco un elemento sostiene l’altro per il perfetto funzionamento», il testamento di Libeskind. «Regaleremo a Roma — promette l’architetto — un nuovo quartiere un quartiere vivace e sostenibile per questa città antica che guarda alle sfide della contemporaneità»”.
Massimiliano Gallo

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