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L’assurdo di una città in cui se provi a difendere il Napoli sei considerato un traditore

L’assurdo di una città in cui se provi a difendere il Napoli sei considerato un traditore

Caro Napolista,

sono una tifosa del Napoli, una qualsiasi. Ti scrivo perché in questi giorni di psicodramma collettivo dopo la sconfitta nella semifinale di Europa League non si riesce a scambiare due parole che abbiano un po’ di senso compiuto con nessuno, così oltre che leggerti mi metto a scriverti per alleviare la mia solitudine di tifosa. Certo la sconfitta brucia, il senso di fallimento che la stagione si è portata dietro dai suoi esordi ci può stare, tutti hanno fatto i loro errori ma veramente questo clima da naufragio del Titanic è insopportabile. Se cerchi di dire qualcosa a difesa del Napoli o quantomeno di mettere in fila qualche considerazione un po’ diversa sei quasi un traditore – di cosa poi?

Ascolto sempre gli stessi tormentoni. Il più ricorrente è quello dell’attaccamento alla maglia.

Sento dire che ci sono troppi stranieri, poca passione, quindi poco attaccamento alla maglia. Ma allora, se bastasse solo la passione, se non contassero esperienza, talento, soldi, perché non prendere undici ragazzi di Fuorigrotta che giocano a pallone, (da altri quartieri meglio di no, hai visto mai che allontanandosi geograficamente dal San Paolo diminuissero pure le motivazioni), un qualunque opinionista da bar, sicuramente appassionato e attaccato alla maglia o meglio ancora uno dei giornalisti che straparlano e strascrivono a tutte le ore come allenatore e così, con questa formuletta facile facile andare a vincere scudetto, CL e non so che altro? Ma veramente facciamo ancora questi ragionamenti primitivi?

Sento dire che Higuain dovrebbe restituire la maglia. Lo confesso subito, sono di parte, adoro Higuain, mi piace che stia al Napoli e vorrei che ci rimanesse, quindi questa ordalia della restituzione della maglia non mi trova d’accordo. Ma poi come si fa? Lo si porta in ceppi a Piazza Mercato e gli si strappa la maglia di dosso, possibilmente davanti alle ceneri di Pino Daniele? E a proposito del Pipita mi piace aprire una piccola parentesi su di lui e sull’improvvido intervento del Presidente in occasione dell’annuncio del ritiro. Il Presidente è da apprezzare moltissimo per quello che ha fatto e per le ottime cose che potenzialmente potrà fare, ma la comunicazione va migliorata. Vuole disporre il ritiro punitivo? Bene, benissimo, probabilmente ha pure ragione, ma non si fa irrompendo in sala stampa e parlando di tentazioni, città tentacolari e amenità varie – si va sempre avanti a colpi di retorica. Il pistolotto era tutto per Higuain, pare, ma in questo modo il Presidente lo ha gettato in pasto al gossip e alle ire della tifoseria. Grave errore, non è così che un imprenditore si comporta, dovrebbe invece tendere a proteggere il suo maggiore investimento. Ma l’ho detto prima, io con il Pipita sono di parte.

Sento dire che molti sarebbero felici di fallire dopo aver vissuto una stagione in cui si fosse vinto lo scudetto. Falliamo, ma almeno vinciamo qualcosa. Ora, a parte il fatto che a fallire sarebbe De Laurentiis e la SSC Napoli e non noi tifosi – è sempre facile ragionare con la tasca di qualcun altro – sinceramente io preferisco perdere una semifinale di EL ma tornare a giocare ogni anno in Europa, anche quella piccola e disprezzata, perché no, alla gloriosa e dura vita della serie B e C. E anche qui, fiumi di retorica sugli eroici tempi della risalita, sugli scalcagnati campi di provincia dove là sì che si sudava la maglia – ah, dolce afrore delle maglie sudate. Io non ci sto. Un grazie e l’eterna riconoscenza a tutti i meravigliosi ragazzi che la resero possibile, ma un’altra volta no, mai.

Sento dire, ma questo praticamente da sempre, che Benitez non capisce niente. Non lo so, può essere, io ne capisco ancora di meno, ma è veramente possibile che questo benedetto uomo non ne ingarri neanche una? Mette Gabbiadini, ma ci voleva Hamsik, mette Hamsik, ma quale, ormai quello è l’ombra di sé stesso, vendiamocelo prima di rimetterci, mette Zapata e leva Higuain, ma quello Duvan è lento, Gargano sì Lopez no o viceversa, in un frenetico balletto di nomi e di ruoli. Insomma signora mia non c’è pace. Tutti a parlare di moduli, di posizione, di arretramenti, di inserimenti da dietro. Sembra il Kamasutra, ma a giudicare dalle facce livide, dagli occhi arrossati, dalle vene gonfie del collo di chi parla è senza dubbio molto meno divertente. E poi il business plan, ma che è roba che si mangia? Stranezze esotiche di oltremanica, chiattillagini di laureati, sparamento di pose, mania di grandezza. Quello che è certo è che Benitez ha vita dura. Ovviamente la risposta è che si becca non so quanto ogni anno per non fare niente, per non capire niente e quindi ben gli sta. E qua tocchiamo un altro punto dolente che è quello dei guadagni dei nostri golden boys. E qua il moralismo e la retorica arrivano a vertici sublimi. Ragazzi viziati e strapagati, vadano in miniera, noi altri che con 1000 euro al mese siamo i veri eroi e via di questo passo. Beh, mi piacerebbe vedere i nostri virtuosi tifosi al posto di questi ragazzi ricchi, pieni di opportunità spesso bellocci a fare le santa Maria Goretti. Ora se Tom Cruise si becca non so quanti milioni di dollari per fare l’ennesimo inutile Mission impossible, se De Niro gira da vent’anni almeno film inguardabili, perché non ci sentiamo offesi, perché non andiamo a Hollywood a protestare? Io, come amante del cinema mi sento molto offesa dalla maggior parte degli inutili film italiani con attori anche famosi, che non credo guadagnino proprio due lire. I guadagni che fanno sensazione sono solo quelli dei calciatori (o dei politici, ma quella è un’altra e ben più seria storia) ma non ho mai sentito nessuno lamentarsi per quanto prende un campione di golf, di tennis o di Formula Uno, anche quando toppano. Io direi che tocca rassegnarci: non ci facciamo il sangue amaro, solo uno su centomila fra noi forse guadagnerà quello che guadagnano questi ragazzi, quindi a che serve l’invidia e la bava alla bocca?

Insomma alla fine che voglio dire? Non lo so, so solo che detesto questa cappa di tristezza, livore e depressione, questi annunci di imminenti diaspore, vorrei che non si buttasse via il bambino con l’acqua sporca, vorrei che si facesse fronte comune per ricominciare, vorrei non vivere la vigilia con il Cesena temendo non tanto e non solo il risultato, ma tutte le immancabili sciocchezze che comunque ne seguiranno.

In ogni caso, ForzaNapoliSempre
Bruna Morrone

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