È il momento più difficile dell’era De Laurentiis

Il passaggio del girone di Europa League potrebbe essere in discussione (azzurri raggiunti in testa dallo Young Boys e dallo Sparta Praga e scavalcati nella differenza-reti ), ma soprattutto torna da Berna un Napoli ammaccato. Troppo snaturato dal turn-over, tardivi i cambi di Benitez per riagguantare il risultato, il Napoli, dopo un buon primo tempo, […]

Il passaggio del girone di Europa League potrebbe essere in discussione (azzurri raggiunti in testa dallo Young Boys e dallo Sparta Praga e scavalcati nella differenza-reti ), ma soprattutto torna da Berna un Napoli ammaccato. Troppo snaturato dal turn-over, tardivi i cambi di Benitez per riagguantare il risultato, il Napoli, dopo un buon primo tempo, una volta in svantaggio si è perso diventando confusionario e inconcludente.

L’aggressione dei tifosi al pullman azzurro, dopo la sconfitta, accentua il clima di sbandamento che rischia di diventare pericoloso per il prosieguo del Napoli di Benitez.

Un rigore non concesso (su Hamsik) e due errori difensivi, ormai puntuali nella squadra azzurra, hanno agevolato lo Young Boys. Ma è stato perlomeno bislacco l’inusuale schema di Benitez a Berna (4-4-1-1), aggravato dalla mediocre prestazione di due dei nuovi acquisti (De Guzman e Michu) e di altri azzurri fermi da tempo a un rendimento mediocre (Maggio, Albiol, Inler, Jorginho, Zapata, per non contare Britos e Zuniga assenti in Svizzera). Nel complesso, la “rosa” del Napoli si rivela poco competitiva, utilizzata ad ampio raggio per il calendario che impone di giocare ogni tre giorni.

Diventa problematico riprendere slancio, fiducia e risultati (Verona domenica nel tardo pomeriggio al San Paolo). E si spera che la contestazione, così clamorosa a Berna, non raggiunga dimensioni distruttive.

Il Napoli non ha più una idea di gioco (svanita la squadra dell’anno scorso) e gli adattamenti tattici di Benitez finiscono col confondere i giocatori che non hanno più sicurezza, compattezza e sincronismo nei movimenti e nelle giocate. Improvvisati gli schieramenti. Ormai il Napoli non gioca più con gli stessi uomini due partite di seguito (formazioni ritoccate ad ogni gara). Evidente anche il calo di entusiasmo e, per molti, l’impegno è ridotto all’osso, senza genio e orgoglio.

La squadra non ha più identità, non ha schemi precisi, è assolutamente deficitaria sui calci piazzati, fisicamente non proprio vibrante. Svanito il progetto-Benitez, l’allenatore (con le sue colpe a Berna) è sotto tiro. Un cambio potrà essere una soluzione emotiva, una virtuale scossa psicologica, ma con questa squadra c’è poco da ripartire, a parte che non si vedono tecnici liberi in grado di assicurare al Napoli una svolta.

Il problema, ora, è questa mancanza di soluzioni alternative, in campo e in panchina, né il mercato di gennaio, con quel poco che offrirà, potrà proporre miglioramenti sostanziali. Il Napoli deve trovare in se stesso la forza per riemergere da una crisi che Berna ha riproposto dopo cinque risultati positivi.

Il momento è sconfortante. Se dovesse produrre una resa in campionato, mancando l’inseguimento al terzo posto, aprirebbe scenari disastrosi nell’immediato e per il futuro. Per la prima volta il Napoli di De Laurentiis è in un momento più che difficile. Il progetto-Benitez sembra naufragato e il “dopo” è una grande incognita.
Mimmo Carratelli 

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