Bravo DeLa a proteggere Benitez. Ora Benitez svegli il Napoli

«Non vorrei parlare della partita di ieri perché i conti si fanno alla fine del campionato. Siamo di fronte ad un gioco al massacro che viene fatto partita dopo partita e si dicono spesso banalità. E’ una cosa che conosciamo a memoria. Per me ne riparleremo alla fine del campionato». Stare dalla parte del manovratore […]

«Non vorrei parlare della partita di ieri perché i conti si fanno alla fine del campionato. Siamo di fronte ad un gioco al massacro che viene fatto partita dopo partita e si dicono spesso banalità. E’ una cosa che conosciamo a memoria. Per me ne riparleremo alla fine del campionato». Stare dalla parte del manovratore – come si sarebbe detto una volta – secondo alcuni fa poco snob. E per noi del Napolista questa suona sicuramente come un’offesa. Vorrà dire che rischiamo. E ovviamente ci schieriamo al suo fianco. E al fianco di Rafa Benitez. Per l’ennesima volta, direte voi. Non possiamo esimerci, visto che per l’ennesima volta è ripartito il disco. Passo falso, mezzo passo falso e i soliti noti tornano all’attacco. All’attacco di Benitez. E pronti a insinuare dubbi sul suo rapporto con De Laurentiis. Un film già visto tante volte. E un giorno varrà la pena di provare a capire perché quest’allenatore provochi così tanti malumori. Bisogna dire che per la seconda volta consecutiva il presidente non si è fatto pregare. Gliene va dato atto.

Detto questo, la partita di ieri del Napoli a Livorno non entrerà certo nella storia degli azzurri (ahia, la rivedremo ancora quella bella maglia?). Privo di Albiol e Higuain, il Napoli non è andato oltre uno striminzito uno a uno in casa di una squadra in lotta per non retrocedere. Abbiamo segnato su rigore. Poi un pasticcio Reina-Britos ha regalato il pari ai toscani. E nel secondo tempo abbiamo fatto davvero poco per conquistare la vittoria. Due punti buttati. Gli ennesimi contro le piccole. C’è poco da dire, l’elenco è doloroso. Nel solo girone di ritorno, non siamo riusciti a battere Bologna, Chievo, Atalanta, Genoa, e Livorno. Cinque partite su sette. Tante. Troppe. Almeno otto punti persi. Facciamo sei. Abbiamo battuto solo Sassuolo e Milan. Male, indubbiamente male.

Che cosa non va nel Napoli? Non lo sappiamo. È una domanda cui deve rispondere soprattutto Benitez. E ieri sera è stata la prima volta in cui il tecnico ha mostrato la sua delusione. Non l’aveva mai fatto fin qui. Di certo il progetto ha subito un rallentamento. È innegabile. Non che potesse essere prevedibile ma di certo non era un passaggio obbligato. Al Napoli quella stretta nervosa, quella consapevolezza che ti fortifica e allo steso tempo getta nello sconforto gli avversari. Il Napoli, invece, offre spesso la sensazione di essere una preda aggredibile. Non abbiamo quel ritmo tambureggiante di inizio anno, quel giro palla rapido, oppure quella compattezza che di solito mostriamo nelle partite importanti. E quella certezza che prima o poi riusciremo a sbloccare la partita.

Quel che preoccupa di più è il post-partita. La delusione di Benitez. Tante squadre stanno tirando il fiato. La Roma. La Fiorentina, che ieri ha perduto in casa contro la Lazio. Ma il mal comune mezzo gaudio ci interessa fino a un certo punto. Anzi, non ci interessa proprio. Probabilmente Benitez ha applicato poco quel turn over a lui caro e alcuni elementi ora sono a debito di osigeno. Avrebbe dovuto avere più coraggio. Fregarsene della critica. Insistere su elementi come Zapata. Servono le spalle larghe e lui le aveva e le ha. Un problema c’è, è innegabile. I numeri stanno lì a dirlo. Anche se, a parere di chi scrive, è un problema mentale più che fisico. Detto questo, gli stessi numeri della carriera parlano per Benitez (non ce ne vorrà il professore Trombetti, ma rispondergli sul perché Rafa è uomo di coppa sarebbe come spiegare a lui, matematico, le equazioni di primo grado). Scrivere di anno buttato è davvero fantascienza, per non dire altro. Non stiamo qui a ripeterci. Siamo terzi in campionato – per non parlare delle Coppe – e invece sembra l’Apocalisse. Non impareremo mai. A Milano un altro poco stanno festeggiando lo 0-2 subito dalla Juventus in un campionato disastroso. Altro che anno buttato. È un anno di grandissimi cambiamenti. Una squadra che giocava a memoria ha dovuto reinventarsi.

Come ripetiamo da settembre, le vittorie si costruiscono soprattutto nei passaggi a vuoto. Tocca a Benitez capirne i motivi. Questo sì. Occorre una sterzata nel girone di ritorno. Preferibilmente in questo marzo. Ancora meglio se a partire da domenica prossima. Il tempo non manca. E, a quanto pare, nemmeno l’appoggio di De Laurentiis. Serve che torni il miglior Napoli di Benitez. E Rafa saprà come fare.
Massimiliano Gallo

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