Benitez, un uomo di parola a Napoli

La settimana decisiva. Torino. La partita dell’anno. Insomma, le solite cose. E noi rispondiamo nel solito modo: non è vero, non è la partita dell’anno, è un match importante (perché siamo secondo in classifica a pari punti) e, SOPRATTUTTO, viene prima il Marsiglia. Match fondamentale per la corsa alla Champions, perché è battendo il Marsiglia […]

La settimana decisiva. Torino. La partita dell’anno. Insomma, le solite cose. E noi rispondiamo nel solito modo: non è vero, non è la partita dell’anno, è un match importante (perché siamo secondo in classifica a pari punti) e, SOPRATTUTTO, viene prima il Marsiglia. Match fondamentale per la corsa alla Champions, perché è battendo il Marsiglia che rimarremmo in corsa per la qualificazione, sicuramente in testa al girone.

La grande novità di quest’anno, anzi una delle grandi novità, è proprio questa: si riesce a essere competitivi in più tornei. Così come aveva detto Rafa a inizio stagione. Si riesce, apparentemente, a pensare a una gara alla volta. Di questi tempi, quando abbiamo giocato la nostra prima Champions, eravamo già abbondantemente fuori dalla corsa scudetto. Oggi siamo secondi, a tre punti dalla prima. E abbiamo disputato una parte di campionato a velocità folle: nove vittorie, un pareggio e una sconfitta. Sconfitta contro la capolista Roma, va ricordato.

Quel che però colpisce di più è senza dubbio la gestione della rosa. E anche qui Rafa è stato di parola. «Non giocheranno tredici-quattordici elementi, ma tutti i calciatori che ho a disposizione». Disse così quest’estate a Dimaro e ha ripetuto il ritornello con una certa insistenza. Anche perché, va detto, insistenti erano le domande dei giornalisti, soprattutto sulle carenze di organico.

A parte che Rafa ha rilasciato un’intervista al Mundo dicendo che Moratti non gli acquistò nemmeno un giocatore, e invece De Laurentiis lo ha accontentato nella campagna acquisti. A parte questo, Rafa è riuscito a essere di parola anche con quei giocatori che non ha chiesto ma che si è ritrovato nella rosa. I casi più eclatanti sono in difesa, dove il tecnico madrileno è stato in grado di rilanciare calciatori che noi consideravamo alla stregua di pacchi. Innanzitutto Mesto, il cui infortunio oggi ci sembra quasi una tragedia; mentre fino a poche settimane fa la sola vista dell’esterno di difesa ci procurava l’orticaria. In secondo luogo, Fernandez. Certo, Rafa ha dovuto fare di necessità virtù. Ma Fernandez, in coppia con Albiol, ha preso coraggio. E, corna facendo, sta sfoderando una serie di prestazione sempre meno indecise, per non dire più convincenti.

E infine il cosiddetto colpo da maestro: Uvini. Perché, diciamolo, è stato un colpo da maestro. Il bello di Rafa è che adesso nessuno ha più il coraggio di dirgli nulla. E che vuoi dire a un uomo che ha il coraggio di far entrare a Marsiglia Zapata a mezz’ora dal termine e quello ti ripaga con un gol alla Balotelli? Niente. Perché niente gli puoi dire. E così è stato con Uvini. Ok, l’avversario era il Catania. Ok, sul gol dei siciliani il brasiliano ha bucato. Ma ha giocato, al San Paolo, e ne è uscito vivo.

Di Zapata abbiamo detto. Ma ora altre cose ci siamo dimenticati. Aveva detto, il nostro Rafa, che Callejòn avrebbe segnato tra i dieci e i venti gol. Ne ha segnati già sette il nostro José (è un mostro, altra definizione non c’è), sei in campionato e uno in Champions, e che gol. E che gioco, e che corsa. Un calciatore davvero fortissimo, un leader in questo Napoli. Come abbiamo notato, in negativo, nel pezzo su Insigne.

Perché, va detto, non ha sbagliato un acquisto il nostro Rafa. Perché poi la bellezza del mondo è che tutti pensano di saperne più degli altri, anche più di un uomo che mastica calcio da quando è nato. No, noi, i cui orizzonti sono delimitati da Astori e Matri, abbiamo storto il naso agli arrivi di Reina, Mertens e Albiol. Anche sul mercato Rafa è stato di parola. Li ha azzeccati tutti. Higuain, diciamolo, era l’unico che conoscevamo veramente.

A Napoli, in altri tempi, gli avrebbero dedicato già una piazza, una stradina, un vicoletto. Oggi – ma ne parleremo – il pubblico di Napoli è diventato esigente. Si è “sansirizzato”, come ha detto un amico milanese e milanista che sabato sera era allo stadio con me. Ed è un vero peccato. Stiamo avendo la possibilità di conoscere che cos’è il calcio europeo, che cosa vuol dire giocare sempre per vincere, che cosa significa avere la mentalità vincente e pensare a lungo termine. E magari mugugniamo e imbastiamo processi per un pareggino interno col Sassuolo. Godetevi e godiamoci Rafa. È un vento diverso, che qui non abbiamo mai sentito. E che forse mai più risentiremo.
Massimiliano Gallo

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