Napoli non si smentisce mai: è cominciato il tiro al piccione su Benitez

“Napoli è città umorale”, scrive il professor Trombetti mentre fa riferimento alla fiducia che Benitez, così come ha conquistato, potrebbe perdere. E non è il solo a pensarla così. Dopo la partita dell’Olimpico anche un caro amico ha ipotizzato un esonero di Rafa. Leggo stamattina qua e là che anche qualcuno del panorama locale comincia […]

“Napoli è città umorale”, scrive il professor Trombetti mentre fa riferimento alla fiducia che Benitez, così come ha conquistato, potrebbe perdere. E non è il solo a pensarla così. Dopo la partita dell’Olimpico anche un caro amico ha ipotizzato un esonero di Rafa. Leggo stamattina qua e là che anche qualcuno del panorama locale comincia ad alzare la voce, chiede spiegazioni. Mentre il coro su Higuain e i suoi misteri si rafforza giorno dopo giorno. Se a questo uniamo che ieri sera alla Domenica sportiva hanno mandato in onda un servizio sul Napoli che sembrava quello dedicato a una squadra in zona retrocessione (per non parlare delle accuse mosse da Civoli sulla vita notturna di Gonzalo, mah), il quadro è completo.

Francamente, siamo alla follia. E alla conferma che vincere qui è impresa praticamente ai limiti dell’umano. Del resto come vuole pensare di vincere una città che ancora si ferma quando compare l’uomo che quei successi ci portò, quasi trent’anni fa? Nel calcio pare che non possa esistere programmazione, pare che un allenatore non possa avere a disposizione un tempo congruo per affermare le proprie idee. Perdi una partita, con la capolista, e si scatena l’inferno. Siamo secondi in classifica, con sei vittorie, un pareggio e una sconfitta, il terzo miglior attacco e la seconda miglior difesa, ma tutto questo non conta più nulla.

Lo scrivemmo quest’estate. Benitez ha bisogno della protezione di De Laurentiis. Benitez è un corpo estraneo a Napoli, anche e soprattutto con la stampa e gli addetti ai lavori. Perché – basta farsi un giro sui social network – il grosso dei tifosi sta con lui. Al di là del suo aspetto pacioso, Benitez è un personaggio spigoloso, lo sapevamo. E sapevamo che non sarebbe stato semplice, soprattutto nel confronto con il circuito giornalistico di Napoli. Anzi, il suo inizio ci ha meravigliati non poco. Sapevamo, altresì, che alle prime difficoltà i malumori sarebbero emersi. Meno male, e dico meno male, che l’Inter di Mazzarri è quattro punti sotto. Altrimenti avremmo dovuto chiedere l’intervento dei caschi blu.

Forse il presidente farebbe bene a convocare meno conferenze su Twitter per dire banalità e stare invece più a Napoli e proteggere la squadra e il lavoro del suo allenatore. Ha ingaggiato un allenatore europeo che, come tale, entra poco in sintonia con la città o, almeno, con una parte di essa, segnatamente l’universo dei media. Basta assistere a una delle tante trasmissioni calcistiche che vengono trasmesse dalle tv private per farse un’idea. Perché poi andrebbe ricordato ai nostri colleghi che: non sapevano se Mazzarri andava via o restava, non sapevano se Cavani andava via o restava, per mesi ci hanno propinato Pioli come possibile sostituto.

L’allenatore va protetto. Quantomeno va messo in condizione di poter lavorare serenamente. E può farlo solo il presidente. Abbandoni Twitter e venga fare una di quelle sue piazzate. Non l’ha fatta per difenderci dai cori sui “colerosi”, venga a farla per tutelare il suo progetto. E quindi anche i suoi soldi.

Napoli è città che tutto travolge. Andiamo a Marsiglia respirando lo stesso clima del Napoli di Guerini. Sconcertante e avvilente. Del resto, lo sapevamo che sarebbe stata dura, che sarebbe stata una trincea. In questo clima, ovviamente, Higuain diventa un caso sempre più difficile da gestire. Le insinuazioni, sui quotidiani, si sprecano. Per fortuna, sappiamo che Rafa ha le spalle larghe. Ha allenato il Chelsea per un anno ascoltando i cori contro di Stamford Bridge, figuriamoci se va in crisi per le illazioni di qualche operatore dell’informazione a Napoli.

Come disse Benedetto Casillo a Bellavista chiuso in ascensore con Cazzaniga: “Professo’, resistete!”.
Massimiliano Gallo

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