E Rafè Benitez sdoganò il web

Per chi non lo conosce bene, per quelli che si ostinano a guardarlo con diffidenza e, perché no?, con quel senso di superiorità che poi alla fin fine non si sa dove si appoggi, va spiegato che in realtà Internet, questa massa informe chiamata web, funziona né più né meno come le altre piattaforme sociali. […]

Per chi non lo conosce bene, per quelli che si ostinano a guardarlo con diffidenza e, perché no?, con quel senso di superiorità che poi alla fin fine non si sa dove si appoggi, va spiegato che in realtà Internet, questa massa informe chiamata web, funziona né più né meno come le altre piattaforme sociali. Che si chiamino classi, comitive, redazioni, uffici, spogliatoi e così via. Internet – almeno in Italia – ha le sue gerarchie, le sue lobby, i suoi capetti. Insomma, direbbero gli extraterrestri, sono proprio come noi.

E ieri il popolo del web probabilmente si è lasciato sfuggire una notizia. La notizia è arrivata da Castelvolturno, sul finire della conferenza stampa di presentazione di Rafa Rafè Benitez. Sì, proprio lui, l’allenatore di calcio che fece piangere il Milan e che ora è sbarcato a Napoli. La svolta è arrivata quando il tecnico madrileno ha fatto i complimenti ai gestori del sito tuttonapoli.net. Sì, avete capito bene, ha detto: «Vi leggo, vi conosco». In diretta streaming, davanti ad Al Jazeera e a telecamere di mezzo mondo. Come se Giorgio Napolitano in conferenza stampa rivelasse di seguire con attenzione una delle testate o dei tanti blog che scrivono di politica. Semplicemente inimmaginabile per un mondo in bianco e nero quale è quello della comunicazione made in Italy.

Una rivoluzione, quindi. Rafalution, appunto. Un allenatore che non è fuori dal mondo, che ostenta orgogliosamente i 30mila contatti in più del suo sito da quando è diventata ufficiale la sua avventura col Napoli. Un sito, quello di Rafa Rafè, curato in ogni particolare. Che non ha vuoti. Insomma, nemmeno lontanamente paragonabile a quei politici che in campagna elettorale fanno finta di convertirsi al web e appena le urne si chiudono lasciano le loro pagine a muffire. No, Rafa il suo sito se lo cura, come la pagina Twitter. A proposito, non dite a De Laurentiis che ha più follower di lui. 130mila contro 90mila. Ancora lontano dai 260mila di Ancelotti, uno dei pochissimi allenatori titolati che cura il suo spazio web. E più di Mourinho, il principe dei comunicatori.

Degli allenatori italiani nemmeno a parlarne. La gran parte delle loro pagine Twitter sono desolanti, quando del tutto inesistenti. Per loro conta un titolo su un quotidiano o un’intervista a fine partita. Il web è roba per sfigati. Per loro, come per quei tipi umani descritti a inizio articolo. Quelli che adesso, ancora di più, considereranno Benitez inadeguato alla missione. Certo, il loro pensiero è finanche comprensibile. In Italia risulta impossibile qualificare in altro modo un allenatore che si presenta senza vantarsi dei titoli vinti (c’è gente che per molto, ma moltissimo meno, la mena a ogni incontro con la stampa) e che al mattino, ancor prima dei quotidiani, si informa su Internet. Eppure da ieri pomeriggio, poco prima delle 18.30, qualcosa è cambiato. Tu chiamala, se vuoi, Rafalution.
Massimiliano Gallo

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