Questo Napoli ha grandi meriti, negarlo è tafazzismo

Lo sgomento e lo smarrimento dei tifosi è comprensibile. Come quasi ogni anno, di questi tempi, il Napoli sembra colto da una furia autodistruttiva. Quanto di buono realizzato nei mesi precedenti d’improvviso sembra meno nitido a causa delle nebbie che avvolgono il futuro. Eppure, al di là dei condivisibili patemi d’animo sul Napoli che verrà, […]

Lo sgomento e lo smarrimento dei tifosi è comprensibile. Come quasi ogni anno, di questi tempi, il Napoli sembra colto da una furia autodistruttiva. Quanto di buono realizzato nei mesi precedenti d’improvviso sembra meno nitido a causa delle nebbie che avvolgono il futuro. Eppure, al di là dei condivisibili patemi d’animo sul Napoli che verrà, forse è il caso di soffermarsi su questa stagione, su questo campionato.
Un campionato non meno di ottimo. Potremmo stare ore a rimirarci quella classifica. Secondi con distacco, 78 punti, miglior attacco della serie A (72 reti in 37 partite), seconda miglior difesa, una sola sconfitta in casa (quella sciagurata contro il Bologna), cinque in totale. E il capocannoniere. Vale la pena ricordare che nella storia della campionato italiano di calcio solo un’altra volta il Napoli ha avuto il capocannoniere. Correva la stagione 1987-88 e vinse Maradona, con 15 gol. Cavani ne ha fin qui segnati 28.
Insomma, varrebbe la pena andare a rileggersi i commenti di inizio stagione. La disperazione per l’addio di Lavezzi (che in realtà si è trascinata per l’intera stagione e ancora prosegue) e persino quella per Gargano. Quasi tutti ridevano di fronte all’eventualità di conquistare lo scudetto. Ok, poi il primo posto è rimasto un sogno, ogni qual volta ci siamo avvicinati ci siamo bruciati. Ma negarci la gioia di festeggiare questo secondo posto sarebbe tafazzismo allo stato puro.
Come abbiamo già scritto, il nodo è più mentale che tecnico-tattico. Mazzarri soffre di vertigini e nei momento cruciali trasferisce la sua tensione alla squadra. Quest’anno, in campionato, è accaduto soprattutto due volte: contro la Juventus a Torino e contro la Sampdoria in casa. E va annotata anche la difficoltà a battere le grandi. Un punto contro la Juve, due contro il Milan. Anche se abbiamo battuto la Fiorentina, la Lazio, la Roma e anche l’Inter (in condizioni disastrate, va detto).
Escludendo Cavani, che a mio avviso merita un dieci pur non avendo giocato la sua stagione migliore (a proposito, ha segnato 28 gol anche senza l’insostituibile assist-man), la palma del migliore se la contendono Hamsik e Behrami, con una leggera preferenza per lo slovacco. Ha scritto bene il professor Trombetti, è diventato il vero valore aggiunto del Napoli. Le partenze di Gargano e soprattutto di Lavezzi gli hanno giovato non poco. Nessuno più gli pesta i piedi e si vede. Crea, rifinisce (14 gli assist) e segna (11, ennesima stagione in doppia cifra).
Behrami è risultato centomila volte più forte di Gargano. Un gigante a centrocampo, una diga invalicabile. E anche un giocatore di una generosità fuori del comune. Ottimo anche Campagnaro. Sottotono, invece, la stagione di Maggio. In chiaroscuro quella di De Sanctis.
Domenica finirà il campionato. Vivremo giornate agitate per il futuro. Ma adesso non godersi questa classifica è davvero da masochisti.
Massimiliano Gallo

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