Napoli, basta coi pareggi

Basta con i pareggi, invito perentorio al Napoli. Quattro pareggi consecutivi hanno impantanato gli azzurri. Il pareggio non vale più nulla con la regola dei tre punti a vittoria, non vale specie nella corsa di testa. Nelle ultime quattro partite il Napoli non ha perso, ma neanche vinto. Avesse perso due volte e vinto nelle […]

Basta con i pareggi, invito perentorio al Napoli. Quattro pareggi consecutivi hanno impantanato gli azzurri. Il pareggio non vale più nulla con la regola dei tre punti a vittoria, non vale specie nella corsa di testa. Nelle ultime quattro partite il Napoli non ha perso, ma neanche vinto. Avesse perso due volte e vinto nelle altre due gare, avrebbe fatto più punti (6 invece di 4). La Juventus, che ha perso una partita delle ultime quattro, ha fatto più punti del Napoli (7 con due vittorie e un pareggio contro 4). Nella sua striscia di dieci risultati utili consecutivi, il Napoli ha frenato con cinque pareggi totalizzando 20 punti. Nello stesso periodo, la Juve pur perdendo due volte ha raccolto 18 punti, appena due in meno fallendo due gare.
Pareggi da scartare, dunque. A Verona il Napoli deve esserci per vincere. L’ha detto anche Mazzarri allungando addirittura a un filotto di cinque vittorie consecutive il residuo di sogno per il primato. Lasciamo stare i sogni e difendiamo il secondo posto. Non è una trasferta facile. Il Chievo ha otto punti di vantaggio sulla zona-retrocessione. Non è ancora tranquillo e non vince da cinque turni (un punto in tre trasferte e due match casalinghi). Sarà un avversario col coltello tra i denti. Ed è una squadra che gioca un buon calcio, magnificamente organizzato. Formazione raccolta in difesa ma veloce nel distendersi in avanti (5-3-2) con ottimi attaccanti guastatori (eccellente Thereau) e il sostegno di centrocampisti di lotta e di governo (le qualità di Rigoni, la grinta di Guana, il passo agile di Cofie). Domenica scorsa ha giocato un gran primo tempo a Firenze, poi però ha perso.
A Verona è caduta solo l’altalenante Roma. Hanno vinto Juve, Lazio e Inter. Il Napoli non può fallire, superando il tabù storico: una sola vittoria e quattro sconfitte sul campo del Chievo, mai un pareggio. All’andata, il Napoli vinse faticosamente con un gol di Hamsik (1-0). Al Bentegodi non troverà un tappeto di velluto rosso, ma un tappeto di chiodi. Se gli azzurri non ritorneranno brillanti, decisi, “affamati”, sarà un pomeriggio duro.
Il Milan con una partita in più (e qualche topica arbitrale) si è avvicinato a due punti inanellando una serie di dieci partite utili (24 punti, meglio della striscia del Napoli). Gli azzurri devono dare una risposta immediata. Il secondo posto sarebbe il miglior piazzamento con Mazzarri, più il ritorno diretto nella prossima Champions. Il Napoli deve tenere a distanza di sicurezza l’arrembante Milan cui dovrà far visita a metà aprile. Guai a lasciarlo avvicinare facendogli fiutare il sorpasso.
Con la difesa ritoccata per la squalifica di Cannavaro e l’infortunio di Britos (esordio in campionato per Rolando), Mazzarri si affida ai titolarissimi benché qualcuno mostri la corda. Energie più fresche attenderanno in panchina il loro turno (Insigne, Armero, persino Dzemaili). Gli esperimenti con la difesa a quattro non sembrano avere dato risultati positivi e Mazzarri conferma il modulo solito. Il Chievo ha capacità di far valere il suo gioco veloce, ma è presumibile che si raccoglierà a difesa per “imbavagliare” il Napoli e colpirlo in contropiede. Ma non lascerà l’iniziativa agli azzurri. Il Napoli avrà sette diffidati fra campo e panchina. Anche a questo bisognerà stare attenti.
Il risveglio di Cavani (auguri per il secondo bebè) sarà fondamentale, a secco da sette partite, Europa compresa. Si spera in un Pandev più “vivo”. Si spera di rivedere corsa e brio sulle fasce laterali. Si spera in una magica partita di Inler. In ogni caso, basta pareggi. Col Milan a tre punti, altro che sogni. Il secondo posto sarebbe una corona di spine.
MIMMO CARRATELLI

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