Comincia il nuovo campionato del Napoli. L’obiettivo è non farsi superare dal Milan

Comincia un altro campionato. Così si dice. E’ il campionato del secondo posto. Due squadre in agguato dietro al Napoli: Milan -2, Fiorentina -5. Il calendario offre una buona notizia agli azzurri. Prima del big match di Milano a metà aprile fra Milan e Napoli, ci sarà Fiorentina-Milan. Qualcuno perderà punti. Il Napoli dovrà arrivare […]

Comincia un altro campionato. Così si dice. E’ il campionato del secondo posto. Due squadre in agguato dietro al Napoli: Milan -2, Fiorentina -5. Il calendario offre una buona notizia agli azzurri. Prima del big match di Milano a metà aprile fra Milan e Napoli, ci sarà Fiorentina-Milan. Qualcuno perderà punti. Il Napoli dovrà arrivare alla sfida di San Siro con un buon margine di sicurezza sui rossoneri. Gli attuali due punti di vantaggio sembrano pochi e inviterebbero il Milan (senza più Champions) al sorpasso. Perciò il Napoli di quattro pareggi consecutivi e una sconfitta (4 punti nelle ultime cinque giornate, come il Palermo ultimo) deve rialzarsi e correre. Da qui al match di Milano, il Napoli giocherà due volte in casa (Atalanta e Genoa) con una trasferta in mezzo (Torino). Il Milan giocherà una sola volta in casa (Palermo), due fuori (Chievo e Firenze). Potrà fare la differenza?
Fatti i soliti calcoli al Napoli non resta che cominciare a battere oggi l’Atalanta, facendo bottino pieno al San Paolo anche col Genoa, e non perdere sul campo del Torino. Sarebbero 7 punti. Il Milan potrebbe farne meno.
Intanto, ecco un’Atalanta che è andata a +9 sulla zona-retrocessione e potrà giocare a Fuorigrotta con relativa tranquillità, quella che mancherà al Napoli costretto a vincere. Ma qui o si fanno i tre punti o si muore. Fallire il secondo posto, dopo avere bucato Europa League e Coppa Italia, metterebbe di malumore un po’ tutti.
L’Atalanta è squadra solida (4-4-2) con personaggini vivaci e pericolosi, il cileno Carmona (che siglò l’1-0 dell’andata), l’eclettico Bonaventura, l’argentino Maxi Moralez, senza escludere il “vecchio” Brienza e l’ex azzurro Cigarini. Non saranno tutti della partita, ma divisi fra campo e panchina. Sono le buone risorse dei bergamaschi che hanno una difesa di rispetto per serrare le file e intralciare gli azzurri affidando a Denis (11 gol), fino a tre anni fa nel Napoli, il compito di scoccare la freccia assassina (anche Bonaventura, con furbizia, cerca la porta).
Sembra che non giochi Inler e ci sia spazio per Dzemaili, in pratica una mezz’ala offensiva. Mazzarri punterebbe così su una maggiore spinta verso la porta di Consigli, mentre ormai siamo alle novene per il letargo di Cavani che non segna da un mese e mezzo (sei gare di campionato, due in Europa), ma a Verona è stato l’unico a tirare nello specchio della porta (Puggioni migliore in campo del Chievo neutralizzando anche il rigore del Matador). Capitano queste astinenza dei goleador. Vinicio e Altafini rimasero a secco per nove turni di campionato, Savoldi per undici. Tra i cannonieri azzurri, solo Careca non faceva passare più di tre, quattro partite senza andare in gol.
Napoli a trazione anteriore, come suol dirsi, ma nel rispetto del necessario equilibrio con l’attenzione al centrocampo di Dzemaili e Hamsik per non andare in inferiorità numerica contro i quattro dell’Atalanta (rientri necessari anche per Maggio e Zuniga) e per non lasciare solo Behrami a battersi da disperato.
Gioca in pratica la squadra dei titolarissimi (c’è Pandev) perché loro sono andati in panne e loro devono tirarsi su. In settimana nessun rimbrotto da De Laurentiis (addirittura un premio per il secondo posto) e cena sentimentale della squadra col tecnico. La riscossa viene sollecitata senza strappi. Ricordarsi di non lasciare il primo tempo all’avversario eliminando subito ansie e timori andando a segnare. Se l’Atalanta si compatta in difesa (speculando sul contropiede), occorrerà brio, corsa e precisione sulle fasce (da Maggio si aspetta una prodigiosa rinascita).
Andare in campo con ottimismo e sugli spalti dimentichino questo periodo negativo per essere a fianco della squadra. Undici leoni si diventa con il sostegno dei tifosi. Si gioca per il secondo posto che è lo scudetto di Mazzarri.
MIMMO CARRATELLI

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