Se Mazzarri diventa duttile, allora qualcosa è cambiato

Per noi napolisti, la Befana del 2013 è una data da ricordare. Quattro gol alla Roma e un silenzio magico da gustare per chi era nella capitale e un rientro a tutta autoradio per chi, come me, è tornato in macchina. Ed è stato francamente uno spasso ascoltare i loro commenti biliosi, le loro rimostranze […]

Per noi napolisti, la Befana del 2013 è una data da ricordare. Quattro gol alla Roma e un silenzio magico da gustare per chi era nella capitale e un rientro a tutta autoradio per chi, come me, è tornato in macchina. Ed è stato francamente uno spasso ascoltare i loro commenti biliosi, le loro rimostranze all’arbitro, le accuse alla gestione del terreno appesantito. Insomma, romanisti.
Ma della partita di ieri un aspetto su tutti mi è rimasto impresso. Direi una novità assoluta nella gestione del Napoli di Mazzarri: la duttilità, il cambio di modulo. Per l’occasione il tecnico toscano ha mischiato le carte e così facendo ha vinto la partita. Il Napoli ha giocato proprio come avevamo sognato il giorno prima, con Pandev a fare da perno per l’attacco (Goran gioca come un cestista, nell’innescare le punte, la punta, è formidabile) e, soprattutto, Zuniga arretrato per limitare Lamela. In pratica un cambio di modulo sin dal primo minuto. E ha funzionato. Proprio contro l’allenatore meno duttile d’Italia.
Il Napoli ha giocato una partita quasi perfetta, la sola che si potesse giocare contro la Roma. Non avremmo mai potuto affrontare i giallorossi a viso aperto; dovevamo attenderli e ripartire. E così è stato. Ora non so se sia stato un caso isolato. Voglio credere che non lo sia stato. Voglio credere che il buon Walter, col tempo, abbia in parte rimesso in discussione le proprie idee. Forse lo ha fatto perché senza Cannavaro non si sente così sicuro in difesa, fatto sta che lo ha fatto. E quindi potrebbe anche ripeterlo.
Mi scuserete ma per me – goduria a parte – è stata la nota più lieta della serata. Poi, certo, tante cose ieri hanno girato. A cominciare da De Sanctis fino a Pandev, Campagnaro, Behrami, Hamsik, Zuniga, insomma tutti. E a mio avviso Mazzarri ha avuto ragione anche nel dopo partita quando ha sottolineato che Cavani è diventato Cavani a Napoli. È innegabile. Era un buon giocatore a Palermo, ma non certo il fuoriclasse di oggi. È esploso a Napoli, e Mazzarri e il gioco della squadra avranno senza dubbio influito. La squadra gioca per lui, è completamente al suo servizio. Pandev è l’uomo ideale per mandarlo in rete. La speranza è che il macedone possa giocare con una certa continuità da qui alla fine del campionato. Con lui in campo, in quelle condizioni, il Napoli è un’altra squadra.

Massimiliano Gallo

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