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Quando Lavezzi stregò Anfield Road

NAPOLI – Scocca il 28′: Cavani innesca l’argentino – di testa! – e lui taglia la difesa del Liverpool come un fulmine: gol. Ma pocho non ha mai significato «fulmine» anche se ci stava bene, c’è sempre piaciuto pensarlo. Intanto eccolo lì Lavezzi, che ha appena ammutolito l’Anfield, in equilibrio sui tabelloni pubblicitari con un sorriso così, le braccia larghe in posa ieratica che quasi svulàzza come il mago di Segrate in Grand hotel. Gerrard nel secondo tempo farà capire chi comanda ma intanto la rivoluzione s’era compiuta. La fredda serata inglese, anche se alla fine poco felice per gli azzurri, suggellò il ritorno vero del Napoli nell’Europa del calcio dopo un purgatorio infinito. Non a caso quella notte, il 4 novembre 2010, a luccicare fu la cometa Lavezzi, dalla coda lunga come la sua vecchia zazzera, numero primo della Seconda Repubblica calcistica napoletana (le repubbliche si contano da Maradona in poi) nata con lui cinque anni fa dopo un’età di mezzo durata troppo, gravida di retrocessioni con massimo disonore, serie b e serie c (due anni e spareggi persi con l’Avellino). Non Hamsik, non il Matador nè Reja o Mazzarri ma lui, il piccolo fenomeno di Villa Gobernador Gálvez, che adesso lascia Marechiaro per gli Champs-Elysées.

VOLPE E L’UVA – I napoletani ostentano indifferenza, anzi ne sono cinicamente contenti. È un classico: in giro i tifosi di Lavezzi, il più amato della banda azzurra, sono scomparsi (restano le scatole di biscotti formato pocho e gli irriducibili, come il cassiere del bar di piazza Dante). Ma più dei core ‘ngrato a farsi largo è una forma di autodifesa stile la volpe e l’uva: «Meglio che va via, tanto non aveva più benzina», sapendo bene che non è così, ché l’ultimo scampolo di stagione era dura per tutti. Non ci fanno fessi: Ezequiel è l’unico calciatore che ha rotto l’embargo dei cori delle curve (olèolèolè pocho-pocho), che dopo Diego hanno deciso di sostenere solo la «maglia» e non intonano canti per i singoli, neanche per Cavani. Segno che l’amore è speciale, e che se ne va un pezzo di cuore. Del resto sentite cosa dice De Sanctis su Quagliarella: «Forse andò via perché non concepiva l’eccessiva passione dei napoletani per Lavezzi…».

RE DEL DRIBBLING – Slalom, serpentine, capitomboli, fantasia accesa: il calcio dribblato di Lavezzi è quello degli scugnizzi dei Quartieri che giocano all’una di notte nelle traverse in pendenza di via Toledo. L’unico calcio concepibile da queste parti, il più divertente, il meno lucido. È la differenza che passa nel motoGp o in Formula 1, tra chi trionfa restando implacabilmente in testa dal primo secondo e chi vince o tocca comunque il podio dopo una gara a continui sorpassi da infarto.

I GOL «JAZZATI» – Il nostro ci lascia pochi gol in cineteca ma tutti da ricordare. Gol sghembi, «jazzati»: sbagliare le cose semplici e poi inventarsi assoli alla Billy Cobham. Vedi il gol al Milan al San Paolo: invece di spingerlo in rete con un semplice tap-in, scucchiaiò il pallone da terra sotto la traversa. Perdemmo 2-1, ma quel gol ne valeva tre, quindi vincemmo. Il ritornello: se Lavezzi segnasse di più sarebbe Messi. Sì vabbè, ma speriamo che qualcuno dotato di un briciolo di memoria in hard disk possa ricordarsi (sempre) delle quintalate di assist, delle tonnellate di rigori procurati che sbloccano gli 0-0, delle famose partite con-la-squadra-sulle-spalle, Atlante argentino, che ci risollevò dalla paura a Vila-real in Champions.

GADGET E FOTO, I TEMPIETTI NEI BAR – Arrivederci Ezequiel, magari non all’amichevole promessa dall’emiro a De Laurentiis al San Paolo, distanza temporale troppo ridotta per le coronarie di tutti. I napoletani indossano la maschera dell’indifferente distacco ma i gagliardetti, le foto patinate, i gadget di Lavezzi , i ciucciarielli «pocho loco», saranno gli ultimissimi a scomparire dai tabernacoli dei bar cittadini.

Ps. E mo’ chi glielo dice a @Vivoporelpocho su Twitter? Tiferà Psg come fanno le ragazze che seguono i calciatori bellocci ignorando la squadra in cui giocano?

Alessandro Chetta (corrieredelmezzogiorno.it)

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