L’anno in cui siamo diventati grandi. Ma allora perché non confermare tutti e puntare allo scudetto?

La stagione è finita, adesso è davvero tempo di bilanci. E francamente quella del Napoli è stata una stagione largamente positiva, diciamo che a scuola si sarebbe conquistato un bell’otto in pagella. Dopo la sorpresa dello scorso anno, con un campionato straordinario e un terzo posto finale che ci concesse la Champions, è arrivata la […]

La stagione è finita, adesso è davvero tempo di bilanci. E francamente quella del Napoli è stata una stagione largamente positiva, diciamo che a scuola si sarebbe conquistato un bell’otto in pagella. Dopo la sorpresa dello scorso anno, con un campionato straordinario e un terzo posto finale che ci concesse la Champions, è arrivata la conferma. Operazione sempre più difficile. Dei tre obiettivi di inizio stagione, il Napoli ne ha conquistati due su tre.Ha portato a casa il primo trofeo dell’era De Laurentiis, battendo la Juventus in finale di Coppa Italia; in Champions ha superato un girone eliminatorio durissimo e negli ottavi è stato eliminato dalla squadra vincitrice del torneo. L’unico rammarico è il campionato che pure ci ha visti lottare fino all’ultima giornata per il terzo posto. E comunque l’anno prossimo giocheremo in Europa League.
La vittoria della Coppa Italia in alcuni ha acuito il rammarico per quel che poteva essere e non è stato, soprattutto in campionato. Ma quel che mi sembra emergere in modo inequivocabile è l’ingresso a titolo definitivo del Napoli tra le grandi squadre italiane e nel club delle temibili in Europa. E secondo me non è poco, anzi. Risultati raggiunti con una rosa non certo invidiabile. Di fatto abbiamo giocato un’intera stagione con tre centrocampisti di ruolo (domenica a Roma in panchina eravamo senza centrocampisti), una difesa che lascia a desiderare. Oltre, ovviamente, a un attacco formidabile.
Ed eccoci al punto: perché smantellare? Adesso siamo davvero arrivati al bivio: un paio di innesti e l’anno prossimo il Napoli potrebbe davvero puntare a vincere lo scudetto. La squadra si intende a memoria, Inler ha fatto il rodaggio. La difesa non convince, ma ci si può lavorare.
Eppure attorno al Napoli c’è uno strano clima. Ok, Lavezzi vuole andar via. Ma non credo ci voglia molto a trattenerlo. Non ci sarà la Champions, l’anno prossimo, ma il campionato italiano è un traguardo prestigioso. E soprattutto contano le ambizioni e il progetto di una società. Sono trascorsi otto anni e la storiella dalla C alla Champions ha perso il suo appeal (anche se De Laurentiis continua a ribadirlo, anche alla vigilia della finale con la Juventus). Non siamo più periferia, abbiamo messo in bacheca il nostro primo trofeo. È giunta l’ora di capire. Io non ho nulla contro Insigne (anche se ho una riserva sul suo carattere) ma oggi il Napoli è una squadra solida che può puntare a vincere. E ha i numeri per farlo.
De Laurentiis mi sembra, almeno da quel che leggo, più orientato a un progetto “giovani”. E questo un po’ mi colpisce. Sarebbe un delitto a mio avviso modificare o indebolire una squadra che gioca a memoria e che, quando gira, funziona una meraviglia. Il futuro è nelle mani del presidente. Sarà lui a chiarire quali panni vestiremo.
Massimiliano Gallo

Correlate

La lezione di Benitez sull’autolesionismo di Napoli: «La città scelga se lamentarsi o sostenerci»

di - Se qualcuno fino a oggi poteva nutrire qualche dubbio sul reale pensiero di Rafa Benitez a proposito di Napoli e dell’ambiente napoletano, da oggi possiamo dire che qualsiasi dubbio può definirsi fugato. Nella inconsueta sede della Stazione Marittima, il tecnico spagnolo ha tenuto una conferenza stampa che ancora una volta è stata una sorta di […]

Friedkin

Il ritiro punitivo lasciamolo al Borgorosso Football Club

di - Diciamo la verità, questa vicenda del presunto ritiro del Napoli è stata una pagliacciata. Tanto ridicola quanto emblematica. Da qualsiasi angolatura la si inquadri, presenta imperfezioni. E imperfezioni, va da sé, è un eufemismo. A lungo assente, praticamente quasi sempre quest’anno, dalla scena mediatica e spesso anche dagli spalti, Aurelio De Laurentiis irrompe nella vita […]

C’era una volta Gonzalo Higuain, il re che Napoli continua ad aspettare

di - Diciamo la verità, siamo ben oltre i tre indizi di Agatha Christie. Siamo al tenente Colombo, che di prove ne accumula lungo tutta la puntata e lentamente, ma inesorabilmente, incastra il colpevole. Qui non si tratta di un delitto, per carità. Magari di una scomparsa. Dov’è finito Gonzalo Higuain? Non è un caso che nelle […]

Che cosa è successo al Napoli che ha annientato la Roma? Prestazione indecente contro il Milan

di - Che cosa è successo? È francamente inspiegabile. Questo Napoli il primo novembre travolgeva la Roma al San Paolo e sette giorni dopo andava a vincere a Firenze. Il brutto inizio di stagione, contraddistinto dalla prematura uscita dalla Champions, sembrava alle spalle. E invece il Napoli è sparito di nuovo. Sul 2-0 contro il Cagliari sono […]

Immagine non disponibile

Napoli non è consapevole di stare vivendo calcisticamente al di sopra delle proprie possibilità

di - Venerdì sera non ho guardato Fiorentina-Juventus. Un po’, confesso, le partite del nostro campionato non mi appassionano più; un po’ in concomitanza c’era Borussia Dortmund-Hoffenheim. E sì, il caro Borussia Dortmund, quella squadra per cui in tanti ci sfottono perché continuiamo a parlarne e fare paragoni. Venerdì la squadra di Klopp era ultima in classifica. […]

Che peccato Gabbiadini

Gabbiadini, un diamante da sgrezzare. Come Insigne

di - Manolo Gabbiadini. Non si parla che di lui. In modo anche inconsueto. Non ricordo una trattativa di mercato chiusa e pressoché annunciata – come sembra leggendo qua e là – a campionato in corso. Somiglia a uno di quei tormentoni che hanno contraddistinto le recenti sessioni di calciomercato e che spesso si sono conclusi non […]

Il bilancio del Napoli smaschera la leggenda del pappone

di - E insomma, il giorno della presentazione del bilancio del Napoli è arrivato. Il giorno dello smascheramento del pappone che lucra sulla passione di noi poveri altri che gli versiamo migliaia e miglia di euro nelle casse è arrivato. E incredibilmente – meraviglia! – si scopre che Aurelio De Laurentiis ha rasentato il rischio di fare […]

Nel libro di Trombetti, Noè si è trasferito a Castel Volturno e somiglia tanto a De Laurentiis

di - In “Morte di un matematico napoletano”, di Mario Martone, un Toni Servillo non ancora noto al grande pubblico smonta un grande Carlo Cecchi in versione Renato Caccioppoli che parla del metodo che lui utilizzerebbe per togliersi la vita: “Ma il comico non era superiore al tragico?”, lo interrompe citando una sua frase. A quella tavolata, […]