ilNapolista

Il 6-3 al Cagliari porta la memoria ad altre goleade

Se marzo è il mese più napoletano, dall’umore imprevedibile e sorprendente ( …’nu poco chiove e n’atu ppoco stracqua…), il vento marzolino ne è l’espressione fisica più genuina. E’ stato certo quel vento a muovere o a rallentare il carattere degli azzurri in campo contro il Cagliari. Travolgenti nell’attaccare e polverizzare la difesa dei sardi con sei gol, distratti nel consentire a uno di loro di segnarne tre, tutti di testa. Ma è stato vento allegro e stimolante, capace di far roteare folate e frammenti di memorie che di solito son ferme nell’atmosfera. Vittorie azzurre sonanti e felici. Sette a zero con il Como, in un giorno d’ottobre del ’50. Il portiere Cardani trafitto dai tiri senza scampo di Amadei -due reti- Todeschini, Bacchetti, Formentin, Astorri e Krieziu.’ ‘Sette a zero con il Como, quatto a zero c’ ‘o Bologna / mamma mà ma che vergogna…” cantarono i versi di un inno azzurro dell’epoca. E di nuovo il Como incappò nel vento napoletano, ancor più inebriante nel mese di maggio del ’52.E fu sette a uno per il Napoli, doppietta di Astorri e Mike, reti di Formentin, Amadei e Scopigno. Sì, Manlio Scopigno, terzino destinato a divenire un grande allenatore ma in quel tempo riserva nel Napoli. E quel giorno il trainer Monzeglio, seguendo una sua alchimia tattica, lo schierò ala sinistra. Da buon ”filosofo”, come poi fu chiamato, Scopigno trasformò la teoria in pratica e segnò il suo gol al povero portiere Cardani, che certo ricordò il Vomero come un luogo da incubo: 14 gol subìti nel giro di due anni… Tre anni dopo,un altro Napoli scese in campo contro la Pro Patria schierando l’arma segreta, il tandem che, nelle speranze della società e dei tifosi, avrebbe dovuto polverizzare la classifica: Jeppson e Vinicio insieme sulla linea d’attacco. E in quella domenica Danelutti, portiere dei ”tigrotti”, dovette piegarsi ben otto volte. 8 a 1 e la tifoseria toccò il cielo con un dito. Vinicio  segnò tre volte, Jeppson due, poi fu la volta dei centrocampisti: Castelli, Posio, Beltrandi. Il popolo azzurro sognò imprese strepitose. Ma non andò così. Il tandem non funziono più e col Napoli al 14esimo posto andò via Eraldo Monzeglio, lasciando la panchina ad Amadei. Ma viste fuori dal contesto, quelle tre domeniche regalarono al pubblico un dolce capogiro, una grande felicità. ”Squadrulelle faciteve ‘a croce / chi joca c’ ‘o Napule l’adda piglià…” : così cantavano nelle curve dello stadio in collina, e il vento di marzo diffondeva il coro… Mimmo Liguoro

ilnapolista © riproduzione riservata