Auguri Vinicio, ’o lione che Lauro strappò alla Lazio in cambio di piazza Municipio

È in Brasile, con l’amatissima Flora, per sfuggire all’inverno italiano. E ha fatto benissimo perché quest’anno l’inverno, anche a Napoli, è stato freddissimo. Luis Vinicio, uno dei più popolari e amati idoli azzurri, compie oggi, 28 febbraio, ottanta anni. In questo stesso giorno ne fa 70 quel delizioso brontolone di Dino Zoff. I ricordi sono […]

È in Brasile, con l’amatissima Flora, per sfuggire all’inverno italiano. E ha fatto benissimo perché quest’anno l’inverno, anche a Napoli, è stato freddissimo. Luis Vinicio, uno dei più popolari e amati idoli azzurri, compie oggi, 28 febbraio, ottanta anni. In questo stesso giorno ne fa 70 quel delizioso brontolone di Dino Zoff. I ricordi sono tantissimi.

Anno 1955 al Vomero, stadio di sogni, chimere e invasioni di campo, 18 settembre, Napoli-Torino. Fischio d’inizio e palla al centro. Vinicio tocca ad Amadei, il “fornaretto” passa indietro a Castelli, il mediano lancia in avanti, Vinicio parte a razzo ed è sulla palla, travolge Grosso e Bearzot e, dal limite dell’area, fionda un missile sotto la traversa del portiere Rigamonti. Gol in soli 40 secondi dall’inizio della partita. La prima prodezza del centravanti brasiliano che Lauro comprò dal Botafogo per 50 milioni, la metà che aveva speso per Jeppson.

Vinicio doveva andare alla Lazio, opzionato dal presidente Mario Vaselli, costruttore. Lauro, che era anche sindaco, convinse Vaselli a darglielo per il Napoli affidando al costruttore romano il rifacimento di Piazza Municipio. L’acquisto di Vinicio contribuì al successo elettorale del Comandante che raccolse 300mila preferenze alle elezioni amministrative del 1956, nella stagione (’55-’56) in cui arrivò Vinicio.

Poiché c’erano tre stranieri nel Napoli (Jeppson, Pesaola, Vinyei), e ne erano consentiti due, si tentò di trovare un parente italiano a Vinicio. Un parroco di Aversa scovò nella cittadina casertana una famiglia che aveva il cognome della madre di Vinicio, Amarante, e sostenne che una donna con quel nome, emigrata in Brasile, era la nonna del giocatore. Senza i documenti necessari, la parola del parroco valse zero. Lauro cedette Vinyei.

L’accoppiata Vinicio-Jeppson fu battezzata “V2”, il nome del razzo tedesco progenitore di tutti i missili. Luis Vinicio aveva 23 anni ed era una vera forza della natura. Poco brasiliano, cioè senza fronzoli, magie e colpi di tacco, ma centravanti all’europea. Si conquistò l’appellativo di “leone”. Già in Brasile era stato definito “au leau do Botafogo”.

La “V2” non funzionò per la rivalità e le gelosie fra Jeppson e Vinicio e per i troppi “veleni” nella squadra sotto la guida di Amadei. Il tandem esplose una sola volta, contro la Pro Patria (8-1), tre reti di Vinicio, due di Jeppson. Il doppio centravanti fu l’illusione di mezzo campionato.

Vinicio, al primo anno, mise a segno 16 reti. In allenamento piegava le mani a Bugatti. Finita la rivalità con Jeppson, per la cessione dello svedese al Torino, Vinicio, servito a dovere dalle ali Vitali e Brugola, col sostegno di Pesaola diventato mezz’ala, segnò 18 gol nel secondo anno. Divenne l’indiscusso idolo del Vomero. Realizzò tre doppiette e firmò con quattro reti l’intera vittoria sul Palermo (4-1). Il “leone” brasiliano trascinò il Napoli alla straordinaria impresa di battere il Milan sul suo campo (5-3), due gol a segno. L’anno prima, al Vomero, aveva già castigato il Milan con un’altra doppietta nella porta di Buffon nonostante giocasse col ginocchio destro fasciato (stiramento dei legamenti) dopo uno scontro con Ganzer, infortunio che lo tenne fermo per un mese.

Un confronto che lo esaltò fu quello con la Roma in cui giocava Dino Da Costa, suo amico e compagno al Botafogo. Si trovarono per la prima volta di fronte, in Italia. Vinse il Napoli (3-1) con due gol di Vinicio sul campo della Roma. Da Costa si prese la rivincita al ritorno siglando il 2-1 della Roma al Vomero. “Quel che è fatto è reso” gli disse Da Costa abbracciandolo.

La stagione ’56-’57 si concluse con un evento memorabile, il matrimonio di Vinicio nella basilica di San Francesco in Piazza Plebiscito, gremita di tifosi, Lauro compare d’anello dello sposo. Lei era un vecchio amore di Vinicio, Flora Aida Piccaglia, con nonni emiliani di Zocca. S’erano conosciuti in Brasile. Vinicio scese in tight da una Cadillac, Flora aveva tredici metri di velo. Su un cartello issato in piazza c’era scritto: “Sposi a Napoli, felici per sempre”.

E venne il campionato-mitraglia ’57-’58. Arrivò Di Giacomo, ma fu Vinicio il trascinatore dell’attacco, il secondo migliore attacco del torneo, quarto posto in classifica, 21 reti di Luis.

Le due ultime stagioni azzurre di Vinicio (7 gol a campionato) furono contraddistinte dal declino della squadra. Fallì un nuovo tandem, quello tutto brasiliano di Vinicio e Del Vecchio.

Amadei insisteva con Lauro perché cedesse Vinicio. “Non sta bene” diceva l’allenatore al Comandante. Corse la voce che il brasiliano fosse affetto da un numero insufficiente di globuli rossi. In realtà, era in atto la “guerra” di Amadei contro Vinicio e il suo amico Pesaola. I tifosi, subdorata l’ipotesi che il brasiliano venisse ceduto, issarono allo stadio un cartello che diceva: “Vendetevi l’anima, ma non Vinicio”. Ma ormai lo spogliatoio azzurro era un covo di malumori e di clan.

Il disastro delle quattro giornate iniziali di Frossi e il ritorno di Amadei sulla panchina azzurra, continuando la “guerra” a Vinicio, segnarono il campionato ’59-’60. L’ultimo squillo del brasiliano fu il gol della vittoria (2-1) contro la Juventus nella domenica in cui fu inaugurato il “San Paolo”, 6 dicembre 1959, 80mila spettatori, 70 milioni di incasso.

A fine stagione, Vinicio fu ceduto al Bologna in una scandalosa trattativa: il Napoli ebbe dal club felsineo Pivatelli e Mihalic e saldò il conto versando 122 milioni. Il Napoli precipitò in serie B.

Vinicio giocò ancora otto anni, nel Bologna, nel Vicenza (realizzando 13 rigori di fila), di passaggio un anno all’Inter boicottato da Herrera, e concluse la carriera con un bottino di 155 reti, a un solo gol da Riva tra i cannonieri del campionato italiano.

Da “ex” giocò sette volte contro il Napoli e vinse una sola volta (col Vicenza 2-0 segnando un gol). Due volte Vinicio sostenne il confronto con Altafini, nuovo centravanti brasiliano del Napoli. Josè aveva 29 anni e Luis 35. Altafini vinse di misura il match. A Napoli 1-1 col Vicenza, segnarono entrambi. A Vicenza vittoria azzurra per 1-0 siglata da Altafini.

Vinicio, in cinque campionati col Napoli, ha giocato 152 partite segnando 69 gol. E’ al sesto posto tra i cannonieri del Napoli di sempre.

Mimmo Carratelli

Correlate

Il saluto di Carratelli alla famiglia napolista

di - Caro Max e napolisti tutti. Per prima cosa vi ringrazio dell’affetto con cui avete sempre seguito la mia collaborazione a questo magnifico sito e dei messaggi per la mia “fuga” a “Il Mattino” dove ho lavorato dal 1987 al 1995 come capo della redazione sportiva. Ci torno col solo dispiacere di non poter più collaborare […]

Mimmo Carratelli

Carratelli lascia il Napolista e torna a casa (Il Mattino). A lui un infinito grazie e un grandissimo in bocca al lupo

di - Caro Max, Il Mattino mi ha catturato a sorpresa puntando sulla mia vanità. Purtroppo, la mia collaborazione esclusivamente o quasi sportiva, non mi consente di proseguire col Napolista: vi ho lavorato con affetto. Il direttore Barbano non consente altre collaborazioni, quindi non potrò fare più partite del Napoli e pagelle e altro. Me ne dispiace […]

A Nizza il Napoli di Sarri si è intravisto nella prima mezz’ora

di - In un precampionato di molte sconfitte delle squadre italiane contro i club stranieri più avanti nella preparazione, all’Allianz Riviera nello scenario della Costa Azzurra il Napoli di Sarri, dopo le scampagnate di gol contro le formazioni trentine e il Cittadella (18 reti, sei di Lorenzo Insigne, cinque di Mertens), cede al Nizza (2-3), squadra francese […]

Con Sarri terza rifondazione del Napoli. Inter regina del calciomercato

di - Pim-pum-pam dell’Inter, regina del calciomercato con i botti indonesiani di Eric Tohir. Quattro arrivi e due in dirittura d’arrivo (Perisic e Jovetic). Juventus guardinga, il motore perde tre pistoni (Pirlo, Tevez, Vidal), caccia a un “numero dieci” per scatenare in gol Mandzukic, Morata e Dybala. Il Milan sogna Ibrahimovic per iscriversi al club dello scudetto. […]

Caressa Napoli

Ciao Fabiooooo, Fabio Caressaaaaa: l’urlo di Sky, tv bianconera che trasmette a colori, sul Napoli favorito per lo scudetto

di - Siamo al delirio. Sky sta facendo di tutto per farsi perdonare la perdita della Champions. Propone martellando ogni giorno il ventaglio delle sue proposte, la serie B per tutti tanto per dimenticare la Champions (!), i campionati europei (c’erano già) e bla-bla-bla con una fregatura mondiale per gli abbonati che hanno sottoscritto l’abbonamento con la […]

Caro compagno Zdanov, hai preso una fissa. Ma con Sarri non avremo più il museo delle cere di Panzo Villa

di - Puntuale come le zanzare in estate, ecco il nuovo, ennesimo e decimo dispaccio moscovita del compagno Andrej Alexandrovic Zdanov, il piffero tragico, il sergente a sonagli della Lubjanca, la lingua di Menelicche e Madre Tiresia di Calcutta con le subdole premonizioni sul nuovo corso del Napoli. Mentre il mondo dell’informazione di regime è cambiato, dalle […]

La bolscevizzazione del Napolista, Carratelli si ribella a Zdanov

di - Nella deplorevole indifferenza dell’ONU (Organizzazione Napoli Unito) avanza la bolscevizzazione di questo sito diretto dal vetero-comunista Marx Gallo con l’invasione cingolata del compagno Andrej Aleksandrovic Zdanov, bolscevico ucraino a 19 anni e punito per questo a 52 con una morte misteriosa a Mosca. Questo bolscevico morto rivive tra noi con la pressione immarcescibile del Kgb […]