Sei gol, eppure la mamma si siede per protesta

La partita l’abbiamo vista tutti. Sappiamo tutti del risultato tennistico a cui abbiamo assistito. Come un mio caro amico genoano mi ha scritto in un messaggio dopo la partita, il Genoa era in pieno clima natalizio schierando in campo un presepio degno di San Gregorio Armeno. Compreso Benito. E chi era in curva, ha visto […]

La partita l’abbiamo vista tutti. Sappiamo tutti del risultato tennistico a cui abbiamo assistito. Come un mio caro amico genoano mi ha scritto in un messaggio dopo la partita, il Genoa era in pieno clima natalizio schierando in campo un presepio degno di San Gregorio Armeno. Compreso Benito.

E chi era in curva, ha visto la partita quasi nello stesso modo. Venivamo da una brutta sconfitta, difficile da digerire. Quasi quanto l’insalata di rinforzo. Per cui, essere rilassati sarebbe stato pretendere troppo da tifosi delusi. Ma il Genoa non ci faceva poi così paura. Sapevamo che se avessimo giocato veramente, i 3 punti li potevamo portare a casa.

In effetti anche lei comincia il pre-partita in maniera ottimista. Delusa per i precedenti, ma ottimista verso il futuro. E’ una che si sbraccia, chiacchiera, si scompone parecchio. E’ una tosta, che mostra il suo lato dolce e sensibile allo stadio solo quando fa vedere agli amici le foto dei figli sul cellulare. Le sorridono gli occhi. E’ mamma, prima che tifosa.

In curva, però, soprattutto tifa. E tanto. Arriva bardata ben bene. Giubbotto lungo, sciarpa e cappello. Fa freddo e si sente. Ha uno zainetto pieno di panini un po’ per tutti e tante madeleinettes che distribuisce lungo un paio di file. Prima, dopo e durante la partita.

Attende il marito, in ritardo per lavoro. E nel frattempo intrattiene bene il gruppo. E’ una donna carismatica. Il gruppo la sta a sentire. Tiene le redini di un’organizzazione interna al gruppo e tutti obbediscono. A volte ironizzando anche un po’, ma lei ha anche senso dell’umorismo, ovviamente.

Come tutti, ride e scherza. Canta sulla musica del riscaldamento, incita gli amici a riunirsi per l’urlo scaramantico. E’ supportata, certo, da un gran bel gruppo. E lei è perfettamente in sintonia.

Nota, come tutti, il cambio di speaker. Non le piace tanto, ma sa anche che se dovesse portare fortuna, allora ce lo dobbiamo tenere per tutte le partite!

Come tutti, quando comincia la partita e vede i primi tre goal, senza colpo ferire, dei nostri azzurri, ed è felice. Abbraccia tutti, sorride e urla prima CAVANI, poi HAMSIK, poi di nuovo CAVANI.

Già sul goal del Genoa del 3-1 comincia a cedere un attimo. Spettro Juve o cosa?! Sinceramente il Genoa non mi è mai sembrato in partita, nonostante il goal. Sul quarto nostro, si tranquillizza, capisce che non ci siamo arresi e grida finalmente PANDEEEV!

L’intervallo è ancora un tripudio di sorrisi, battute ironiche, chiacchierate semiserie, ma col sorriso.

Ma il secondo tempo è tutt’altra storia.

Il Napoli continua a giocare, ha pure qualche occasione sprecata con Cavani. Il Genoa sempre non pervenuto. Tutti, in curva, sono rilassati. Tranquilli. Felici.

Raddoppiate questa felicità quando capiamo che il tiro del quinto goal è di Gargano. Lei, che è dietro di me, resta immobile. Festeggia, ma non con l’entusiasmo di sempre. Capisco che li stiamo distruggendo e stiamo giocando contro una difesa degna dell’oratorio, ma cavolo!Ha segnato Gargano!E’ Natale!Siamo tutti più buoni. Anche il suo piedino.

Come tutti, io voglio il sesto, ma più perché voglio vedere segnare anche Cannavaro che per altro. Il sesto arriva, ma non con Cannavaro. Resto quasi delusa, ma Zuniga ha più o meno le sue stesse probabilità. E quindi sono felice.

Lo è anche lei, dentro. Mani in tasca, non solo per il freddo. La partita continua. Se noi siamo rilassati, figuriamoci i giocatori in campo, con quel freddo,con quel risultato, con quel Genoa. Lei sempre mani in tasca e testa scossa. Si siede.

Come tutti, noi restiamo in piedi, ma lei si siede. Brutto segno. Chiede anche a chi le è davanti di spostarsi perché lei, da quel momento, la partita la vede seduta. Quasi in segno di protesta. Avrei potuto capire tre giorni prima. Ma adesso mi giungeva strana questa protesta.

Adesso lei non è più come tutti. Adesso lei si distingue. Adesso lei non è contenta di questo Napoli “seduto sugli allori, che non infierisce, che non gioca più per continuare a segnare!”. Le facciamo notare che siamo anche gemellati con i poveri grifoni e che rischieremmo di interrompere quest’amicizia. Lei insiste: “ Il Barcellona avrebbe infierito! Ne avrebbe fatti altri!”.

E vi giuro che non scherzava. Si è intossicata una partita vinta 6-1. Non ci poteva pensare che non avessimo giocato per fargliene di più.

Il Barcellona non si ferma. Anche se solo tiene palla è bello da vedere”. Tre giorni fa eravamo in una crisi nera dopo aver perso pure con la Roma, tre giorni dopo pretendiamo di giocare come il Barcellona. E’ fantastico tutto ciò.

Insomma, ragazzi! Al triplice fischio dell’arbitro, come tutti, ci sono stati abbracci e baci per gli auguri. Lei ricambia, ma scura in volto. Col sorriso, ma con la fronte corrucciata.

Come tutti, passerà un Natale con tre punti in più. Ma con un 6-1 che le sta stretto. E, come tutti, le voglio bene per questo!
Deborah Divertito

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