Il miracolo non c’è stato, ma il Napoli esce a testa alta

Nell’astronave dell’Allianz Arena, i marziani del Bayern hanno tremato nel finale tutto cuore del Napoli. Polverizzati da tre gol di Gomez (e sono 19 i centri del killer bavarese in questa stagione), gli azzurri si sono rimessi in corsa con una doppietta dell’incredibile Fernandez. Due colpi di testa sui calci di punizione battuti il primo […]

Nell’astronave dell’Allianz Arena, i marziani del Bayern hanno tremato nel finale tutto cuore del Napoli. Polverizzati da tre gol di Gomez (e sono 19 i centri del killer bavarese in questa stagione), gli azzurri si sono rimessi in corsa con una doppietta dell’incredibile Fernandez. Due colpi di testa sui calci di punizione battuti il primo da Lavezzi, il secondo da Inler.E’ finita 3-2 per il Bayern con un finale in ansia per i tedeschi. Il Napoli, sorpassato nel girone della morte dal Manchester City vittorioso a Villarreal (3-0), rimanda le chance di qualificazione allo scontro diretto con la squadra di Mancini (22 novembre al San Paolo).

Nel grande stadio di Monaco, sul campo immenso, tra gli spalti altissimi e nereggianti di folla, mentre il Bayern calava (nel secondo tempo) il Napoli veniva fuori con orgoglio, energia, carattere. Era stato in soggezione nel primo tempo, sull’orlo di un disastro incassando tre gol. E’ risorto nella ripresa. Hamsik e Inler, che erano stati morbidi per 45 minuti, prendevano a lottare come i leoni che, per tutta la partita, hanno sostenuto il Napoli: Lavezzi solo contro tutta la difesa tedesca, Aronica fino all’infortunio, Campagnaro, Maggio, Zuniga sino all’espulsione, ma anche il ragazzo Fernandez, bruciato da Gomez sui gol, ma che non perdeva mai una sorprendente sicurezza e andava all’attacco, sui calci piazzati, per accendere una straordinaria speranza.

Non l’aveva studiata male Mazzarri coprendo molto le fasce (Aronica e Zuniga a sinistra più il “sacrificio” di Cavani; Campagnaro e Maggio a destra). Erano le corsie lungo le quali venivano avanti Muller e Boateng, Ribery e Lahm. Ma c’era un vuoto al centro, nel cuore della partita perché Inler, Dzemaili, Hamsik andavano a vuoto sul giro-palla dei tedeschi. Non pressavano, aspettavano a distanza, non facevano filtro. Schweinsteiger, Kroos e Luis Gustavo giocavano in libertà.

Eppure il Napoli era partito con grande audacia con le fughe di Lavezzi (1’, 8’, 10’, 15’). Il Bayern giocava con molta calma e sicurezza, padrone del centrocampo. Passo cadenzato di avvicinamento all’area napoletana, poi passaggi stretti e veloci con una girandola di cambi di posizione di attaccanti e centrocampisti che tagliavano fuori i centrocampisti azzurri, sempre in ritardo nell’opposizione decisa. Il Napoli, comunque, sembrava difendere bene, ma gli arretramenti di Hamsik e Cavani privavano l’attacco di ogni chance. Troppo solo Lavezzi che sui cross non trovava nessuno.

Il Bayern arrivava a segno con una certa facilità dopo un quarto d’ora di studio e di palleggio nella metà campo azzurra. Non si riusciva a capire chi dovesse marcare Schweinsteiger, Kroos e Luis Gustavo che imbeccavano gli attaccanti. Sulle fasce il Napoli teneva, ma al centro dava spazio e libertà ai tedeschi. Da un passaggio a palla libera di Schweinsteiger andava in gol Gomez (17’) al primo affondo. Fernandez e Dzemaili non riuscivano a chiudere sul centravanti. Arriva presto il 2-0. Stavolta l’assist era di Kroos da sinistra e ancora Gomez, sul filo del fuorigioco, insaccava (23’). La partita era tutta in pugno al Bayern. Il Napoli girava a vuoto, ma non sembrava arrendersi.

Soffriva, subiva, ma non crollava. Compresso nella sua metà campo non arrivava mai a infastidire Neuer (due tiri fuori: 10’ Lavezzi, 27’ Inler). Cavani si sfiancava nella copertura sulla fascia sinistra (contro Boateng). Hamsik sembrava perso, né centrocampista, né attaccante. Il 3-0 di Gomez  (43’) arrivava su un mezzo miracolo di De Sanctis sul primo tiro di Ribery. Sulla respinta del portiere il centravanti ribatteva in rete (c’era Zuniga e non Fernandez sul killer tedesco).

C’è stato il pericolo che finisse tutto in vacca, con una pesante punizione perché il Napoli non riusciva a liberarsi dalla morsa del Bayern, correva a vuoto sul giro-palla dei bavaresi, si salvava al limite dell’area ma non ripartiva. Doveva uscire Aronica (43’ ginocchiata di Muller) ed entrava Dossena. Proprio con Aronica fuori campo, il Bayern metteva dentro il terzo gol. Ma proprio allo spirare del tempo finalmente un lancio illuminante di Hamsik scatenava Cavani in contropiede. Messo giù il Matador. E Lavezzi pennellava il calcio di punizione sul quale Fernandez (1,89 alla pari dei giganti tedeschi) fiondava in rete di testa (44’).

Si accendeva il lumicino di una speranza. Nella ripresa il Bayern perdeva Schweinsteiger (colpito da Inler), sostituito da Tymoshchuk (53’). Ma, nello stesso tempo, la squadra tedesca, forse troppo sicura di avere il risultato in pugno, rifiatava. Il calo era evidente. Aveva,invece, fiato e corsa il Napoli, indomito. Sul punto di venire fuori, però, gli azzurri restavano in dieci (67’ secondo “giallo” per Zuniga). Il colombiano era stato preziosissimo nel difendere, ma poco presente in attacco. L’ingresso di Dossena al suo posto armava il Napoli sulla sinistra dell’attacco. Lavezzi continuava ad impegnare la difesa tedesca (66’ tiro parato, 73’ stroncato in contropiede da Boateng, fallo da espulsione, ma semplice ammonizione per il tedesco).

Ed eccoci agli ultimi venti minuti in cui il Napoli metteva paura al Bayern. Calava il ritmo dei centrocampisti tedeschi, Ribery non folleggiava più a sinistra, l’uscita di Schweinsteiger era pesante. E la riscossa azzurra, con l’uomo in meno, allarmava i tedeschi. Un fallaccio di Badstuber su Cavani (76’), secondo “giallo” ed espulsione del difensore, ristabiliva la parità numerica. Gli ultimi dieci minuti erano azzurri, azzurrissimi. Inler, in strepitosa rimonta, guadagnava un calcio di punizione: tracciante lungo per la testa di Fernandez e “doppietta” di testa del ventiduenne argentino (79’).

Usciva Ribery per Alaba (80’). Entrava Pandev per Dzemiali (85’). Il Napoli osava di tutto e di più col Bayern in ginocchio, fermo, non più sicuro, che tratteneva la palla per fare scorrere il tempo. Ora tutti gli azzurri lottavano. La squadra era splendida per generosità e voglia di stupire. Sul corner andava all’attacco De Sanctis che poi con una corsa spettacolare di settanta metri rientrava per ricacciare in extremis il pallone lungo di Gomez diretto in porta (94’). Sarebbe stata una beffa, troppo pesante la punizione con un quarto gol.

Il miracolo non c’è stato, ma il Napoli esce a testa alta dall’Allianz Arena. Quando si è messo a giocare ha dimostrato di sapere stare in Europa con grande dignità. Ha ceduto a un avversario più forte che poi ha messo alle corde nelo finale batticuore. Neuer non prendeva gol all’Allianz Arena da otto partite. Due gliene ha fatto Fernandez, la sorpresa della serata.

Mimmo Carratelli

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