Gruppi, forum e blog sul calcio, quanta violenza verbale

Vabbuò, pausa campionato. Chiacchieriamo un po’ (già so che nei commenti la prima cosa che mi direte sarà che l’astinenza dal pallone mi fa male). Se c’è una cosa che proprio non sopporto è la violenza, quella verbale ancora di più. Le illazioni, gli epiteti offensivi, i commenti sarcastici e fuori luogo, in pratica tutto […]

Vabbuò, pausa campionato. Chiacchieriamo un po’ (già so che nei commenti la prima cosa che mi direte sarà che l’astinenza dal pallone mi fa male). Se c’è una cosa che proprio non sopporto è la violenza, quella verbale ancora di più. Le illazioni, gli epiteti offensivi, i commenti sarcastici e fuori luogo, in pratica tutto ciò che si legge nella maggior parte dei gruppi, forum e blog che si occupano di calcio.  Tranne questo, quando la moderazione funziona a dovere (leggi: tipo Mao). Sennò pure qua è una tragedia. E comunque a volte è una tragedia pure moderare qua sopra, soprattutto quando scrive Ricchiuti.
Nei giorni che hanno preceduto la partita contro la Juventus rinviata, nel web ho letto i commenti più assurdi. C’era chi inneggiava all’alluvione affinché annegasse un paio di società calcistiche nostre avversarie, chi si augurava la vasectomia per i tifosi juventini, chi usava i soliti noiosi epiteti tipo Merdarella, Quagliamerda, Rubentus e così via, roba vecchia quanto l’ultima vittoria della Juve al San Paolo se non di più. E il peggio non è certo venuto dai tifosi bianconeri, o comunque, non solo.
Il problema è endemico, lo so. Ché poi la stessa violenza si riscontra ogni volta, stessi toni, stesse critiche accese, a volte anche contro i nostri o contro gli ex (cioè, tipo “Rinaudo ‘o macchiato”, una cosa insostenibile, per me). Insomma, dopo un po’ mi annoio. Sono uscita da un sacco di gruppi e forum, per questo motivo. Ché poi, spesso, la violenza si scatena sull’ironia e se non fosse che c’hai presente ogni istante della tua vita la canzone di Bennato, te le taglieresti proprio, le braccia, a volte. Cioè, tipo qua sopra esce un pezzo ironico, di quelli che a me piace definire geniali, e allora si scatena l’orgia della pesantezza. Mammamà! E mica solo qui, eh.
Prendiamo un caso a caso: Piccirillo. Quello dell’articolo su Mazzarri, per intenderci. Un perfetto sconosciuto, qua sopra, no? Ecco: 70 commenti circa. E altri 150 nel gruppo che ho creato io su Facebook (Oj vita mia – con cuore azzurro e scritta rossa su sfondo giallo. Creato proprio dopo essere uscita da altri gruppi dove i toni erano decisamente esasperati ed esasperanti. Troppo seri. E fatemela fare la mia porca pubblicità, no?) e dove ho postato il suo articolo. Oh, io so’ mazzarriana, eh. Io a Walterone mio l’ho difeso pure quando si è appiccicato con Aurelio e ci ha fatti perdere lo scudetto entrando tutto triste a Lecce, sia chiaro. Però è vero che è antipatico, come è vero che dovrebbe essergli interdetto l’uso del microfono. E allora, di che parliamo? Vabbuò, lasciamo stare Piccirillo, che sennò si monta la testa pure lui.
Prendiamo un altro caso a caso: Ricchiuti. Va meglio se parliamo di Ricchiuti, sì? Non capisco perché uno juventino non dovrebbe scrivere qua sopra. Lo trovo un atteggiamento violento. Cioè, se qua ogni tanto escono articoli sul basket, per esempio, mica io vado sotto casa di Agata e lo aspetto col coltello tra i denti perché ha pubblicato una cosa estranea al calcio Napoli. E quando si parla della Nazionale? Mi martello le dita delle mani e dei piedi, ma mica scrivo a Carratelli dicendogli che non voglio saperne nulla di Balotelli. Insomma, ci sono cose che proprio non capisco. Sì, magari sono limitata io. E dire che pensavo di essere una delle persone meno tolleranti sulla faccia della terra. È che non accetto le cazzate, di chi se le racconta, soprattutto. E poi ho sempre pensato che quando uno si arrabbia lo fa perché è punto nel vivo. Perciò quando si è violenti verbalmente si dà ragione a chi provoca. Ecco perché amo questo posto.
Le provocazioni non vengono colte, si cerca di annichilirle, ma quelle rispuntano peggio dei funghi dopo la pioggia. Tipo Gallo, che c’ha sette vite peggio del gatto a nove code. Una maledizione, marò! Col kaiser che la finisce, quello lì. Un giorno resteremo da soli lui, Agata ed io. Manco allora la finiremo di fare bordello, lo so. Anzi. E Forza Napolista. Sempre!
Ilaria Puglia

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