Luigi Necco: «De Laurentiis tollera solo i giornalisti improvvisati. Ben vengano le domande scomode»

NAPOLI — Luigi Necco è stato per anni la voce del Napoli in Rai. Volto storico di «Novantesimo minuto» e autore di pezzi e gesti memorabili: «Milano chiama, Napoli risponde» , con tre dita ad indicare i gol presi e ricambiati. Necco, De Laurentiis, ieri, ancora una volta ha, le cito testualmente il comunicato dell’Ordine […]

NAPOLI — Luigi Necco è stato per anni la voce del Napoli in Rai. Volto storico di «Novantesimo minuto» e autore di pezzi e gesti memorabili: «Milano chiama, Napoli risponde» , con tre dita ad indicare i gol presi e ricambiati. Necco, De Laurentiis, ieri, ancora una volta ha, le cito testualmente il comunicato dell’Ordine dei giornalisti e dell’Ussi, «adoperato nei confronti di alcuni giornalisti frasi ed espressioni irriguardose lesive della loro professionalità» , che ne pensa? «Che dimostra una straripante ignoranza delle buone maniere. Sono stato presente una volta sola a una sua mancanza di senso comune, quando il signor De Laurentiis ha invitato a votare Lettieri laddove sapeva benissimo che i tifosi napoletani sono equamente divisi tra tutti i partiti. C’è qualcosa che non funziona, qualche valvoletta da assicurare nel temperamento» .
A sua memoria c’è stato un presidente, un allenatore, un calciatore altrettanto sanguigno? «Ferlaino fuggiva di fronte ai giornalisti nei momenti topici. Capitò anche con me, una volta quando convinsi Iuliano a rilasciare un’intervista e non la fece. Ne venne fuori un pezzo intitolato il “Buono, il brutto e il cattivo”e Ferlaino non era né il buono né il brutto. Tra calciatori, invece, l’antipatico per scelta era Sivori» . Ma per quale motivo un presidente di una società di successo per evitare le domande, tende a giudicare i giornalisti che le pongono? «Vuol dire che molti colleghi sono migliorati, che finalmente fanno le domande e fanno quelle scomode e al potere questo non è mai piaciuto» . Ma lei, da decano, come si comporterebbe? «Farei a meno del 75 per cento delle trasmissioni sportive che si fanno a Napoli. Perché ho l’impressione che le tv private siano state strette in un angolo e possano occuparsi solo di sport perché frutta pubblicità. Le tv private stanno per essere uccise da chi non vuole voci libere» . Ma lei ha una rubrica su Canale 9, «l’Emigrante» . «E infatti non lo dovrei dire, ma il problema è serio. Il calcio è il grande benefattore della città di Napoli. E tante persone che avrebbero potuto friggere le pizze si improvvisano giornalisti. Questi ultimi de Laurentiis li tollera, tutti gli altri non li gradisce».
S. B.
(Corriere del Mezzogiorno)

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