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Letterina: Dai, ragazzi, venite a vincere a Milano

Qui a Milano soffia una strana aria per l’unico napolista in un ufficio rigorosamente nerazzurro. Da qualche settimana si sprecano gli “e questo Napule” e qualche divertito “Forza Napoli”, persino dal collega indiano convertitosi al verbo nerazzurro. Al di fuori dell’ufficio si passa da una malcelata ammirazione – sul finire di una partita che la squadra del mio pargolo minore perdeva 3 -0 e pareggiata all’ultimo ho sentito chiaramente un “Dai, fate come il Napoli!” – a una infastidita noncuranza – oggi in palestra ascoltavo gli infiniti scazzi tra milanisti e interisti, con i primi che non considerano certo il Napoli come un serio contendente, piuttosto temono di piu’ la Roma-.
Insomma l’aria e’ strana, anche perché erano anni che il Napoli non stava nei piani alti della classifica in maniera cosi’ costante, e soprattutto a +7 sull’Inter. Io sorrido e taccio, e faccio lo scetticone sul Napoli. Intanto pero’ questo Napoli di Mazzarri ha abbattuto i tre tabù dell’era aureliana: Roma, Cagliari e Genoa. A onor del vero era la mia speranza segreta e inconfessata a inizio anno e la vittoria sul Palermo e’ stata la ciliegina sulla torta, che la sconfitta inizio di campionato, lo scorso agosto m’era pure rimasta in canna, a cominciare dal goal di Cavani! Chiusi quindi i conti con il recente passato, rimane un ultimo tabu’ da sfatare, mai violato neppure nell’era maradoniana, quando dettavamo legge in mezza Italia e oltre e ci permettevamo di rifilare 5 paccheri alla vecchia signora, e pure a casa sua: la vittoria a San Siro contro l’Inter. Di tale impresa io non ne ho memoria nell’era moderna, ci manca da eoni, da ere geologiche perfino. Ecco, io so cosa chiedere come regalo alla Befana.
Eugenio Angelillo

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