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C’è una Spagna
che non fa il tifo

A ognuno il suo Bossi. E figli. La «Roja» abbatte Cristiano Ronaldo, lo infila in un polemicone coi compatrioti, e vola verso la semifinale. L’ostacolo Paraguay non dovrebbe essere un gran problema e pazienza se ci perderemo lo spogliarello promesso dalla stupenda modella di Asuncion, Larissa Riquelme. In Spagna entusiasmo massiccio in ogni dove: oltre 13 milioni di persone hanno visto la vittoria col Portogallo, 71% di share, senza contare quelli che si sono riversati nelle piazze per il party collettivo davanti ai maxi schermi. Dappertutto tranne che a Barcellona: lì i tifosi sono stati costretti a restare in salotto. Eh sì, come un pericoloso infedele la Roja è stata tenuta fuori dalle mura della città. E la cosa è quantomeno divertente, di certo più della grossolana battuta del padre della Lega («L’Italia comprerà la sfida con gli slovacchi»): nella Spagna che fa godere ci sono 8 giocatori del Barça, 6 sono titolari e tra questi l’eroe della Seleccion: il neo acquisto Villa. Battaglia politica Al sindaco Jordi Hereu importa poco di questa euforia pallonara. Resiste arroccato nella sua posizione: no alla nazionale in piazza. In questi giorni imperversa la battaglia politica attorno allo Statuto catalano e a Barcellona ogni cosa viene vista con occhi autonomisti. Gli integralisti però sono una minoranza, casomai la Catalogna si sente superiore al resto del Paese in tante cose: dall’economia alla cultura, dato che regala gente come il cantautore Juan Manuel Serrat, la soprano Montserrat Caballè, gli scrittori Montalban, Zafon e Mendoza. E il super Barça, ovvio. Comunque, da giorni i rappresentanti del Partito Popolare catalano e quelli di Ciutadans hanno chiesto a Hereu (socialista come Zapatero) l’allestimento di un megaschermo in Plaza de Sant Jaume o al Palau Sant Jordi. Lui ha risposto picche. I rivali sostengono che sia per paura di vedere quei luoghi invasi da gente che vuole tifare per la Roja, come per il trionfo Europeo. Tanti sono i catalani che tifano Spagna. Le pressioni su Hereu continuano e c’è la possibilità che qualcosa cambi per l’eventuale semifinale. Curioso che a difesa della Spagna sbarchino i «caldi» Paesi Baschi. Il presidente del governo locale, Patxi Lopez, ha detto ieri che nella sua regione si festeggia il successo spagnolo (dove giocano i baschi Llorente e Javi Martinez) e spera di poter ospitare presto un’amichevole della Roja: «É tempo che si giunga alla normalità, anche in queste cose». Villa e Guardiola In Catalogna la vedono diversamente. Si era aperto un dibattito persino sul festeggiamento da torero di Villa. In Catalogna hanno appena deciso di abolire le corride. Villa è diventato una miniera d’oro per i suoi «clienti» e per la Spagna. Ieri dopo la dichiarazione d’umiltà («io segno grazie al gruppo, che è fortissimo. Confidiamo molto in noi stessi») ha detto che in camera da piccolo aveva «il poster di Guardiola». Hereu si metta il cuore in pace. La Roja e Villa son di tutti, barcellonesi compresi.
(da la Gazzetta dello Sport)

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