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Il Napoli e gli errori individuali: 6 gol sui 9 subiti nelle sconfitte sono arrivati così

Analisi dei gol e della difesa: solo la Juventus subisce meno tiri del Napoli, che paga letture sbagliate e strafalcioni tecnici. Ma il lavoro del tecnico c’entra poco.

Il Napoli e gli errori individuali: 6 gol sui 9 subiti nelle sconfitte sono arrivati così
Napoli 18/03/2018 - campionato di calcio serie A / Napoli-Genoa / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Maurizio Sarri

Di nuovo così, a leccarci le ferite dopo una sconfitta che è solo colpa nostra, dei nostri errori. Dopo una partita in cui gli avversari, sornioni, non hanno fatto altro che approfittare di quello che è stato fatto male. Sarri, nel postpartita, è stato chiarissimo: «Abbiamo preso gol per un errore che non è un errore, ma un infortunio, e per una lettura sbagliata del nostro centrocampo». Per capire la differenza, confrontare i due gol della Juventus con quello del Napoli. Palle smozzicate, o comunque sporche, contro la pulizia di un’azione, di un cross bellissimo messo sul piede destro di Callejon.

Questo non toglie meriti alla Juventus. Semmai, allunga la lista dei demeriti del Napoli, che paga ancora momenti di totale assenza dalla partita. Come contro l’Atalanta, la Roma, il Besiktas. Rileggiamo velocemente i gol subiti in queste partite, quelle in cui il Napoli ha perso: Petagna, Dzeko (x2), Salah, Adriano, Aboubakar (x2), Bonucci, Higuain. Sono tanti, ma sono tutti, o quasi, frutto di errori tecnici. Di palle schizzate, giocate o controllate male. Di errori tattici veri e propri si può parlare per le reti di Adriano, Salah e per quella di Higuain, L’ultima, però, entra nella terra di mezzo: quello di Ghoulam è un errore procurato, più colpevole (l’ha detto anche Sarri) un centrocampo che non è riuscito ad appiattirsi in tempo sulla linea di difesa. Il resto di questi, pensateci e pensiamoci, sono colpa nostra.

Un po’ come l’analisi del tennis: errori forzati ed errori non forzati. Petagna è stato il naso di Ghoulam, Dzeko/1 è la palla persa di Ghoulam; il secondo del bosniaco è frutto di una pessima marcatura di Hysaj, i due di Aboubakar nascono dal pessimo appoggio all’indietro di Jorginho e da una marcatura sbagliata di Diawara (pure nel contesto di una discesa difensiva gestita male dall’intera linea. I gol di ieri sera non c’è bisogno di spiegarli, sono freschissimi nei nostri ricordi: la svirgolata di Ghoulam poi quello del Pipita, che abbiamo spiegato nella nostra analisi tattica di oggi.

E allora, eccoci qui. A leccarci le ferite, ci ripetiamo. Volendo fare dei conti ipotetici, il Napoli ha perso tre punti in campionato (come se avesse sempre pareggiato) e uno in Champions, sarebbe a -2 dalla Juventus (sarebbe stata a due punti ieri sera e avrebbe finito il match a quella distanza) e potrebbe giocare in Turchia senza l’ansia della vittoria per forza. Ovviamente, quello che abbiamo appena descritto è il mondo del se, del tutto ipotetico. Ma anche quello di una squadra giovane e senza Raul Albiol. Che, l’abbiamo scritto più volte, è fondamentale come leader della difesa, come uomo della prima costruzione. Ed evidentemente, anche come collante mentale per i suoi compagni.

Come Sarri, anche noi non ci sentiamo di buttare addosso la croce addossi a due-tre calciatori che hanno fatto questi errori. Che sono preoccupanti, certo e ovvio, ma su cui si può lavorare il giusto in allenamento. Su cui chiunque potrebbe fare poco. Si può fare o dire qualcosa sulla fase difensiva, ma qui il lavoro di Sarri è il numero due in classifica della Serie A, dietro la Juventus: per i bianconeri, i tiri subiti a partita sono 7.5. Per il Napoli, sono 9.7. Tutti gli altri sono oltre i 10. È il calcio, signori. Ed è così, nonostante sia davvero un peccato che un lavoro così positivo possa essere messo in dubbio da episodi che sfuggono al controllo, che non fanno parte del proprio piano. Né di quello degli avversari. Prima abbiamo parlato di meriti e demeriti. I nostri sono questi qui, semplicemente.

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