
Silvan: «Al casinò non posso giocare a carte, solo dadi e roulette, sono schedato dall’Interpol»
Al CorSera: «Da bambino provavo gli esperimenti in camera, mamma era convinta che fossi matto: mi portò dallo psichiatra. Feci un trucco pure a lui»
Al CorSera: «Da bambino provavo gli esperimenti in camera, mamma era convinta che fossi matto: mi portò dallo psichiatra. Feci un trucco pure a lui»
Giancarlo Magalli a La Verità: «Boncompagni era appassionato di musica, quando accendeva l'impianto tremava il palazzo. Casa sua era il paese delle meraviglie»
Al Corsera: «I Vanzina non mi hanno più chiamata. Jerry Calà mi corteggiava sul set ma a me veniva da ridere. John Travolta era un figo pazzesco»
Lo scrittore intervistato da Repubblica: «C'è stato un poliziotto così, morì di overdose. Giallini ha messo il suo dolore nel personaggio»
A Sette: «Non sono un seduttore né un intellettuale. Sono un pagliaccio. Non mi interessa essere ricordato da gente che non conosco»
L'attore in conferenza: «La destra attacca? È pure giusto così. A Lando Buzzanca non fecero dire più ‘mannaggia’ in una sigla»
A Il Giornale: «Malagiustizia e mala-informazione sono andate a braccetto per spolpare un essere umano e quelli intorno a lui».
Al CorSera: «Per la Fiorentina qualche schiaffo l’ho preso. Ero capo tamburino: trasferte impossibili, freddo, treni regionali strapieni»
Al CorMez: «Per questo ha sfornato fior di cervelli. La città già tutta azzurra? Gli scudetti non si vincono tutti i giorni. Vale la pena di festeggiarli».
Al CorSera: «Ero fidanzato con Mita Medici, ma la corteggiai immediatamente. Faceva la ballerina, ogni sera dovevo discutere con chi faceva commenti spinti»
Lo sbirro dolente, che fuma pure qualche canna, in passato ha ricevuto numerose critiche dal centrodestra, e ora in Rai è tempo di nomine
Al CorSera: «Le donne non fanno squadra. Guardate Shakira: se l’è presa più con la donna che le ha portato via Piqué che con lui».
A La Stampa: «Era un grande scrittore e un grande autore, faceva cultura. In Rai nessuno lo aveva capito, era poco valorizzato».
Il figlio Paolo a La Stampa: «Aveva picchi di tristezza o apprensione, oppure era galvanico. Paradiso o inferno. Da lui ho imparato l’ipersensibilità».
Il Clep presieduto da Sabino Cassese con, tra gli altri, Giuliano Amato, Ignazio Visco, Violante. Calderoli l’ha definito una sorta di costituente
Al CorSera: «Il mio impegno è sempre stato quello di far star bene i miei genitori e i fratelli. Affrontare la mannaia dell’affitto, del piatto a tavola, risolvere i debiti».
Al CorSera: «Per fortuna non era vero, è diventato il mio rifugio. L'Oscar con Mediterraneo? Una botta di fortuna, c’era un film straniero migliore del mio»
Il produttore Lucisano a Repubblica: «gli dissi: “se le ripeti tre volte vedrai che ti capiranno tutti”. Quelle ripetizioni divennero un marchio di fabbrica»
A Sette: «È come avere un tumore all’anima. Non c’è una cura uguale per tutti: è un processo personale che va attraversato altrimenti non te la levi di dosso».
Sul Fatto alcuni aneddoti del libro "Per i soldi o per la gloria", dedicato ai produttori cinematografici italiani. C'è anche il patron del Napoli