Il Napoli può competere con i mostri sacri perché rigenera i calciatori e sa rivenderli (quando lo fa): McTominay è l’ultimo esempio
Conte ha ragione e proprio perché ha ragione, il club ha sviluppato un asset che altri non hanno. Quando non ha venduto al momento opportuno, se n'è sempre pentito

Db Riyadh 22/12/2025 - finale Supercoppa Italiana / Napoli-Bologna / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Aurelio De Laurentiis
La notizia, proveniente dall’Inghilterra, di un possibile ritorno di fiamma tra lo United e Scott McTominay, induce a una riflessione su quello che è uno degli asset del Napoli di De Laurentiis: la capacità di valorizzare i calciatori.
McTominay: l’ultimo prodotto dell’effetto Napoli
Di esempi, in più di 20 anni di presidenza targati De Laurentiis, ce ne sono a bizzeffe: da Cavani, acquistato per 17 milioni di euro dal Palermo e rivenduto a 64,5 al Psg. A Higuaín, acquistato per 37 milioni dal Real e rivenduto a 90 milioni alla Juve. Fino al recente Kvaratskhelia arrivato a Napoli dalla Dinamo Batumi per 13,5 milioni di euro e venduto al Psg per 80 milioni di euro, generando una plusvalenza record di 77,8 milioni di euro.
Le benedette “plusvalenze”, così tanto vituperate e osteggiate da una parte di tifoseria, hanno permesso al Napoli di costruire, passo dopo passo, mattone dopo mattone, la sua solidità. È proprio questo l’effetto Napoli: la capacità di scovare talenti sconosciuti o quasi (vedi Kvara) o bisognosi di rilancio (vedi McTominay e Hojlund), e riuscire a valorizzarli, restituire loro una seconda vita professionale (vale anche per Higuain). La vendita finale a prezzi molto superiori a quelli d’acquisto è solo la punta di un processo molto più complesso e ingegnoso che ha permesso agli azzurri di costruire le sue fortune. Quando il Napoli non ha venduto i calciatori – come capitato con Insigne e Koulibaly – se n’è sempre pentito.
McTominay, acquistato nell’estate 2024 per 30,5 milioni, è solo l’ultimo prodotto della lavatrice Napoli: adesso lo scozzese (arrivato 18esimo al Pallone d’oro, lui che mai era entrato in nomination) vale come minimo il doppio. Minimo, considerando i prezzi folli del mercato. Magari se ne andrà, magari no. A settanta milioni di euro, McTominay va venduto. Subito. Non esistono calciatori incedibili. Nel calcio di oggi per nessuno, figurarsi per il Napoli.
Il ruolo del Napoli
Antonio Conte a Cremona ha ripetuto che il Napoli non è ancora al livello di Inter, Milan e Juventus. E ha ragione (persino la Gazzetta lo ha riconosciuto). Se il Napoli, in questi anni – nonostante un fatturato inferiore, nonostante l’assenza di strutture, nonostante un fan base decisamente meno estesa rispetto ai tre club italiani – è riuscito a essere competitivo e addirittura ad avere più liquidità delle altre, è grazie al proprio asset principale. Alla capacità di valorizzare i calciatori. Il Napoli è il riflesso di Aurelio De Laurentiis: un imprenditore che anche nel cinema – inteso come produzione ma anche distribuzione – è in teoria un pesce piccolo in grado di farsi rispettare. Ovunque. È un imprenditore che non ha mai smarrito il senso della gerarchia dei valori imprenditoriali. Comanda il cash. La capacità di poter contare sempre e solo sulle proprie forze. Il Napoli è a sua immagine e somiglianza. Ripetiamo: quando non si è comportato così, ha solo danneggiato il club e la squadra.
I soldi sono importanti ma bisogna saper spenderli e saper maneggiarli. McTominay e Hojlund non sono stati acquisti effettuati a cuor leggero. Lo scozzese è stato comunque pagato 30 milioni (e di anni ne aveva 28). Hojlund era ed è più giovane ma chi avrebbe investito 50 milioni su un calciatore che sembrava smarrito? Il Napoli ha rischiato, lo ha fatto perché è una società che ha una profonda conoscenza del mercato e dei calciatori oltre che delle proprie capacità. Il Napoli incarna quel che deve essere un club nel calcio contemporaneo. “Vendi e pentiti” come diceva Mino Raiola mutuando un vecchio detto del mondo borsistico. Ma “vendi e pentiti” vale solo per gli altri. Il Napoli compra, rigenera e valorizza. Se poi gli altri ribussano alla porta, come nel caso del Manchester United per McTominay, devono pagare. Anche saper lavorare è una capacità che sta sul mercato.











