L’Intelligenza artificiale ha già conquistato lo sport d’élite, e muove 7 miliardi di euro all’anno
El Pais: "Identificazione dei talenti, miglioramento delle prestazioni individuali e di squadra e prevenzione degli infortuni. Ormai la usano in tutti gli sport"

People watch remote-controlled robots by Unitree Robotics boxing during the World Artificial Intelligence Conference (WAIC) at the Shanghai World Expo and Convention Center in Shanghai on July 28, 2025. (Photo by HECTOR RETAMAL / AFP)
Identificazione dei talenti, miglioramento delle prestazioni individuali e di squadra e prevenzione degli infortuni. Secondo El Paìs ormai l’Intelligenza Artificiale è pienamente integrata nei tre pilastri fondamentali dello sport d’élite. “Calcio, atletica, basket, tennis, ciclismo, nuoto, sport motoristici, badminton… Non c’è sport che non abbia abbracciato le capacità rivoluzionarie dell’IA per cercare di avvicinarsi il più possibile alla perfezione dell’atleta e dello sport che pratica”.
“Il volume d’affari generato dall’IA nel campo degli sport ad alte prestazioni è un buon indicatore dell’importanza che l’uso di algoritmi e big data ha già raggiunto nel miglioramento dei risultati. Secondo uno studio condotto dalla Facoltà di Economia e Amministrazione Aziendale dell’Università Pontificia Comillas, il mercato globale dell’analisi dei dati negli sport d’élite raggiungerà gli 8,4 trilioni di dollari (7 miliardi di euro) entro il 2026, con un aumento del 27% rispetto ai 5,2 trilioni di dollari (4 miliardi di euro) investiti nel 2021″.
Dice al Paìs Juan Manuel Alonso, autore dello studio “Ora c’è un dispositivo che si attacca agli scarponi da sci che funge da allenatore. Si indossano le cuffie e ti dice se è necessario applicare più o meno pressione sulle ginocchia durante le curve”. Il golfista americano Bryson DeChambeau, che ha vinto gli Us Open nel 2020 e nel 2024 utilizza un’applicazione chiamata Sportbox AI che si concentra sugli aspetti essenziali dello swing, come la rotazione dell’anca e il movimento del braccio. E così ha aumentato la distanza di tiro di circa 25 metri senza perdere precisione. Inoltre, poiché il suo gioco si basa sulla potenza, DeChambeau si affida all’intelligenza artificiale per ridurre i frequenti infortuni al polso e alla schiena di cui soffriva. Capito?
E il calcio? Prendiamo il caso del Brighton in Premier League, di proprietà del matematico inglese Tony Bloom dal 2009: “gli algoritmi segreti da lui sviluppati sono invidiati dall’industria calcistica, viste le ottime prestazioni del club e i profitti generati dai trasferimenti dei giocatori. Il Brighton giocava in League One (la terza divisione) quando Bloom lo ha acquisito. Nel 2017 è stato promosso in Premier League e nella stagione 2022-23 ha ottenuto la sua prima partecipazione europea, classificandosi sesto nel campionato inglese e qualificandosi per l’Europa League. I trasferimenti di Moisés Caicedo, acquistato per 10 milioni di euro e venduto al Chelsea per 110 milioni di euro, e di Marc Cucurella, anch’esso trasferito al club londinese per 65 milioni di euro dopo essere stato acquistato dal Getafe per 18 milioni di euro, sono chiari esempi dei vantaggi dell’utilizzo dell’intelligenza artificiale nell’identificazione dei talenti e della sua redditività”.
“La stragrande maggioranza degli sport – continua il Paìs – ha colto questa crescente ondata informatica di miglioramenti delle prestazioni. L’UAE Team Emirates di Tadej Pogacar utilizza l’intelligenza artificiale per analizzare le gare insieme ai dati fisiologici degli atleti e raccogliere i risultati immediatamente. L’applicazione, chiamata Anna, è in grado di elaborare i dati per massimizzare le prestazioni dei suoi atleti in gara. Nella NBA, gli strumenti vengono utilizzati per analizzare dati storici, prestazioni dei giocatori e logistica per creare calendari di gioco che aumentino il coinvolgimento degli spettatori e snelliscano la stagione. Oltre ai miglioramenti tecnici nelle meccaniche di tiro, i Golden State Warriors di Steve Kerr impiegano l’intelligenza artificiale in robot in grado di effettuare passaggi per contribuire allo sviluppo di sistemi offensivi. Anche la simulazione dei movimenti difensivi e offensivi individuali e collettivi degli avversari fa parte dello sviluppo dell’intelligenza artificiale nel basket”.










