Chivu: «Per rispetto dei giocatori, non racconterò mai quel che accade nello spogliatoio»

In conferenza stampa: «Allenare l’Inter mi stimola. Ho una dignità e non è in vendita. Accetto critiche, so chi sono e voglio costruire una squadra competitiva per migliorare ogni giorno».

chivu inter milan

Db Milano 09/12/2025 - Champions League / Inter-Liverpool / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Cristian Chivu

Cristian Chivu ha presentato la sfida che chiuderà il 2025 dell’Inter nella conferenza stampa di vigilia al Bper Training Centre di Appiano Gentile. In vista della trasferta sul campo dell’Atalanta, in programma domenica 28 dicembre alle 20:45 e valida per la 17ª giornata di Serie A, il tecnico nerazzurro ha risposto alle domande dei giornalisti, soffermandosi sul momento della squadra e sulle difficoltà del match.

La conferenza di Chivu

Domani sfida contro un’Atalanta che ha cambiato passo con la nuova guida tecnica. Che partita si aspetta e quanto conterà l’approccio iniziale?

«È sempre stata una partita ostica, a prescindere dalla guida tecnica. Hanno costruito qualcosa di importante nei nove anni con Gasperini e hanno mantenuto la stessa identità. Con Raffaele Palladino hanno trovato continuità e stimoli giusti. Non sarà facile: l’Atalanta è intensa, verticale, difende uomo su uomo. Dovremo essere coraggiosi, vincere le seconde palle e sfruttare al massimo le poche occasioni che concederanno».

Con l’apertura del mercato alle porte, sente che a questa Inter serva qualcosa, anche alla luce dell’infortunio di Dumfries?

«Mancano ancora alcuni giorni all’apertura del mercato. Per un allenatore è sempre difficile parlarne, perché significherebbe mancare di rispetto ai giocatori che ha a disposizione. Non potrò mai dire cosa manca o cosa vorrei prendere: quei 25 giocatori sono all’altezza delle mie idee».

Che bilancio fa di questo 2025 e cosa si aspetta dal 2026?

«Non parlo mai di me, ma della squadra e del percorso fatto in questi cinque mesi. All’inizio è stato difficile per il vissuto della scorsa stagione, ma abbiamo lavorato tanto per tornare competitivi. Abbiamo aggiunto qualcosa dal punto di vista tattico e mentale. Non siamo perfetti, stiamo cercando di migliorare giorno dopo giorno. È un cantiere aperto: una squadra competitiva deve avere ambizione ed esigenza ogni giorno».

È arrivato il momento per l’Inter di fare un salto di qualità in attenzione e cattiveria agonistica?

«Per noi tutte le partite sono importanti. Questa deve essere la mentalità dell’Inter: non pensare mai che sia facile. Stiamo lavorando per migliorare sotto tutti i punti di vista, soprattutto su motivazione e responsabilità. Questa squadra è forte e ha l’ambizione giusta per competere fino in fondo».

L’assenza di Dumfries ha creato un problema. Luis Henrique può essere una soluzione definitiva?

«La responsabilità è di tutti. Luis Henrique, pur essendo un nuovo arrivato, ha dato il suo contributo. Non ho visto un giocatore non all’altezza dell’Inter. Dal punto di vista tattico e della prestazione ha fatto quello che doveva, ha dato il suo contributo. Dumfries è importante, ma Luis Henrique ha qualità e va messo nelle condizioni giuste per esprimerle».

Nonostante qualche sconfitta, l’Inter è prima in campionato e in corsa in Champions. C’è più fiducia o più frustrazione?

«Dobbiamo essere più forti delle frustrazioni e delle percezioni esterne. Il nostro obiettivo è lavorare sodo e aggiungere qualcosa dal punto di vista motivazionale e della responsabilità. Siamo consapevoli di cosa ci manca e stiamo lavorando con determinazione per migliorare».

Ha mai pensato a Frattesi come esterno destro a tutta fascia?

«No, non ci abbiamo mai pensato. Abbiamo fatto esperimenti con Carlos Augusto e Diouf. Frattesi lo vediamo più sotto punta, per sfruttare le sue qualità di inserimento. Per quel ruolo abbiamo preso Luis Henrique».

Calhanoglu è pronto per tornare titolare? E ci sarà continuità per Martinez in porta?

«Calhanoglu si è allenato con continuità ed è a disposizione per l’Atalanta. Pepo Martinez ci ha dato buoni segnali in Supercoppa e con il calendario fitto ci sarà modo di rivederlo».

Cosa vi portate dietro dall’esperienza di Riyadh?

«Non possiamo essere contenti per l’eliminazione, ma ho visto un secondo tempo contro il Bologna di grande qualità e intensità. Loro mettono in difficoltà chiunque. Ci è mancato qualcosa, perché con il solo possesso non sempre si vince. Non voglio togliere nulla a questa squadra, voglio aggiungere e fare le cose meglio».

Serve mettere qualcuno “spalle al muro” per ottenere qualcosa in più?

«Dentro lo spogliatoio ci si dice tutto in faccia, si fa autocritica e ci si assume responsabilità. Fuori non racconterò mai tutto per rispetto dei giocatori. Questo gruppo sta lavorando sodo, ha il coraggio di mettersi in gioco e di migliorare».

Aleksandar Stankovic sta brillando al Bruges: è sulla strada giusta per l’Inter?

«Sono felicissimo per lui. È un prodotto del nostro settore giovanile, è interista dentro. Ha avuto il coraggio di andare all’estero e lo stiamo seguendo con grande attenzione».

Allenare l’Inter, con tutta la pressione che comporta, la spaventa o la stimola?

«Mi stimola. Accetto critiche ed etichette, so chi sono e cosa porto. Ho una dignità che non è in vendita. Voglio costruire una squadra competitiva che lavori ogni giorno per migliorare e raggiungere gli obiettivi».

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