Di Biagio: «Ricevere apprezzamenti all’estero è più gratificante, mi dispiace non mi sia stata data la possibilità in Italia»
Alla Gazzetta il ct dell'Arabia Under 23: «L’Al-Hilal di Inzaghi potrebbe lottare per lo scudetto in Italia. La Nazionale araba è valida, merito anche di Mancini».

Db Genova 05/07/2020 - campionato di calcio serie A / Sampdoria-Spal / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Luigi Di Biagio
L’ex calciatore Luigi Di Biagio, grazie a Roberto Mancini, è sbarcato in Arabia Saudita, dove allena la nazionale under 23. Un estratto della sua intervista alla Gazzetta dello Sport.
L’intervista a Di Biagio
È davvero attrattivo il campionato locale?
«Almeno quattro squadre sono diventate competitive. Prendete l’Al-Hilal di Inzaghi: potrebbe lottare per lo scudetto in Italia. Nell’undici titolare è ormai all’altezza delle big europee».
La nazionale saudita dei grandi quanto vale?
«È valida. Si è qualificata al Mondiale, mi auguro possa superare il girone. Merito anche di Mancini, secondo in classifica quando è stato mandato via. Ora c’è Renard, con il quale c’è collaborazione: tanti nostri ragazzi si stanno affacciando alla nazionale maggiore».
Non è arrabbiato con il calcio italiano che non l’ha chiamata dopo l’esperienza in Figc?
«Per niente. Mi dispiace che non mi sia stata data un’opportunità ma non serbo rancore. Anzi, ricevere apprezzamenti all’estero è più gratificante. Per ora sono felice qua, ma sono pronto ad ascoltare offerte».
Come si esprime per farsi capire?
«Con l’interprete. Ma a volte bastano gli sguardi per intendersi: ho la percezione che i ragazzi abbiano voglia di imparare».
Cosa si può trasmettere a un Paese così lontano per cultura, anche calcistica?
«Bisogna intanto adattarsi alle abitudini locali. Capita spesso che nello spogliatoio un calciatore mi chieda di assentarsi per pregare. Comunque ciò che i giocatori sauditi devono assimilare è l’attenzione ai dettagli. In questo senso l’arrivo delle grandi star può alimentarne lo spirito di emulazione».











