Solo i giornalisti sono rimasti al cliché di Simeone, sono anni che l’Atletico Madrid non sa difendere (El Mundo)
Ha perso 3-1 in casa del Barcellona (primo gol alla Italiano, aggiungiamo noi). El Mundo si lamenta anche della qualità della Liga: ‘se Barça-Atletico è il nostro meglio, abbiamo un problema”

2021 archivio Image Sport / Atletico Madrid / Diego Simeone / foto Uefa/Image Sport
Solo i giornalisti parlano ancora del cliché di Simeone, sono anni che l’Atletico Madrid non sa difendere (El Mundo)
Applausi a scena aperta al Mundo e all’articolo di Iñako Díaz-Guerra su Barcellona-Atletico Madrid 3-1. Dice due cose, la seconda riguarda la qualità del campionato spagnolo. In Italia dicono che la Serie A sia ormai un livello inferiore. E adesso sta accadendo anche in Spagna. El Mundo fa una tirata dopo Barcellona-Atletico di ieri sera. Scrive che se questo è il massimo che la Liga possa offrire, allora vuol dire che c’è un problema. Il paragone è sempre con la ricchissima Premier League.
Ma soprattutto El Mundo svela una verità che rimane tale solo per chi non guarda le partite, e cioè che l’Atletico Madrid di Simeone non sa più difendere da anni. Lui non lo scrive ma ieri sera, dopo essere andati in vantaggio, i colchoneros hanno subito un gol assurdo, alla Italiano, con la difesa alta, si sono fatti infilare come un Bologna qualsiasi.
Della difesa dell’Atletico Madrid di Simeone è rimasto solo il cliché
Sono anni ormai che l’Atletico ha smesso di essere ciò che il cliché definisce come un “Atletico di Simeone”, ma non per questo si smette di ripetere il luogo comune nelle analisi e nei dibattiti. Non solo non è più una squadra conservatrice: è che, da tempo, non sa proprio difendere. A reggerlo, a fatica, sono Oblak e Giménez – quando è sano – ma il Cholo accumula da tempo approcci più coraggiosi, persino al Camp Nou. Resta il dubbio che lo faccia più per necessità che per convinzione perché, a volte, quando si ritrova in vantaggio, dimentica che l’attuale rosa, piena di risorse offensive, non vincerebbe nemmeno un duello contro quella di dieci anni fa e arretra dritta verso l’harakiri. È successo con l’Inter, fino al regalo del momentaneo pareggio, meno contro il Barça. (…) Dietro, l’Atletico è trasparente, quasi quanto quelli di Flick, che sono sopravvissuti solo perché Baena, Giuliano, Almada e Griezmann non hanno sfruttato i regali in un duello pieno di disastri difensivi, mentre Olmo e Ferran sì. Lì si è deciso un match che era da pareggio.

Il livello della Liga è basso
La partita, più divertente che bella, ha mostrato l’attuale livello della Liga spagnola. È basso. L’Atletico, che arrivava come la squadra più in forma, è in un processo di trasformazione e ha più talento che identità. Contro rivali importanti fatica a sentirsi alla pari quando, spesso, sarebbe superiore. Gli manca ancora un’ora di cottura e un socio per Barrios.
E il Barça, oggi più leader, vive grazie a tre calciatori straordinari. Ciò che li circonda, a eccezione di Joan García, è lontano da ciò che dovrebbe avere una squadra che ambisce a tutto. Particolarmente preoccupante è il suo centrocampo, per tanti anni il gioiello della corona. Se volete dirmi che mancava De Jong, diciamo pure che la vostra opinione sull’olandese e la mia sono molto diverse. Non è un caso ciò che sta accadendo in Champions. A parte la miracolosa vittoria blaugrana a Newcastle, le squadre della Liga hanno giocato otto partite contro la Premier e le hanno perse tutte, con un totale di 18-2. Sono due universi diversi e, mentre quello britannico si espande, il nostro minaccia di avviarsi verso la disfatta. Nessuna delle tre grandi spagnole sembra in grado di competere presto con i giganti inglesi e questo Barça-Atleti ne è stata una buona prova. Entrambe sono lontane da ciò che erano.











