Liverpool più solo che mai: figuracce una dopo l’altra, i tifosi non ne possono più
1-4 contro il Psv. I tifosi olandesi deridono i Reds prima del fischio finale e ad Anfield cala la processione. Nessuno crede più nella squadra.

Cm Milano 17/09/2024 - Champions League / Milan-Liverpool / foto Cristiano Mazzi/Image Sport nella foto: Arne Slot
Il Liverpool non è più lo stesso. Campione d’Inghilterra in carica, ha subito ieri una clamorosa umiliazione in Champions League, perdendo 4-1 in casa contro il Psv Eindhoven (non male, gli olandesi, che hanno battuto anche il Napoli 6-1). Per i Reds si tratta della nona sconfitta nelle ultime dodici partite, una serie negativa che non si vedeva dal 1953 e che ha immediatamente riacceso il dibattito sul futuro del tecnico Arne Slot, che però al momento non sembra essere a rischio esonero.
Per festeggiare i venti campionati vinti, il Liverpool ha speso circa 480 milioni e ha effettuato un discreto calciomercato, acquistando Alexander Isak, Florian Wirtz, Hugo Ekitike, Milos Kerkez, Jeremie Frimpong, Giovanni Leoni e altri.
Dal 27 settembre le prestazioni sono davvero deludenti e la squadra occupa posizioni penose in Premier League e in Champions (12° e 13°). Da ricordare solo pochi successi contro Aston Villa, Real Madrid ed Eintracht Francoforte; il resto della stagione è stato fin troppo scoraggiante.
Crisi in casa Liverpool
Il famoso coro “You’ll never walk alone” sembra soltanto un vago ricordo di una vecchia epoca, di una vecchia tradizione che, in realtà, fino all’anno scorso ardeva forte ancora.
Ora il Liverpool è più solo che mai, forse non lo è mai stato così tanto. È incredibile come i tifosi se ne stiano scocciando, ma come dar loro torto? Contro il Psv, ad esempio, la massima umiliazione per il Liverpool e i suoi sostenitori sono stati i cori di scherno dei tifosi olandesi, che agitavano le mani e salutavano il popolo Reds mentre abbandonava mestamente lo stadio, prima ancora che la partita di Champions League finisse. All’85°, il risultato era già 3-1 per gli ospiti, e la processione sulle gradinate di Anfield Road era iniziata da tempo. Nessuno crede più che la squadra di Arne Slot possa scuotersi e rimontare, e l’atmosfera è davvero deprimente.
Ripetiamo: era dal 1953 che il Liverpool non incappava in una serie così negativa. Attualmente è 13° in classifica nel girone di Champions League e, secondo le proiezioni, difficilmente riuscirà a rientrare tra le prime 8 squadre che accedono direttamente agli ottavi. In Premier League, invece, la squadra occupa il 12° posto, con 6 sconfitte nelle ultime 7 partite, e l’andamento attuale disegna scenari decisamente foschi.
9 – Liverpool have lost nine of their last 12 games across all competitions, their most defeats over a 12-game spell since November 1953 to January 1954 (also 9). Dire. pic.twitter.com/LuwP3OHEvP
— OptaJoe (@OptaJoe) November 26, 2025
Quindi, forse non è così scontato – e neanche così polemico – parlare di mandare Slot a casa.
In caduta libera dopo una campagna acquisti da quasi 500 milioni
Cosa è successo? Il sogno bellissimo della scorsa stagione, scandito dalla superiorità schiacciante in Premier League e da una prima porzione di Champions esaltante (il Liverpool chiuse in testa con 7 vittorie e 1 sconfitta) è svanito. Di quelle esperienza resta solo un ricordo agrodolce, considerato cosa sta accadendo ora. Il Liverpool è in caduta libera e sta attraversando una delle crisi più gravi e profonde della sua storia.
Il fatto che capiti dopo una campagna acquisti faraonica rende tutto ancora più complicato: per rinforzare la squadra sono stati spesi circa 500 milioni di euro, 480 per la precisione. E tutti investiti per acquistare sette calciatori: Alexander Isak (144 milioni di euro), Florian Wirtz (125 milioni di euro), Hugo Ekitike (95 milioni di euro), Milos Kerkez (46,9 milioni di euro), Jeremie Frimpong (40 milioni di euro), Giovanni Leoni (31 milioni di euro), Freddie Woodman (quest’ultimo giunto a parametro zero).
Non si possono mica mandare tutti via, no?










