Conte cambia mille vestiti al Napoli ma l’anima è sempre la stessa (Corsport)

Contro il Qarabag l'ennesima novità da Conte illusionista, l'allenatore che fa di necessità virtù e quindi passa dalla difesa a tre a quella a quattro. Lo fece anche l'anno scorso

Conte Napoli

Db Monza 19/04/2025 - campionato di calcio serie A / Monza-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Antonio Conte

Conte cambia mille vestiti al Napoli ma l’anima è sempre la stessa (Corsport)

Conte mille moduli, scrive il Corriere dello Sport che con Fabio Tarantino evidenzia il cambio di modulo nel corso di Napoli-Qarabag, con il passaggio dal 3-4-2-1 al 4-2-3-1. Anche lo scorso anno, ricorda il quotidiano, Conte aveva fatto di necessità virtù e di fronte alle varie esigenze dettate anche da assenze e lacune in rosa, aveva risposto cambiando spesso abito tattico. Senza mai intaccare l’anima del suo Napoli.

Scrive il Corsport:

Contro il Qarabag l’ennesima novità da Conte illusionista, l’allenatore che per far di necessità virtù, nel bel mezzo dell’emergenza, si mette a fare il ritratto del Napoli rendendolo uguale a ciò che può essere con quello che ha a disposizione. Così, dopo il 3-4-2-1 tornato più di un anno dopo contro l’Atalanta e riproposto dall’inizio martedì in Champions contro il Qarabag, Conte ha deciso che era arrivato già il momento di cambiare: con il risultato ancora fermo sullo 0-0, al minuto diciannove della ripresa, ha tolto un difensore, Beukema, e ha inserito un esterno, Politano, riscrivendo la storia tattica della partita.

Il Napoli è così passato dalla difesa a tre al 4-2-3-1 (che in fase passiva diventava 4-4-2) con Neres più vicino a Hojlund, con Politano a destra e Lang a sinistra, con Di Lorenzo e Olivera più bassi come terzini, con la coppia Lobotka-McTominay blindata in mezzo la campo e con quella formata da Rrahmani e Buongiorno restituita alla classica linea a quattro, quella dello scudetto. Una sola mossa, decisiva, per accelerare e vincerla con due gol, una traversa e altre prodezze del portiere avversario.

C’è una morale ed è banale: nel calcio, più dei moduli che sono cifre su carta, contano i princìpi di gioco, i meccanismi collaudati, l’intesa tra i giocatori che si conoscono e si proteggono. Però bisogna saper muovere le pedine, bisogna saper essere Conte. 

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