Conte, a tradirlo sono i suoi fedeli giocatori (Corsera)
La sconfitta a Bologna certifica tutti i malesseri degli azzurri e mette a nudo Antonio Conte che ha la preoccupazione di non avere più il comando della situazione

Dc Napoli 05/10/2025 - campionato di calcio serie A / Napoli-Genoa / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Antonio Conte
Conte, a tradirlo sono i suoi fedeli giocatori (Corsera)
La netta sconfitta del Napoli a Bologna e soprattutto – ancora una volta – le parole amare di Antonio Conte a fine partita a certificare la crisi della squadra. Ne scrive il Corriere della Sera con Monica Scozzafava:
Dominato tatticamente, a secco di idee e di energie. Il Napoli sconfitto a Bologna (la squadra di Italiano legittima le aspirazioni d’alta classifica) certifica tutti i malesseri degli azzurri e, soprattutto, mette finalmente a nudo Antonio Conte. Il comandante si svela, per una volta non si piega alle ragioni di opportunità, non vola alla ricerca di pseudogiustificazioni, non protegge nessuno (neanche se stesso) non alza la voce per spaventare i nemici. Non ne ha. A tradirlo sono i suoi fedeli giocatori («non vedo entusiasmo, non vedo energia») o forse un suo eccesso di sicurezza nella gestione dello spogliatoio.
L’amarezza è doppia, come la preoccupazione di non avere più il comando della situazione. Tanto vale, allora, liberarlo questo grido di allarme: la tutela della squadra, lo scudo che ha indossato finora è diventato cartapesta di fronte all’ennesima mortificazione, la quinta sconfitta della stagione.
Conte: «Alcune situazioni erano state affrontate col gruppo storico 20 giorni fa, non è servito»
Antonio Conte è un fiume in piena nella conferenza stampa dopo la sconfitta del Napoli contro il Bologna. L’allenatore, visibilmente amareggiato, smette di difendere i suoi ragazzi come ha fatto fino ad ora e comincia a tirare fuori i problemi
«Non posso non essere preoccupato perché 5 sconfitte da inizio anno sono troppe e soprattuto per una squadra che è stata etichettata come quella che doveva ammazzare il campionato. Quello su cui dobbiamo riflettere e che quando perdi non è mai un caso, significa che c’è qualcosa di reiterato che ho cercato di affrontare 20 giorni fa cercando di trasferire il mio pensiero ai più vecchi. Voglio fare i complimenti al Bologna per l’energia per l’entusiasmo e per il cuore che ci hanno messo, ci hanno battuto su tutto. Noi dobbiamo pensare a cercare di affrontare seriamente alcune situazione e cercare di risolvere se si riesce. Alcune situazioni erano state affrontate col gruppo storico 20 giorni fa, preoccupazioni che continuo a manifestare perché nel calcio il compitino e preparare la partita non basta. Ci vuole passione e cuore, cosa che ha messo il Bologna. Mi dispiace dover tirare fuori scheletri del passato, dopo aver vinto lo scudetto il decimo posto, però dobbiamo veramente riflettere. Parlerò anche con il club che però già sapeva cosa stavo percependo. Non c’è la voglia di combattere tutti insieme che c’era l’anno scorso. Sono cose che non so se riusciremo a cambiarle. Quando si parla di campo è un discorso, ma quando vedi altre cose significa che non to facendo un buon lavoro perché non sto entrando nelle teste dei calciatori ed è giusto che anche il club lo sappia e già lo sa. Non c’è da accompagnare un morto, io morti non ne voglio accompagnare, se abbiamo voglia tutti insieme, bene altrimenti sono il primo a prendermi delle responsabilità. Siamo ancora in tempo per cambiare il trend. Ci sono delle volte in cui posso proteggerli, ma adesso non posso. Non posso proteggere me che sono il primo responsabile. Quando subentrano delle dinamiche extra calcistiche è più difficile. Quando vai nella testa del calciatore sono cavoli amari e io non sto facendo un buon lavoro»











