L’Nba al femminile è in crescita ma gli uomini guadagnano fino a 200 volte in più (El Pais)
Le cestiste vogliono maggiore partecipazione agli utili, voli privati, maternità ed il miglioramento della classe arbitrale

Db Milano 29/03/2022 - basket Eurolega / AX Armani Exchange Olimpia Milano-Fc Bayern Munich / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: pallone
La WNba, l’Nba al femminile, ha appena incoronato le Las Vegas Aces dopo un’altra stagione di crescita del campionato, con presenze record nelle arene e le migliori statistiche di pubblico per una finale dalla fondazione della lega nel 1997. La squadra del Nevada ha accumulato tre anelli in quattro stagioni, e il fascino della sua stella, il centro americano A’ja Wilson, quattro volte Mvp della stagione regolare è sempre più splendente. Ma le Finals sono state segnate dalla aperta controversia sindacale tra le giocatrici e l’organizzazione cestistica femminile. El Pais affronta l’argomento
Lo stipendio Nba è 200 volte superiore rispetto alle donne
“La scadenza per concordare un nuovo contratto collettivo di lavoro per le giocatrici scade a fine ottobre. Il mancato raggiungimento di un accordo potrebbe portare a un lockout nel momento di massimo splendore del basket femminile professionistico negli Stati Uniti. L’anno prossimo ci saranno due nuove franchigie. Si prevede che entro il 2030 ce ne saranno 18, rispetto alle 13 squadre attuali. Il principale ostacolo alle trattative, ovviamente, è di natura economica. Attualmente, lo stipendio massimo nella WNba è di 250.000 dollari, mentre nella Nba è 200 volte superiore. Ma le giocatrici non chiedono la luna e concentrano le loro richieste sulla percentuale di fatturato condivisa tra loro e la dirigenza”.
Le giocatrici vogliono un maggior margine sugli utili del campionato
“La richiesta principale delle giocatrici professioniste della WNba non è quella di essere pagate quanto le loro controparti Nba, ma di avere contratti equivalenti in un’area chiave: la condivisione dei ricavi tra lega, proprietari di franchigie e giocatrici. Nella Nba, gran parte dello stipendio di ogni atleta è legata ai ricavi del basket (Bri): vendita dei biglietti, diritti televisivi e merchandising. Sebbene i dati definitivi per il 2025 siano ancora in sospeso, lo scorso anno la Wnba ha registrato un aumento del 48% delle presenze negli stadi, del 170% del pubblico – con una media di 1,2 milioni di spettatori – e del 600% nelle vendite di merchandising.
Per contratto, I giocatori Nba guadagnano quasi il 50% del Bri, mentre alle colleghe della Wnba non è nemmeno garantita questa fonte di reddito. Gli ultimi calcoli non ufficiali indicano che la loro quota sia scesa dall’11% al 7% tra il 2021 e il 2025, nonostante i ricavi complessivi dello sport femminile siano raddoppiati nello stesso periodo. Altre richieste includono l’inserimento dei voli privati nei contratti – attualmente garantiti solo da una concessione temporanea di due anni – maggiori tutele per la maternità e un miglioramento del sistema arbitrale, da tempo al centro delle polemiche”.
Le giocatrici accusano il sindacato di non fare abbastanza
La controversia nella Wnba è diventata anche personale. Esplosa dopo le accuse di Napheesa Collier, stella dei Minnesota Lynx, che ha puntato il dito contro la commissaria Cathy Engelbert. L’ha accusata di ignorare le difficili condizioni salariali delle giocatrici e di voler «zittire» le proteste con multe. Engelbert ha negato, sostenendo che grazie alla sua gestione sono stati raggiunti importanti risultati. Gran parte delle atlete ha appoggiato Collier, mentre il commissario Nba Adam Silver ha riconosciuto la necessità di un dialogo per risolvere tensioni che vanno oltre l’aspetto economico. Il contratto collettivo scade il 31 ottobre.