L’Uci: “Israele-Premier Tech è benvenuta nel ciclismo”, ma il Giro dell’Emilia li esclude per motivi di sicurezza

Scrive l'Unione ciclistica internazionale: «Bisogna unire le persone, con la pace come obiettivo. E la pace non si ottiene escludendo le persone». L'Emilia non la pensa così

Vuelta

Pro-Palestinians protestors invade the street during the 21st and last stage of the Vuelta a Espana 2025, a 101 km race between Alalpardo and Madrid, near Atocha station in Madrid on September 14, 2025. The authorities have ramped up security for the Vuelta's final stage in Madrid, which was slightly shortened and will see 1,100 police officers deploy in the Spanish capital. (Photo by Pierre-Philippe MARCOU / AFP)

La formazione di Israele, Israel-Premier Tech non prenderà parte all’edizione numero 108 del Giro dell’Emilia, in programma il 4 ottobre con partenza da Bologna. La decisione è stata ufficializzata dagli organizzatori dopo giorni di tensioni e polemiche legate alla presenza del team israeliano, più volte contestato in occasione di altre gare internazionali. Nei giorni scorsi alcuni centri sociali bolognesi avevano annunciato manifestazioni di protesta qualora la squadra fosse stata al via. A queste prese di posizione si è aggiunto l’appello del Comune di Bologna, che attraverso l’assessora allo sport Roberta Li Calzi aveva chiesto l’esclusione della formazione, ricordando come già alla Vuelta di Spagna la Israel-Premier Tech fosse stata al centro di contestazioni di piazza.

L’annuncio degli organizzatori di escludere il team di Israele

Di fronte a un simile scenario, il GS Emilia – società organizzatrice – ha optato per una scelta drastica. «Purtroppo non sarà presente alla nostra gara» ha spiegato il presidente Adriano Amici, sottolineando che la decisione è stata presa “per motivi di sicurezza pubblica”, dopo aver consultato Prefettura e Questura.

Il rischio, spiegano gli organizzatori, era amplificato dalla conformazione del percorso, con il circuito finale ripetuto più volte e quindi facilmente esposto a contestazioni. Una valutazione condivisa anche con il team israeliano, che ha accettato l’esclusioneLa vicenda non riguarda solo l’aspetto sportivo. Negli ultimi mesi sponsor e partner della squadra avevano chiesto un ripensamento sul nome, proponendo di rimuovere il termine “Israel” per ridurre la connotazione politica. Il proprietario Sylvan Adams non ha però finora accolto queste richieste, ribadendo l’identità del progetto.

L’Uci non espelle i corridori israeliani

L’Unione Ciclistica Internazionale (Uci) non squalifica i ciclisti israeliani. Lo ha annunciato il presidente David Lappartient durante i Campionati del Mondo in Ruanda. Nel calcio, la Uefa valuterà la possibilità di squalificare le squadre israeliane la prossima settimana. Nel ciclismo, i ciclisti rimarranno benvenuti. “Lo sport non è una punizione”, afferma il presidente dell’Uci David Lappartient. “Si tratta di unire le persone, con la pace come obiettivo. E la pace non si ottiene escludendo le persone”. “Quindi sì, i corridori israeliani sono benvenuti. Così come gli atleti palestinesi e tutti gli altri atleti provenienti da tutto il mondo.” Tuttavia, non ci saranno quasi corridori israeliani ai Campionati del Mondo. Nadav Raisberg (24) sarà l’unico al via domenica. Israele non ha partecipanti alla gara femminile. Il caso apre interrogativi più ampi sul rapporto tra sport e geopolitica. Se da un lato l’Uci ha ribadito che i corridori israeliani restano i benvenuti nelle competizioni internazionali, dall’altro cresce il dibattito su quanto le tensioni internazionali possano condizionare la regolare disputa delle gare.

Per ora, il Giro dell’Emilia dovrà fare a meno di una squadra che da tempo è al centro delle cronache non solo per i risultati sportivi, ma anche per le polemiche che inevitabilmente la accompagnano.

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