Márquez: «Meglio io o Valentino Rossi? E’ come paragonare Messi e Maradona, epoche diverse»

Ad As: "Eguagliare il suo record è un onore, ho investito un anno per prendermi la Ducati, la moto migliore"

Marc Marquez

Mugello 22/06/2025 - gara Motogp / foto Psnewz/Image Sport nella foto: Marc Marquez

Marc Márquez potrebbe vincere uno scontatissimo Mondiale questo weekend in Giappone. Gli basterà prendere tre punti in più del fratello Álex. Sono settimane, mesi, che quel titolo è suo per manifesta inferiorità dei rivali. Intanto lui fa il finto modesto nelle interviste. “Non dirò mai che sono il migliore, perché credo che ogni pilota abbia avuto la sua epoca – dice ad As – È molto difficile dire se uno sia migliore di un altro. Poi, quando qualcuno si ritira, i numeri ti dicono chi è il migliore. I numeri non mentono. Le parole sono portate via dal vento, ma i numeri non mentono, e vedi dove sei. Ci sono piloti che non hanno mai gareggiato l’uno contro l’altro, e non è chiaro chi sia più veloce, perché ognuno ha avuto la sua epoca, le sue difficoltà, i suoi infortuni e i suoi momenti”.

“Puoi raccontare alle generazioni future che c’era un pilota con un infortunio che lo ha quasi ucciso, ma loro non l’hanno vissuto. È come il dibattito che abbiamo io e te tra Maradona e Messi. Tu hai vissuto entrambi, ma io ho vissuto solo Messi, ed è per questo che penso che sia migliore di Maradona, di cui ho sentito parlare e visto video. Le carriere degli atleti, purtroppo, non sono fatte solo di numeri, ma anche di momenti, infortuni, adattabilità ed emozioni”.

“Ho investito un anno per ottenere la moto migliore in griglia, che era la Ducati, anche se era una 23, e da lì capisci se sei all’altezza del compito o meno. Se lo fossi stato, avrei continuato; altrimenti mi sarei fermato, perché non sono un pilota che riempie la griglia”.

L’elefante nella stanza, quando si parla di “migliore” è ovviamente il nemico Valentino Rossi. Eguagliare Valentino Rossi è un onore. Ho sempre detto che, quando guardavo le gare, i miei idoli erano Valentino Rossi e Dani Pedrosa. Erano due che ammiravo e da cui ero ipnotizzato. Come riferimento mi sono sempre concentrato di più su Pedrosa, per la sua altezza, perché da piccolo assomigliavo di più a Dani e volevo essere come lui, ma eguagliare Rossi… È uno dei grandi nomi, come quando ho eguagliato Agostini o Nieto in altri modi. Vedi nomi intorno a te a cui è difficile credere”.

“Tornare dall’operazione era diventata un’ossessione, nel senso che, se non fosse stata un’ossessione, non sarei tornato. Era un’ossessione quotidiana. Mi svegliavo ogni giorno pensando alla guarigione. Questa è un’ossessione. Non mi sveglierò ogni giorno pensando a come vincere il decimo titolo”.

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