Io odio l’Inter
non la Juventus

Vabbè io sono bastian contrario, ormai è noto no? Ma posso dire una cosa? Io proprio non lo capisco tutto questo fervore anti-juventino. O meglio, capisco quello di mia madre, capivo quello di mio nonno, capisco quello di mio cognato. Loro sono figli di un’altra epoca, la Juventus era la squadra del padrone, quella che […]

Vabbè io sono bastian contrario, ormai è noto no? Ma posso dire una cosa? Io proprio non lo capisco tutto questo fervore anti-juventino. O meglio, capisco quello di mia madre, capivo quello di mio nonno, capisco quello di mio cognato. Loro sono figli di un’altra epoca, la Juventus era la squadra del padrone, quella che ci ha inflitto la sconfitta più bruciante con quel tiretto di core’ngrato (alcuni sostengono che Altafini provò a non segnare, ma la palla gliela rimisero sul piede e allora lui proprio non potette esimersi).
Ma io sono di un’altra generazione. Classe ‘70, grazie a lui la Juventus l’ho vista martoriata, colpita, agonizzante, derisa, in lacrime che supplicava pietà. Insomma, gliene abbiamo dati cinque a Torino (con Careca che pose fine alla carriera di Brio), cinque a Napoli in una SuperCoppa d’Italia dove fecero segnare persino il lungagnone Silenzi, le segnammo su punizione nell’area di rigore, gliene rifilammo tre in rimonta con Diego che aveva un occhio nero. E, soprattutto, li facemmo fuori dalla Coppa Uefa all’ultimo minuto del secondo tempo supplementare, quando all’inizio di quel match annullarono un gol regolare a Laudrup. Per me è finita lì. Poi, come se non bastasse, ho intossicato loro la Pasqua persino quando andammo in B con un gol di Protti all’ultimo minuto; per non parlare della rimonta dello scorso anno a Torino. Insomma, voglio quasi bene agli juventini. Perché li ho mortificati. Altrimenti quando mi riscatterò? Se gli operai conquistano la fabbrica e fanno fuori il padrone, poi devono comportarsi di conseguenza, altrimenti saranno subalterni a vita. Ecco, questo mi sembrate, subalterni a vita nei confronti di una squadra che abbiamo battuto spesso e volentieri.
Non altrettanto, invece, si può dire dell’Internazionale. Quante ce ne hanno rubate. Ricordo i racconti di mio nonno e dei miei zii sulla famosa espulsione di Sivori da San Siro. Io coi miei occhi e le mie orecchie non dimenticherò mai la gamba rotta di Buriani (ad opera di Mandorlini), i rigori inventati, i calci di punizione battuti a oltranza, il gol ingiustamente annullato ad Alemao. Sì, vincemmo nel ’94 con Cruz e autorete di Jonk, ma è roba buona per le statistiche. E io sulle statistiche (materia che ho amato visceralmente) la penso come Trilussa. Io voglio male al mio nemico, io odio chi mi fa male, non una leggenda che si tramanda di generazione in generazione. La mia generazione la Juventus l’ha umiliata. L’Inter no. Io odio l’Inter (anche se mio padre ne è tifoso), con quel falso buonismo che la contraddistingue. Per non parlare del Milan, la Juventus della mia generazione. Ciao ciao.
Massimiliano Gallo

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