La faccia come il cu…ore. Ora è Allegri che è cambiato, non loro che dicevano castronerie

Lo spettacolo d'arte varia di uomini che per anni hanno lanciato palate di letame su Allegri e ora non sanno come arrampicarsi sugli specchi

Allegri

Ci Lecce 29/08/2025 - campionato di calcio serie A / Lecce-Milan / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Massimiliano Allegri

La faccia come il cu…ore. Ora è Allegri che è cambiato, non loro che dicevano castronerie

Calcio propositivo. Giochismo. Presto qualcuno estrarrà “calcio proattivo” e altre di quelle menate che ahinoi avviliscono la narrazione del pallone. È lo spettacolo di arte varia di uomini che per anni hanno lanciato palate di letame su Massimiliano Allegri allenatore superato, finito, grottesco, non si è aggiornato, non ha studiato (frase cult dei capiscer) eccetera eccetera. Siamo onesti, a tutti può capitare di essere smentito dalla realtà. Certo è tosta dopo aver trascorso anni e anni a impallinare un allenatore. Più di qualcuno ne ha fatto lo sport personale, anche perché criticare il livornese ha sempre contribuito ad aumentare la propria visibilità. Diciamo che ha aiutato a fare carriera a diventare personaggio. Parlare di Allegri ha sempre portato audience, like, quella roba lì.

Torniamo all’essere smentiti dalla realtà. Quando accade, si può reagire in tanti modi. Si può far finta di niente. Si può fischiettare con le mani dietro la schiena e provare a dissimulare. I più onesti intellettualmente potrebbero persino ammettere di aver propinato per anni un cumulo di sciocchezze. Ma non osiamo chiedere tanto. Verrebbe meno l’impalcatura di una vita (per richiamare Noodles col senatore Bailey). Ci si può comportare in mille modi. Loro, ovviamente, sono andati oltre ogni immaginazione. E hanno creati una nuova dimensione. Tenetevi forte. Non sono loro ad aver raccontato per anni una realtà inesistente. No. È Allegri che è cambiato. È Allegri che è approdato sulle loro posizioni. È semplicemente meraviglioso. Adesso Acciughina propone calcio. Il prossimo passaggio sarà: “dovrebbe ringraziarci, se ci avesse ascoltato prima…”.

Purtroppo viviamo tempi in cui Allegri – allenatore enorme – viene trattato alla stregua di un povero rimbambito, di un vecchietto ai giardinetti. Bisogna resistere. Peraltro sapendo che sarà sempre peggio. Tant’è.

Intanto leggiamo oggi dalla Gazzetta:

“Per la prima volta però il Milan ha espresso un gioco all’altezza del suo giocatore più titolato ed è questa la novità. Se Massimiliano Allegri ritorna giochista… Perché sì, c’è stato un tempo, tra Cagliari e Sassuolo, e poi qua e là nelle prime volte allegriane al Milan e alla Juve, ci sono stati anni, si diceva, in cui la critica aveva arruolato Allegri nella brigata degli allenatori votati alla grazia”.

In quel tempo – aggiungiamo – tra Cagliari e Sassuolo, avrà vinto a stento qualche partita. Ciononostante nel 2009 Allegri vinse la panchina d’oro, a Cagliari: non per trofei vinti ma perché – usando il linguaggio contemporaneo – giocava un calcio evoluto. 2009.

Adani evidentemente non lo ricorda. Il principe degli anti-allegriani ieri sera in un video ha provato a vincere il record mondiale di giravolta della frittata (ci è andato vicino): 

«Un calcio di proposta, un calcio di pressione, di dominio, attrattivo. Un calcio che proprio per questo rivela il merito, e sul merito non c’è conflitto. Su questo gioco siamo tutti d’accordo, sull’attrattiva tecnica tutti ci leghiamo, tutti ci divertiamo e tutti constatiamo che chi è in panchina sceglie in maniera vincente. Con protagonismo… (…) Vengono i gol, viene il gioco e viene fuori lo spettacolo. Io ci ho creduto dal primo giorno. Ma di cinque anni fa… ho aspettato. E adesso chi sono i primi ad essere contenti? I tifosi della squadra allenata da Allegri ma soprattutto gli sportivi, chi ama il calcio, lo rispetta e da sempre con libertà e obiettività hanno combattuto chi voleva far passare per buono un messaggio non buono. Vince il gioco, vince il calcio: nel merito non c’è conflitto».

È il bello della dialettica. Lui, Max, se la ride. Sa benissimo che al prima scivolone ricompariranno i forconi, come dopo la sconfitta in casa con la Cremonese alla prima giornata. Ne sa troppo di football e della vita per perdere tempo con queste quisquilie. Del resto chi più di lui sa che esistono le categorie.

Chiudiamo col tweet di Giovanni Capuano che riassume perfettamente il circo Barnum:

Che tenerezza quelli che si stanno riposizionando rapidamente sul carro di #Allegri dopo avergli dato del finito per due anni…

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