Gaudenzi respinge le critiche ai Masters 1000 allungati: «Saranno la pietra angolare del cambiamento»
Il presidente dell'Atp li definisce come parte di una strategia volta a migliorare il tennis in generale. E contrattacca: «Piuttosto i tennisti evitino di rincorrere solo ingaggi facili». Si riferisce a quelli degli sponsor nei 500 e nei 250

Torino 20/11/2022 - tennis Atp / foto Imago/Image Sport nella foto: Andrea Gaudenzi ONLY ITALY
Nelle ultime settimane – e specialmente nelle ultime ore, dopo il malessere accusato da Jannik Sinner a Cincinnati – è tornato d’attualità nel tennis il tema del calendario troppo fitto di impegni. In questo contesto, uno dei temi più accesi è sicuramente il formato Masters 1000, che dallo scorso anno si è rinnovato allungando la durata dei tornei da 7 a 10/12 giorni. Una differenza sostanziale, che ha attirato le critiche di appassionati ed addetti ai lavori. Ma soprattutto degli stessi giocatori, sempre più stravolti dagli impegni (complice anche l’intensità che il gioco moderno richiede) e sempre più vittime di infortuni o affaticamenti.
Le polemiche, tuttavia, non sembrerebbero aver suscitato particolari riflessioni tra i vertici del tennis internazionale. Anzi, proprio il presidente dell’Atp, Andrea Gaudenzi, ci ha tenuto a difendere la novità tramite i canali ufficiali del circuito maggiore.
Gaudenzi e il nuovo format dei Masters 1000
L’ex tennista italiano ha spiegato che il nuovo format dei “Mille” rappresenta parte di una strategia volta a migliorare le condizioni del tennis in generale: «È vero, si passa più tempo negli impianti, ma si sbloccano anche nuove potenzialità economiche necessarie all’evoluzione del circuito. Abbiamo allargato la pensione giocatori da 165 a 300 beneficiari e raddoppiato i prize money dei Challenger dal 2022. Tutto questo grazie ai grandi eventi, con tabelloni ampliati e sessioni aggiuntive. Bisogna dare a questo modello 5 o 10 anni: i Masters cresceranno in modo esponenziale e guarderemo a questa riforma come la pietra angolare del cambiamento».
E in quanto al calendario: «La stagione è lunga e complessa. Non possiamo costruirlo pensando a un solo gruppo di giocatori. Vogliamo estendere la pre-stagione perché un riposo adeguato fa bene a tutti, ma servono accordi con tornei e istituzioni. Inoltre, i tennisti hanno un aspetto unico: scelgono il proprio percorso. Con questa libertà viene anche la responsabilità di sapere quando spingere e quando fermarsi».
Il problema, è che la maggior parte dei grandi tornei sono obbligatori: «Non credo sia eccessivo avere otto Masters obbligatori. Sono la colonna vertebrale della stagione e generano prize money record, bonus e redistribuzione delle entrate. Quando i migliori giocano, i fan rispondono, gli sponsor investono e lo sport cresce. Su questo non possiamo transigere». Gaudenzi, al contrario, ha lanciato un monito ai giocatori riguardo ai contratti milionari offerti da tornei Atp 500 e 250: «Capisco l’attrattiva, ma quei soldi non sempre si allineano con il meglio per la carriera o la classifica. L’espansione dei Masters aggiunge circa 15 giorni di presenza ai tornei: serve disciplina nel selezionare il resto del calendario, evitando di rincorrere solo ingaggi facili».
Infine, ha concluso ribadendo: «Serve pensare a lungo termine. Con i Masters 1000 forti e sostenibili, il tennis avrà basi solide per il futuro».