In Spagna il Fair play finanziario funziona davvero: se non puoi spendere, non compri

Semplice. Lo riporta As. "Questo ha costretto squadre come il Barcellona a ricorrere a entrate straordinarie o tagli per competere ad armi pari". In Italia ancora non si spiegano certi debiti di molte squadre

Tebas la liga negreira Superlega, olmo fair play finanziario

The president of Spanish Liga Javier Tebas is pictured during an AFP interview in Madrid on October 21, 2020. (Photo by PIERRE-PHILIPPE MARCOU / AFP)

Chissà in Italia come funziona realmente il Fair Play finanziario. Lotito stesso ha detto chiaramente qualche giorno fa che «molte squadre non potrebbero neanche iscriversi per i debiti che hanno» facendo riferimento a più di un club. Il Napoli di certo non è tra questi. Diario As segnala che invece la Spagna è altro mondo. Continua ad agire con un’identità propria e a punire seriamente i club al di là del nome (il più “punito” forse è proprio il Barcellona d’altronde ndr). Si tratta di un fair play ex post, che funziona al contrario: ovvero non puoi tesserare giocatori se prima non mi dimostri quanto puoi spendere. E non vai oltre di un centesimo.

Il Fair Play finanziario in Spagna opera al contrario rispetto alla Uefa (As)

Scrive così Diario As:

“Il Fair Play finanziario (Ffp) è un insieme di regole pensate per garantire che i club non spendano più di quanto guadagnino. le sue origini risalgono al 2011, quando la Uefa decise di imporre limiti alle spese eccessive delle squadre partecipanti alle competizioni europee. L’obiettivo era chiaro: impedire che il calcio diventasse uno sport dominato da fortune illimitate […]

In Spagna, il Fair Play finanziario assume una forma ancora più esigente: a differenza del modello Uefa, che opera ex post, il controllo spagnolo viene effettuato prima dell’inizio della competizione, a scopo preventivo. Questo sistema riguarda tutte le squadre di prima e seconda divisione e si basa su un principio molto chiaro: nessun club può spendere più di quanto guadagna. Per raggiungere questo obiettivo, la Liga calcola un limite di costo personalizzato per la rosa (Sccl) per ogni entità, tenendo conto dei ricavi previsti e sottraendo le spese strutturali e il pagamento del debito.

Se tale limite viene superato, il club non può tesserare nuovi giocatori. Questo ha costretto squadre come il Barcellona a ricorrere a entrate straordinarie o tagli per competere ad armi pari. Casi come quello del Barcellona, che ha dovuto attivare le “leve economiche” per tesserare giocatori come Dani Olmo o Pau Víctor, hanno dimostrato la pressione che queste normative esercitano sulla programmazione sportiva. Uno degli aspetti meno noti del Fair Play finanziario è che non tutte le spese sono considerate ammissibili. […] Le conseguenze per la violazione del Fair Play finanziario possono essere gravi. La Uefa e la Liga prevedono una serie di sanzioni progressive, che vanno da semplici ammonimenti all’esclusione dalle competizioni. tra queste, figurano:

  • avvertenze e sanzioni finanziarie

  • divieto di registrazione di nuovi giocatori

  • ritenuta d’acconto sul reddito

  • riduzione dei punti in campionato

  • limitazioni al numero di partecipanti registrati

  • esclusione dalle competizioni europee

  • in casi estremi, il ritiro dei titoli (anche se questo non è mai stato applicato)”

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