Calcagno (associazione calciatori): «il sindacato giocatori è in causa con la Fifa per il Mondiale per Club» 

A Radio Crc: «Non ci si allena più. La settimana come l’ha fatta il Napoli quest’anno è stata fondamentale per la vittoria dello scudetto. Preparare una partita alla settimana aiuta tantissimo»

Infantino Il Mondiale per club Fifa calendario affollato israele

FIFA President Gianni Infantino delivers closing remarks during the 74th FIFA Congress in Bangkok on May 17, 2024. The 74th FIFA Congress is taking place in Bangkok with member associations voting on a range of issues including confirmation of the host nation or nations for the 2027 women's football World Cup. (Photo by Manan VATSYAYANA / AFP)

Il presidente dell’Aic (Associazione Italiana Calciatori), Umberto Calcagno, è intervenuto quest’oggi su Crc, radio partner del Napoli, nel corso della trasmissione “A Pranzo con Chiariello” per parlare di alcuni temi attuali. Tra questi la sempre più crescente protesta dei giocatori con la Fifa per l’alto numero di partite disputate. A seguire le sue principali parole.

La denuncia di Calcagno: «Si giocano troppe partite»

«Troppe partite? La nostra posizione è sempre stata fin troppo chiara dall’inizio. Nel mondo in cui oggi viviamo, solo le grandi competizioni possono creare un valore aggiunto dal punto di vista economico. Ma ad oggi per massimizzare i ricavi nel breve periodo, si rischia persino di vendere un prodotto che è qualitativamente uguale a quello che siamo già abituati a vedere. Mai come in questo momento è fondamentale salvaguardare la salute del giocatore. Tutelando i top player salvaguardiamo anche la parte migliore del nostro spettacolo. E così rispettiamo anche il pubblico, i tifosi e chi segue con passione il mondo dello sport e del calcio che ha diritto di assistere ad uno spettacolo che sia all’altezza degli attori che sono coinvolti. La salute del giocatore è la base su cui si deve partire».

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«Mondiale per Club? Partiamo da un dato di fatto. La Fifpro ha intentato una causa in sede europea perché riteniamo che chi organizza le competizioni non può essere anche soggetto regolatore e stabilire le date del calendario. Noi siamo in causa con la Fifa, insieme alla Fifpro. Noi vogliamo che tutti si siedano al tavolo per capire che che tipo di calcio vogliamo per il nostro futuro. Il problema non sono solo l’eccessivo numero di partite ma anche i ritmi, lo stress e la qualità dello sforzo con cui si giocano che sono ben superiori rispetto a quelli di quindici anni fa».

«Non ci si allena più. La settimana come l’ha fatta il Napoli quest’anno è stata fondamentale per la vittoria dello scudetto. Preparare partita dopo partita nell’arco di una settimana non solo fisicamente ma anche mentalmente oggi rischia anche di diventare una discriminante per le forze che sono in atto in campo. Incidenza infortuni? La percentuale non è precisa ma c’è un dato evidente spaventoso già a partire dalla quarta partita back to back senza cinque giorni di recupero».

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