Gasperini: «la Roma è l’adrenalina di cui avevo bisogno. Il mio calcio è noto, voglio portarlo anche qui»
È ufficialmente il nuovo allenatore della Roma: “Una grande sfida in un ambiente con passione”. Prime parole, entusiasmo e obiettivi chiari.

Mg Verona 08/02/2025 - campionato di calcio serie A / Hellas Verona-Atalanta / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Gian Piero Gasperini
Dopo settimane di indiscrezioni e contatti sempre più fitti, il club giallorosso ha sciolto ogni dubbio, affidando la guida tecnica a Gian Piero Gasperini.
Il tecnico ex Atalanta prende le redini della panchina giallorossa, aprendo un nuovo capitolo ambizioso ma non privo di interrogativi. La scelta, accolta con curiosità ma anche con un certo scetticismo da parte di una fetta della tifoseria, rappresenta una svolta tecnica netta.
Il comunicato ufficiale dell’As Roma
La carriera di Gasperini è stata finora caratterizzata da tattiche innovative, cultura del lavoro e una straordinaria capacità di valorizzare i giocatori.
La Proprietà e Claudio Ranieri sono convinti che Gasperini sia l’uomo giusto per questo incarico.
Benvenuto, Mister!
Forza Roma!
La prima intervista del Mister
Gasperini ha anche parlato ai canali del club trasmettendo entusiasmo, ambizione e consapevolezza del compito che lo attende. Dopo settimane di voci, il tecnico ha finalmente varcato i cancelli di Trigoria: «Le prime impressioni sono indubbiamente molto positive. Sono venuto oggi per la prima volta a Trigoria, non conoscevo questo centro che è meraviglioso, funzionale, il meglio per chi vuole lavorare in queste situazioni».
Il perché della sua scelta è chiaro: «La Roma perché è una grande sfida. Io ho bisogno di avere una sfida importante, di venire in un ambiente con grande passione. Questo mi ha dato un grande entusiasmo, la possibilità che mi hanno dato Ranieri, la società, la proprietà. Una grande adrenalina di cui avevo bisogno per fare qualcosa di buono».
Una motivazione che nasce non solo dal prestigio della piazza: «Dal fatto anche che la Roma ha una grande passione dietro, che vuole raggiungere dei grandi traguardi. Secondo me ci sono tutte le condizioni perché c’è una proprietà molto forte, che ha voglia di far crescere la Roma, di portarla a livelli alti. C’è una persona come Ranieri, che da solo insomma è già una garanzia per la piazza, per i tifosi. C’è un direttore sportivo molto giovane, ma con dietro una capacità di lavoro, anche di scouting, che ho avuto modo di constatare, con grande entusiasmo anche loro, molto preparati. Credo che ci siano le condizioni migliori per fare un buon lavoro come dicevo prima».
Non sono mancati riferimenti al legame tra squadra e tifosi: «Quando venivo a giocare a Roma, anche precedentemente da giocatore, poi con il Genoa, con l’Atalanta, ho sempre trovato una squadra che giocava con qualità, in un ambiente che spingeva molto. Magari in questi ultimi anni ha avuto un po’ di calo, ma l’arrivo di Ranieri ha ridato una forza di nuovo e anche dei risultati importanti. Roma, nonostante gli ultimi anni non siano stati all’altezza delle aspettative, rimane un ambiente che se riesci a fare calcio e riesci a dare anche un buon modo di giocare, oltre al risultato, credo che possa aiutare molto».
E sul tipo di calcio che porterà a Roma, nessun dubbio: intensità, gioco offensivo e identità chiara. «Il mio modo di giocare rispecchia quelle che sono le mie caratteristiche. Le mie squadre hanno sempre giocato in un certo modo, con intensità, aggressività, ma non solo, siamo sempre stati una squadra che ha fatto molti gol, che ha sempre pensato a fare un gol in più dell’avversario che prenderne qualcuno in meno anche se negli ultimi anni abbiamo migliorato molto la fase difensiva. Dunque, le caratteristiche dopo tanti anni che sono in Serie A si conoscono, vorrei metterle in pratica anche a Roma».
Infine, un pensiero per i tifosi romanisti: «Loro li ho visti sempre come un esempio di grande entusiasmo, è uno stadio sempre pieno. La prima cosa che si dovrà fare, da parte mia e della squadra, è riuscire a portarli dalla propria parte. E lo si potrà fare attraverso delle prestazioni convincenti, dove la gente si identifica nella propria squadra, al di là del risultato. Riuscire a giocare delle buone gare, con la gente soddisfatta di vedere la propria squadra giocare in quel modo, poi il risultato è quello che fa tutto».
Quanto all’emozione per questa nuova avventura: «Probabilmente lo sarò poi, quando arriverà il momento. Ci sarà sicuramente un po’ di emozione, ma credo che dopo tanto tempo sarà un attimo per poi pensare al campo».
E conclude con un messaggio chiaro: «L’impegno mio e della squadra sarà quello di portarli dalla nostra parte, sarà il primo compito che dovremo fare».