Fabregas: «Il Como gioca sempre per vincere, spero che un giorno non mi farete più la domanda»

«L'Inter è la miglior squadra d'Italia, domani dobbiamo provare a fare noi la partita. Spero di poter dare spazio a Reina e Iovine, lo meritano».

Fabregas Como

Db Chatillon (Ao) 25/07/2023 - amichevole / Cagliari-Como / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Cesc Fabregas

Cesc Fabregas, tecnico del Como, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro l’Inter. Per i nerazzurri, è una partita chiave in ottica scudetto.

Fabregas: «Bisogna sempre pensare a vincere, i giocatori devono andare in campo a morire per il Como»

Ha detto bisogna essere ambiziosi e sognare. Lo regalerà ai tifosi del Como questo ultimo sogno oppure no?

«In che senso “oppure no”? Vincere domani? Sapete la risposta. Noi scenderemo in campo per vincere, come sempre. Spero di arrivare a un giorno in cui non mi si dovrà fare la domanda se il Como scende in campo per vincere le partite. La risposta è chiara: i ragazzi hanno dimostrato che c’è voglia. Non si può vincere sempre, ma dobbiamo provarci. Come allenatore, penso che tutti i giocatori devono andare in campo a morire per il Como. Dobbiamo pensare a goderci il calcio, a divertirci e ad essere una famiglia: ognuno lotta per l’altro. Se non vedo la voglia, metto i ragazzi della Primavera che magari hanno più determinazione a fare bene. Pepe Reina? Se posso dargli un po’ di minutaggio a prima del ritiro, glielo do». 

L’Inter ha dei difetti?

«Tutte le squadre del mondo hanno difetti, ma per me l’Inter è la miglior squadra di Serie A, e tra le migliori in Europa. Dovremo essere bravi a giocare con personalità, non subire il loro calcio, ma imporre il nostro. A Milano facemmo una grande partita, un po’ più difensiva rispetto a ciò che chiedo io di solito. Ma domani dobbiamo provare noi a portare la partita a casa». 

Il futuro di Nico Paz:

«Non so nulla, è un nostro giocatore e per ora rimane da noi. Per lui è importante giocare la prossima stagione, che porterà al Mondiale. Non so se sia già pronto per il Real Madrid, noi con loro abbiamo un ottimo rapporto perché ci interessano molto altri ragazzi della loro rosa, e loro sanno che facciamo giocare i giovani. Se hanno bisogno siamo qua, ma per ora non ci hanno detto niente».

Sergi Roberto e Moreno ci saranno anche l’anno prossimo?

«Sergi sì, perché ha fatto partite importanti quando ha giocato. Moreno ha rinnovato un altro anno, da quando è arrivato Alex Valle si sente più sotto pressione perché sente la competizione». 

Cosa ti ha insegnato di più la Serie A?

«Già dall’anno scorso la seguo. Non è più un campionato difensivo; c’è un calcio molto diretto, non posizionale o troppo tecnico o di palleggio. Ma c’è un calcio offensivo, si lascia spesso spazio dietro. Mi ha insegnato tanto, perché è molto diverso dagli altri campionati. Devo trovare tante opzioni a questo tipo di gioco per la mia squadra per farla giocare al meglio con tutte le squadre». 

L’Inter domani si gioca tutto: questa è una motivazione in più per voi?

«Se giochi contro una squadra di Serie D o una squadra come l’Inter, devi scendere in campo sempre nello stesso modo. Devi sempre pensare a vincere. Dobbiamo essere bravi ad andare a dormire e dire “domani devo dare il massimo”. L’obiettivo è quello. Poi spero di poter dare spazio a Reina e Iovine, lo meritano».

Prossimo calciomercato: 

«Da gennaio stiamo già parlando della prossima stagione. Abbiamo già cambiato tanto. A Caqueret, per esempio, che è arrivato dal Lione a gennaio, dobbiamo dare spazio e capire come inserirlo in squadra. Se lui per esempio dimostra di saper fare diverse cose, lì il mercato cambia. Ora abbiamo un’identità più chiara di chi siamo e come vogliamo fare le cose e prendere giocatori per migliorare la squadra». 

Arrivato ad oggi, ti saresti aspettato questo traguardo?

«Abbiamo sempre una fotografia in testa di ciò che vorresti fare a fine stagione. Penso che abbiamo fatto anche di più di ciò che mi aspettavo. Dobbiamo ingaggiare calciatori con fame, che sanno che devono avere una mentalità vincente e aperta, adattarsi al gruppo, e penso che abbiamo fatto un grandissimo calciomercato. Chi firma, deve essere nella famiglia Como e appartenere alla squadra». 

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