Pantani, i pm di Trento riaprono l’inchiesta sul Giro ’99

Il nuovo fascicolo, affidato alla pm della Dda Patrizia Foiera riguarda l’ipotesi di un presunto giro di scommesse clandestine legate alla camorra che puntava a boicottare la vittoria finale del Pirata.

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(FILES) - Picture taken 05 June 1999 of Italian cyclist Marco Pantani leaving his hotel in Madonna Di Campiglio, escorted by Italian carabinieri, after his exclusion from the 82nd Tour of Italy cycling race after failing a blood test. Former Tour de France winner Marco Pantani was found dead 14 February 2004 in the Italian seaside resort of Rimini. AFP PHOTO PASCAL PAVANI (Photo by PASCAL PAVANI / AFP)

Riaperto il caso Marco Pantani. La Procura di Trento è tornata a indagare sul Giro d’Italia 1999: il nuovo fascicolo, affidato alla pm della Dda Patrizia Foiera riguarda l’ipotesi di un presunto giro di scommesse clandestine legate alla camorra che puntava a boicottare la vittoria finale del Pirata. L’indagine è a modello 44, ossia senza titolo di reato e senza indagati. Il pm ha comunque già sentito parecchie persone e ne dovrà sentire altre per cercare di ricostruire il presunto giro di scommesse clandestine. Da quanto si è saputo, ieri mattina Vallanzasca, che si trova in condizioni di salute precarie, non sarebbe stato in grado di rispondere alle domande della pm Foiera. Il primo a parlare della vicenda fu proprio Renato Vallanzasca, criminale italiano condannato per omicidi, sequestri di persona e rapine.

L’indagine è stata riaperta dalla Dda della Procura di Trento guidata da Sandro Raimondi l’anno scorso, anche in seguito agli esiti della Commissione Antimafia secondo i quali bisognava indagare ancora sulle “anomalie” legate all’esclusione dal Giro d’Italia di 25 anni fa di Pantani.

Le parole di Vallanzasca
«Hai qualche milione da buttare? Se sì, puntalo sul vincitore del Giro. Non so chi vincerà, ma sicuramente non sarà Pantani». Questa la confidenza fatta da un detenuto a Renato Vallanzasca che nel 2014 ne parlò anche alla procura di Forlì senza dare dettagli relativi al nome di chi gli aveva suggerito di puntare contro il Pirata. Il pm Sergio Sottani spiegò: «Un clan camorristico minacciò un medico per costringerlo ad alterare i test e far risultare Pantani fuori norma».

Secondo quello che sarebbe emerso dunque la criminalità organizzata campana sarebbe intervenuta per evitare che il ‘pirata’ portasse la maglia rosa fino a Milano. Sarebbero stati loro ad alterare le sue analisi prima della tappa di Madonna di Campiglio, quanto i risultati degli esami antidoping sul sangue prelevatogli di primo mattino, mostrarono un valore di ematocrito di 52, oltre il limite consentito che è di 50. Questo lo portò al ritiro, un ritiro che costò al Pirata la vittoria del Giro d’Italia e diede un taglio netto alla sua attività: il ciclista non si riprese mai del tutto e la sua carriera prese una brutta piega fino a sprofondare definitivamente nel 2004.

Per questo Pantani, che stava dominando la corsa rosa, sarebbe stato controllato prima della tappa di Madonna di Campiglio, quanto i risultati degli esami antidoping sul sangue prelevatogli di primo mattino, mostrarono un valore di ematocrito di 52, oltre il limite consentito che è di 50. Quel test portò alla squalifica del campione romagnolo e quel giorno, probabilmente, cominciò il suo declino.

Il via alle nuove indagini è arrivato anche dai legali della famiglia del pirata, da sempre convinta della morte violenta del campione e della ‘trappola’ tesa con il test antidoping, che hanno presentato una memoria corposa.

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