In Italia si differenzia il calcio della penisola da quello europeo. Un tecnico straniero, per sopravvivere, deve conoscere bene il calcio italiano, o essere una “superstar” indiscussa.
Stefano Pioli ha annunciato che lascerà il Milan a fine stagione. Per questo motivo, i rossoneri sono alla ricerca del nuovo allenatore. Il nome più vicino alla panchina rossonera sembra essere quello di Julen Lopetegui, che i tifosi non vedono di buon occhio. The Athletic spiega che “l’orgoglio italiano” per scegliere un tecnico spesso si fa sentire.
Gli italiani troppo orgogliosi dei loro allenatori, Lopetegui al Milan sarebbe una “nota stonata”
“Sono stati dieci giorni difficili per Pioli. La stagione sta volgendo al termine e la mediocrità che l’ha caratterizzata ha lasciato il posto a un finale dolente e disastroso che, come se non bastasse, è stato amplificato ancora di più dai commenti di alcuni dirigenti, e dalle voci sul nome del futuro allenatore. In Italia alcuni esperti parlano di calcio come se al di fuori della penisola fosse diverso, quasi un altro sport. Lo chiamano “calcio europeo”, come se l’Italia non facesse parte dell’Unione Europea. Diciotto dei 20 club di Serie A sono guidati da allenatori con passaporto italiano; gli unici stranieri, Juric e Tudor, hanno giocato tanti anni in Italia. Quindi, un tecnico straniero nel Paese deve necessariamente conoscere bene il calcio italiano, o essere una “superstar” indiscussa.
Dalla seconda guerra mondiale, solo 13 allenatori provenienti da altri Paesi hanno vinto la Serie A. Per quanto riguarda Lopetegui, sarebbe il primo allenatore straniero del Milan dai tempi di Sinisa Mihajlovic che, come Tudor e Juric, aveva fatto dell’Italia la sua seconda casa. Mourinho, quando arrivò all’Inter, dovette combattere contro la stampa, quando i giornalisti difendevano i “loro” allenatori e il “loro” calcio. Gli allenatori stranieri devono lavorare il doppio per mettersi alla prova e, se non riescono a dare il meglio, vengono presto cacciati. L’orgoglio duraturo nel coaching italiano non è, però, fuori luogo; quattro tecnici italiani hanno vinto la Premier League, Ancelotti è l’allenatore di maggior successo nella storia della Champions League”.
Cosa farà, quindi, il Milan?
“Storicamente, il club ha scelto tre tipi di allenatori. Il primo è l’ideologo-innovatore, come lo è stato Arrigo Sacchi. Il secondo è un allenatore con ‘physique du role’, ossia qualcuno con spalle larghe in grado di rimanere imperturbabile davanti alla Curva e alla stampa; lo era Max Allegri nel 2010. Il terzo tipo è l’ex giocatore, qualcuno che conosce il club, come Nils Liedholm. Lopetegui non rientra in nessuna di queste categorie”.