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“Credo che l’arbitro de Le Iene sia romano”. “E inizia con la F”. Sportitalia apre la caccia

Il giornalista de Le Iene De Giuseppe, collega dell’autore dello scoop, dice che secondo lui l’arbitro è romano, danno anche l’iniziale

“Credo che l’arbitro de Le Iene sia romano”. “E inizia con la F”. Sportitalia apre la caccia
Db Milano 11/01/2023 - presentazione introduzione fuorigioco semiautomatico S.A.O.T / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gianluca Rocchi

“Credo che l’arbitro de Le Iene sia romano”. “E inizia con la F”. La puntata di Sportitalia sta impazzando sui social. Soprattutto il video in cui il giornalista De Giuseppe – de Le Iene – si sbilancia sulla talpa del servizio televisivo de Le Iene.

L’inviato de Le Iene De Giuseppe dice: “Credo che l’arbitro dell’inchiesta de Le Iene sia romano” Alessandro De Giuseppe, giornalista de Le Iene, ha commentato il servizio del programma relativo alle dichiarazioni di un arbitro italiano sulle controverse direzioni delle gare di A.

L’arbitro inizia con la effe

Criscitiello dice: «E comincia con la effe». Qualcuno – Mazzoleni, il fratello – fa un nome ma non si sente e De Giuseppe dichiara: “Credo che l’arbitro Mazzoleni ci abbia preso”.

Gli arbitri vogliono querelare Le Iene (Corriere dello Sport)

L’Aia, in una riunione che avverrà stamattina, raccoglierà le conclusioni alle quali il pool di esperti legali dell’Associazione, guidato da Di Stasio, è arrivato dopo aver visionato il filmato de Le Iene. L’idea, come vedremo, è quella di adire alle vie legali. 

Oggi l’Associazione Italiana Arbitri tirerà le fila sulle conseguenze del servizio de Le Iene, affidato alla Commissione esperti legali dell’Aia per capire che risvolti potranno esserci in tema di tutela. Le deduzioni arriveranno sulla scrivania del presidente questa mattina, l’idea però che circola nelle segrete stanze è quella di adire comunque alle vie legali. Anche in mancanza di “fumus boni iuris” – è il pensiero che circola a via Campania – «lo dobbiamo non tanto agli arbitri di serie A, tirati ingiustamente in ballo da una persona a volto coperto, ma per i tanti associati che nei week end vanno sui campi dei campionati dilettanti o giovanili» e già senza tutto questo strascico sono spesso oggetto di (indegna e incivile) violenza. Un appello alla Figc (e ai suoi giudici) e al mondo del calcio in generale, perché i 32.855 associati (non tutti ovviamente) possano sentirsi tutelati.

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