Bella l’immagine di Walter che fuma da tifoso

Con Mazzarri ho un rapporto controverso. Arrivò tra lo scetticismo generale, anche se accolto con tutti gli onori di casa visto che di Donadoni nessuno ne poteva più. Che avesse carattere lo dimostrò immediatamente, alla presentazione ufficiale, quando fu protagonista di un battibecco pubblico col presidente De Laurentiis. Buon segno, pensai.  Fu forse anche per […]

Con Mazzarri ho un rapporto controverso. Arrivò tra lo scetticismo generale, anche se accolto con tutti gli onori di casa visto che di Donadoni nessuno ne poteva più. Che avesse carattere lo dimostrò immediatamente, alla presentazione ufficiale, quando fu protagonista di un battibecco pubblico col presidente De Laurentiis. Buon segno, pensai.  Fu forse anche per quello che alla “prima” col Bologna non si piegò ai voleri della società e schierò Lavezzi – reduce da una partita in Sudamerica – sin dal primo minuto. La fortuna aiuta gli audaci e noi quella partita la recuperammo per il rotto della cuffia vincendola 2-1 all’ultimo minuto.
L’amore, però, scoppiò di mercoledì. Contro il Milan. Con la squadra sotto di due gol, lui si sbracciava e inveiva come un assatanato. Dagli spalti guardavamo più lui che il campo. Pensando, in cuor nostro, che fosse un pazzo. Poi andò come andò e quando negli spoogliatoi dichiarò che si era arrabbiato coi suoi per aver festeggiato troppo il pareggio precludendosi la possibilità di vincere, ecco, noi ci sciogliemmo. Poi arrivò la rimonta di Torino e la camicia bianca di Mazzarri divenne un must. Walter l’intoccabile. Per i risultati, certo, ma anche per quel modo sanguigno di vivere la partita. Da tifoso.
Lo stesso che mi ha colpito ieri a Cesena. Ora, col tempo, io Mazzarri l’ho anche criticato. Per la gestione dello spogliatoio, per aver venduto i giocatori coi piedi buoni, per aver creato una squadra troppo operaia per i miei gusti, e soprattutto per quell’atteggiamento piagnone che io proprio non sopporto. Cose di cui sono tuttora convinto. Ma c’è un aspetto che mi fa impazzire: il suo essere indomito. E ieri, dopo essersi fatto espellere per proteste (ribadisco, quello su Cribari non è mai fallo così come quello su Zuniga non è rigore), si è messo sulle scalette del Manuzzi a vedere il match e a dare indicazioni al telefonino. Ed era fantastico vederlo fumare una sigaretta dietro l’altra, proprio come fanno tanti “malati” a ogni partita: quel modo avido di fumare, quasi che la volesse ingoiare. Lo guardavo e quasi mi intenerivo. Anche se resto dell’avviso che il presidente gli abbia concesso troppi poteri.
Massimiliano Gallo

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