«Prima il tunnel era come camminare in una prigione, oggi i giocatori si scambiano le maglie…»
The Athletic ha raccolto gli aneddoti di quel mondo parallelo senza telecamere. Succedeva di tutto. Le partite si cominciavano a vincere lì

ORLANDO, FLORIDA - JULY 26: Jaden Philogene #33 of Aston Villa walks through the tunnel prior to a match against Fulham at Exploria Stadium on July 26, 2023 in Orlando, Florida. Kevin Sabitus/Getty Images for Premier League/AFP (Photo by Kevin Sabitus / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP)
“I tunnel nel calcio, come la maggior parte delle cose nella vita, non sono più quelli di una volta”. Con questa premessa The Athletic racconta per aneddoti “la vita da tunnel”, ovvero le scene assurde che capitava di vivere nel calcio pre-tv ovunque nel corridoio che conduce all’ingresso in campo. Adesso fa scandalo il rifiuto di stretta di mani. All’epoca succedeva di tutto. Era un momento topico del match psicologico, addirittura ci si allenava in settimana a percorrere quei corridoi come si deve.
“Gary Neville e Roy Keane non guardavano mai i loro avversari, Gary non guardava nemmeno suo fratello”, dice un giocatore attuale, che ha chiesto di restare anonimo per proteggere i rapporti personali.
“Si trattava della spavalderia dell’andiamo in guerra! Ma – e lo dico come qualcuno che è della vecchia scuola – il calcio non significa più andare in guerra. Di questi tempi riesci a malapena a fare un tackle. Quindi ora è tutto molto più amichevole nel tunnel. Quando ero più giovane, se c’erano le telecamere, la gente non voleva nemmeno essere vista mentre salutava i giocatori avversari. Ma adesso tutti si abbracciano e ridono, le mascotte danno il cinque: è tutto molto più rilassato”.
All’epoca, continua, il tunnel “era come una passeggiata in una prigione”. “Ma ora ci sono persone che chiedono magliette prima delle partite e chiedono come stanno la moglie e i figli. Io non lo avrei chiesto a uno dei nostri giocatori!”.
“Ti aspetto nel tunnel…”
Liam Ridgewell, ex Aston Villa, Birmingham City, West Bromwich Albion racconta: “Una delle mie sfide standard era saltare e colpire di testa la palla e mettere i miei tacchetti sulla schiena di qualcuno, cosa per cui oggi verresti espulso. Una volta l’ho fatto al defunto, grande Papa Bouba Diop al Fulham… Hai presente quella GIF in cui Jim Carrey si pulisce la bocca e cambia faccia? Ebbene, Bouba Diop si è voltato, si è massaggiato la schiena e ha detto: COSA. CAZZO. HAI. APPENA. FATTO! E io ho pensato: oh, merda… Ha detto: Ci vediamo nel tunnel. Io gli ho detto: No, non lo farai, cazzo! Dopo la partita, sono rimasto là fuori, in campo, non volevo rientrare, ad un certo punto pur di non andare in quel tunnel ho cominciato ad applaudire i tifosi avversari”.
The Athletic ricorda che il debutto di John Fashanu al Wimbledon coincise con una rissa di 22 uomini nel tunnel a Portsmouth. Mentre Graeme Le Saux racconta l’entrata in campo del Chelsea a Istanbul per la partita di Champions contro il Galatasary nel 1999: “Ero nel tunnel un po’ più indietro e potevi sentire il rumore, sembrava che ci fosse una forte grandinata fuori mentre salivi i gradini. Pensavo: il tempo non doveva essere così. Ma poi quando sono uscito, c’era questo tetto di scudi antisommossa, come un lungo tunnel, e la gente che lanciava ogni genere di cose contro la polizia in antisommossa”.
E ancora: “Ricordo che con l’Inghilterra giocammo contro la Polonia e loro avevano quello che sembrava il tunnel più lungo del mondo. Il loro difensore centrale, che era alto due metri e saltava apposta per colpire di testa una trave di ferro. E poi ci guardava“.
Mertesacker vomitava sempre, ai tempi dell’Arsenal. E Danny Shittu aveva la reputazione di uscire dallo spogliatoio senza maglietta: “120 kg di carne di prima qualità, che emmette grugniti e urla monosillabici e neanderthaliani, battendosi il petto per tutto il tempo”, così lo descriveva il suo ex compagno Clarke Carlisle al Queens Park Rangers”.
“The Battle of the Buffet”
All’Old Trafford, stagione 2004-2005, Manchester United-Arsenal. Scrive The Athletic: alimentato da un senso di ingiustizia dopo che allo United era stato assegnato un controverso rigore nel secondo tempo, e arrabbiato per il fatto che l’imbattibilità dell’Arsenal in Premier League di 49 partite fosse giunta al termine, Cesc Fabregas lanciò una fetta di pizza che colpì l’allenatore dello United Sir Alex Ferguson.
Ferguson stava litigando con Wenger. L’ha raccontata lui stesso così: “Nel tunnel, lui (Wenger) criticava pubblicamente i miei giocatori, definendoli imbroglioni. Così sono uscito nel tunnel e gli ho detto di andarsene e fare il bravo, di lasciare in pace i miei giocatori. È arrivato correndo verso di me con le mani alzate dicendo: “Perché, altrimenti che fai?“. Wenger… il signor Wenger. Roba da tunnel.